di Fabio Massa
Ma che cosa sta succedendo in Ita Airways? Dagospia direbbe: lobbismo senza limitismo. True-News.it aveva già puntato la lente su un profilo twitter davvero interessante: La Capo Segreteria. 54 post e la maggior parte di questi su Ita Airways. Come quello che a metà settembre svelava che il presidente Alfredo Altavilla avrebbe invitato il sindacato a scioperare contro la scelta del Mef di dare l’esclusiva alla cordata Certares. Ma un mese e mezzo prima l’account era stato ancora più esplicito “Qualcuno dica ad Altavilla che se continua a spingere così sfacciatamente per Lufthansa rischia di far deragliare l’accordo”.
Quasi una minaccia, figlia probabilmente di una attività di lobbying assai aggressiva
Quasi una minaccia, figlia probabilmente di una attività di lobbying assai aggressiva. Che pare stia proprio continuando. I soliti maligni raccontano infatti a True-News.it che all’interno della compagnia “erede” di Alitalia sarebbe scattata la caccia all’uomo. Scrive Repubblica che starebbero passando “ai raggi x tutti i messaggi email e i whatsapp di un gruppo di di suoi dirigenti”. E ancora: “Su di loro e su altri dipendenti grava il sospetto che abbiano interferito con il processo di vendita di Ita.
L’ipotesi accusatoria è che abbiano trasmesso all’esterno informazioni distorte
L’ipotesi accusatoria è che abbiano trasmesso all’esterno informazioni distorte ed opinioni con un obiettivo preciso: mettere in cattiva luce la trattativa tra il ministero dell’Economia e la cordata Certares, Airfrance, Delta“. L’articolo poi prosegue con una attività di difesa assoluta della cordata Certares, con tanto di messaggi riportati tra virgolette. Rimane da capire con quale potere normativo Ita Airways stia costringendo i dirigenti a mostrare i loro whatsapp considerato che teoricamente li si potrebbe obbligare solo se risultassero sottoposti a indagine da parte dell’autorità giudiziaria. A meno che non si tratti di una azione di repulisti preventiva rispetto a quello che arriverà una volta concluse le trattative. Quel che è certo è che tra i bene informati l’intera vicenda viene letta per quello che probabilmente è: qualcuno non si è rassegnato al fatto che su Certares in molti avessero dubbi.
O forse, anche in quel caso, si è trattato di lobbismo senza limitismo: qualcuno ha provato a fermare le trattative con le buone o con le cattive, con la scusa della prudenza e della cautela. Insomma, ieri la chiamavano prudenza, oggi trasparenza: ma la sostanza non cambia.