Due attori italiani strategici sono in primissima fila nella partita degli invisibili ma decisivi cavi sottomarini: da una parte il Gruppo Prysmian, attivo nei business di energia e telecomunicazioni; dall’altra Telecom Italia Sparkle, una società per azioni di telecomunicazioni controllata da Telecom Italia.
Stati Uniti e Cina, la sfida per le “infrastrutture del futuro”
Quando parliamo di “infrastrutture del futuro”, ci imbattiamo quasi sempre in Stati Uniti e Cina, le superpotenze globali impegnate in una rivalità a tutto tondo che include anche la questione dei cavi sottomarini. Eppure, a differenza di quanto si possa pensare, anche l’Italia è in grado di giocare – almeno indirettamente – un ruolo chiave all’interno di questo scenario. Già, perché la tecnologia made in Italy è un pilastro centrale nella realizzazione dei più grandi collegamenti al mondo, dai cavi dedicati agli impianti petrolchimici e di estrazione alle piattaforme offshore, passando per la rete in fibra ottica. Da questo punto di vista, Prysmian e Sparkle sono i soggetti più interessanti da analizzare, e non solo perché incarnano le eventuali ambizioni geopolitiche di Roma – spesso non sfruttate a dovere – ma anche perché entrambi si candidano a pieno titolo per essere i reggenti ideali dell’impero italiano dei cavi.
Prysmian, una storia iniziata nel 1879
Partiamo con una diapositiva del Gruppo Prysmian. Questa azienda è specializzata nella produzione di cavi impiegabili nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni, e di fibre ottiche. Ha sede a Milano ma è presente anche in campo internazionale, con 23 stabilimenti dislocati in Nord America una sessantina tra Europa, Medio Oriente e Africa, 15 in America Latina, 7 in Medio Oriente e 18 tra Asia e Pacifico. Conta circa 30mila dipendenti, ha progetti sparsi in tutto il mondo e partnership con le migliori università.
La sua storia è piuttosto antica, visto che nasce nel 1879 come Pirelli Cavi e Sistemi ed è stata protagonista nella partita dei cavi telegrafici a inizio Novecento. Nel 1925 piazza per conto di Italcable ben 5.150 chilometri di cavo telegrafico sottomarino per consentire comunicazioni tra Italia e America del Sud. In tempi più recenti, nel 1998 Società Cavi Pirelli avvia una serie di acquisizioni che le consentiranno di inglobare le attività nei settori cavi di energia di Siemens, BICC, Metal Manufacturers Ltd e NKF.
L’acquisizione da parte di Goldman Sachs e le fusioni con Draka e General Cable
Il 2005 è un anno storico: viene fondata Prysmian in seguito all’acquisizione da parte del gruppo Goldman Sachs delle attività di Sistemi e Divisione Cavi di Pirelli. Nel 2011 la stessa Prysmian si unirà con l’olandese Draka – all’epoca numero quattro al mondo nel settore cavi e fibra ottica – per creare Prysmian Group, nel quale nel 2018 entrerà a far parte anche l’americana General Cable. Risultato: prende forma un gigante globale da oltre 10 miliardi di euro di fatturato.
Prysmian, commesse per due parchi eolici offshore negli Usa
Oggi Prysmian è leader mondiale nel settore dei sistemi in cavo, occupandosi della posa di cavi sottomarini e terrestri per la trasmissione e la distribuzione di elettricità ma anche di cavi speciali dedicati a comparti industriali ad hoc. Produce, inoltre, cavi in rame, ottici e in fibra ottica per trasmettere dati, voce e video. Il gruppo ha una visione pragmatica, e questo gli consente di essere presente pressoché ovunque. Recentemente si è aggiudicato i progetti per il cablaggio di due parchi eolici offshore negli Stati Uniti per un totale di circa 900 milioni di dollari. Scendendo nei dettagli, il primo progetto, dal valore di 300 milioni di dollari, riguarda il collegamento del parco eolico Park Wind City allo stato del Connecticut; il secondo (circa 580 milioni) coinvolgerà il collegamento del Commonwealth Wind Project alla rete elettrica del Massachusetts.
In entrambi i casi, il gruppo italiano fornirà elementi chiave, come cavi ad alta tensione e cavi sottomarini. Prysmian è presente anche in Cina, dove il gruppo punta a diventare un attore di primo piano nel progetto della Nuova Via della Seta cinese, offrendo sistemi innovativi sia per progetti energetici che di telecomunicazioni. Prysmian Group vanta, tra gli altri, stabilimenti di produzione a Tianjin, Yixing, Wuxi e Nantong e uffici commerciali a Pechino, Shanghai e Hong Kong.
