Il prezzo della benzina e del gasolio è schizzato alle stelle in tutto il mondo, Italia compresa. La guerra in Ucraina è soltanto la punta dell’iceberg, l’ultimo fattore – ma non l’unico – responsabile del terremoto energetico in atto. Bisogna considerare, infatti, la pandemia di Covid-19, con tutti i problemi logistici provocati, il contesto socio-economico di ciascun Paese e, last but not least, le politiche adottate dai vari governi. E ancora: le capacità petrolifere di ciascuna nazione. Il risultato coincide sì con un rincaro pressoché globale del carburante, ma anche con una situazione a macchia di leopardo.
Chi decide il costo del carburante
Bisogna fare una paio di premesse. Intanto il prezzo della benzina e del gasolio deriva da una complicata equazione che considera vari aspetti. Tra questi: il costo del greggio, la ricchezza di ogni Paese, le tasse, eventuali sussidi governativi e le richieste delle raffinerie. Un altro aspetto particolarmente importante riguarda il prezzo del petrolio, che viene espresso in dollari. I Paesi che importano l’oro nero, dunque, devono mettere in conto anche il tasso di cambio con le rispettive monete. L’euro debole, ad esempio, ha avuto un ruolo cruciale nel far salire i costi del carburante in tutta l’Europa.
Scendendo nei dettagli, il prezzo della benzina è formato da tre parti. Troviamo il costo netto del combustibile, che comprende il guadagno dei gestori delle pompe di rifornimenti, le accise e, infine, l’imposta sul valore aggiunto. Detto altrimenti, ogni volta che un automobilista fa il pieno della sua vettura, paga allo Stato una parte di tasse. Le accise, per la cronaca, arrivano a pesare per più di un terzo del prezzo, e sono formate da varie imposte di scopo introdotte da molteplici governi, nel corso del tempo, per raggiungere specifici obiettivi; in generale, il 27% del prezzo della benzina e il 32% di quello del diesel che definisce il valore, in dollari americani, a cui una tonnellata di benzina o gasolio può essere venduta alle raffinerie. I ricavi della filiera distributiva petrolifera pesano intorno all’8% del prezzo per la benzina e al 9% per il diesel. Accise e Iva coprono rispettivamente il 65% e il 59% del prezzo di benzina e diesel.
L’analisi dei prezzi globali
Possiamo dire che esiste un prezzo globale del petrolio, che in questo periodo si attesta all’incirca sui 110 dollari al barile. Non c’è, tuttavia, un prezzo standard valido in tutto il mondo per le pompe di rifornimento, e questo per i motivi sopra elencati. Ogni Paese, quindi, fa storia a sé stante. Il portale GlobalPetrolPrices.com è un’ottima bussola per orientarsi nel mare magnum di costi e prezzi. Considerando i prezzi globali della benzina al litro al 20 giugno 2022, la fotografia (assolutamente aleatoria e variabile) che otteniamo incrociando i dati è emblematica.
Al momento della rilevazione, il prezzo medio della benzina nel mondo è di 1,38 euro per litro ma sussistono enormi differenze tra le nazioni. I Paesi più ricchi hanno prezzi più alti, mentre i più poveri e quelli che producono ed esportano petrolio, vantano prezzi decisamente più bassi. È fondamentale sottolineare che tutti i Paesi comprano petrolio dai mercati internazionali allo stesso prezzo. Impongono però tasse diverse e, per questo motivo, il prezzo al dettaglio della benzina è diverso a seconda della nazione di riferimento.
Quanto costa la benzina nel mondo?
In Italia un litro di benzina costa 2.060 euro al litro. Il Paese più caro è Hong Kong (2.853 euro), seguito da Finlandia (2.534), Islanda (2.510), Norvegia (2.457), Grecia (2.424), Danimarca (2.401) e Paesi Bassi (2.369). La classifica vede quindi il primo Paese extra europeo, la Repubblica Centrafricana (2.290), Monaco (2.263), Singapore (2.225), Israele (2.189) e Regno Unito (2.177). Tra i Paesi con un costo della benzina superiore a quello italiano, troviamo anche Estonia (2.169), Irlanda (2.169), Svezia (2.166), Svizzera (2.153), Portogallo (2.121), Spagna (2.117), Lettonia (2.091), Austria (2.089), Francia (2.087) e Belgio (2.066).
In Germania il prezzo ammonta a 1.894. In Cina a 1.421, mentre negli Stati Uniti 1.305. Dov’è che invece costa meno fare un pieno? Il Venezuela è lo Stato in cui un litro di benzina costa meno di tutti (0,021). A seguire troviamo Libia (0.030), Iran (0.051), Siria (0.272), Algeria (0.300) e Kuwait (0.325). E cosa succederà in futuro? Assisteremo a ulteriori aumenti o ci sarà qualche sollievo? Molto dipenderà dal prosieguo della guerra in Ucraina e dalle decisioni che assumeranno i governi. Di certo, una parte del petrolio russo precedentemente destinata all’Europa finirà altrove. Risultato: l’Unione europea dovrà recuperare l’oro nero perduto da altri fornitori. Anche se non sarà affatto semplice.