Sparkle, erede di Italcable via Telecom
Sparkle viene fondata nel 1987 da Italcable, gruppo STET,come Telemedia International Italia. Il suo scopo: operare nel far west dell’allora mercato dei servizi di telecomunicazioni. L’azienda cresce, si espande all’estero e fornisce servizi globali di telecomunicazioni comprensivi di voce, immagini, messaggistica e altro ancora. Nel 1994 Italcable, il grande azionista, confluisce in Telecom Italia e si apre un nuovo capitolo. Tre anni più tardi bisogna ricordare l’accordo con IBM: entrambe le società inizieranno a commercializzare l’una i prodotti dell’altra. Nel 2003 diventa Sparkle, e riceve da Telecom il compito di sviluppare il mercato dei servizi internazionali destinati agli operatori di rete mobile e fissa, ma anche ai fornitori di servizi internet e multinazionali.
Una rete da 560mila chilometri in fibra ottica
La sua attività, considerata di rilevanza strategica dall’Italia, viene schermata dal Golden Power a partire dal 2017. In generale, Sparkle – che si definisce “Global Operator interamente di proprietà del Gruppo TIM”, ereditario della grande tradizione di Italcable – ha una rete di 560mila chilometri in fibra ottica che si estende dal Mar Mediterraneo all’Oceano Atlantico e Indiano; questa rete è ceduta a oltre 500 clienti, tra cui Facebook, Google e vari Stati. Tra gli ultimi progetti degni di una certa rilevanza geopolitica annotiamo l’alleanza tra Sparkle e Google sui cavi sottomarini ai fini della realizzazione di Blue & Raman Submarine Cable Systems, una rete di cavi sottomarini che collegherà Italia, Grecia, Francia e Israele, mentre Raman System Giordania, Arabia Saudita, Gibuti, Oman e India.
La sfida geopolitica tra Stati Uniti e Cina
Nell’azione dei due gruppi abbiamo uno spaccato dell’avanzata della partita globale per i cavi sottomarini, che riflette una sfida geopolitica di primaria importanza avente al centro proprio Stati Uniti e Cina. Al 2019, nel mondo erano posati 378 cavi di comunicazione sottomarini, per una lunghezza complessiva di 1,2 milioni di chilometri , oltre tre volte la distanza che separa la Terra dalla Luna. Una vera e propria autostrada digitale su cui viaggiano comunicazioni digitali di ogni tipo, dal segnale che permette la lettura di articoli come questo dall’altra parte del mondo rispetto all’Italia a delicate comunicazioni finanziarie, passando per informazioni e interazioni di carattere militare e strategico.
Una mappa interattiva dei cavi sottomarini presenti nel mondo segnala, non a caso, che la loro rotta segue, in larga misura, il flusso delle transazioni economiche e la loro densità è più alta negli spazi in cui si concentrano la maggior quota di produzione e commercio, come gli spazi transatlantici e transpacifici che connettono gli Stati Uniti all’Europa e all’Estremo Oriente. Costruire un cavo significa rinforzare l’interscambio dati e, dunque, la connessione economica tra due aree: Prysmian, complice la proprietà cinese del gruppo Pirelli, appare oggi attenta a giocare da “pontiere” tra i due mondi, mentre Sparkle è ben allineata all’ortodossia atlantista. Come ben dimostrato dal ruolo strategico assunto dall’ex capo dei servizi italiani, Alessandro Pansa, come suo presidente.
La scelta strategica tra i due giganti planetari
Negli anni a venire i fondali oceanici si tappezzeranno di cavi sempre più potenti e nuovi, in grado di dare garanzie strategiche alla connettività informatica che, per oltre il 95% del traffico, si affida a loro, assieme sostanzialmente a tutti i processi che oggi ordinano la nostra società. E per un costruttore scegliere se fare sponda col big tech Usa, egemone oggigiorno in questo tipo di connessioni, o con i suoi avversari non sarà solo una decisione economica. La partita sottomarina riflette la guerra tecnologica, sfida tutt’altro che immateriale, tra i due giganti planetari. Una guerra in cui l’Italia è divisa e contesa in tanti settori. Compreso quello strategico dei cavi.