Perchè leggere questo articolo? Il Gender Pay Gap continua ad affliggere le donne inglesi, e non solo. Ma la politica laburista Rachel Reeves promette di azzerarlo presto e “una volta per tutte”, se il suo partito vincerà le elezioni e le sarà affidato il ruolo di Cancelliera dello Scacchiere. Un obiettivo tuttavia forse utopico, dato che secondo il Global gender gap report 2024 del World economic forum sarà raggiunto solo tra oltre un secolo.
“L’ultimo soffitto di vetro della politica sta per essere infranto“. Una dichiarazione di intenti che Rachel Reeves, politica ed economista laburista inglese, si augura di concretizzare il prima possibile per colmare il divario di genere nel Regno Unito. L’ambiziosa Reeves non fa mistero del suo desiderio di divenire la prima Cancelliera dello Scacchiere donna nella storia del Regno Unito (carica corrispondente al nostro Ministro delle Finanze). E, in caso di vittoria dei labour alle elezioni, una delle sue priorità sarebbe proprio abbattere il Gender Pay Gap.
Un traguardo che, però, appare essere ancora un miraggio secondo il Global gender gap report 2024 del World economic forum. Il mondo dovrà infattti attendere ancora 134 anni per raggiungere la piena uguaglianza di genere. In particolare, ci vorranno 169 anni per colmare le disparità nell’emancipazione politica, 152 anni per il divario nelle opportunità economiche e 20 anni per quanto riguarda il livello di istruzione. Ma Reeves promette di avere la soluzione per accelerare drasticamente i tempi, utilizzando il Tesoro per migliorare la posizione delle donne in tutta la Gran Bretagna.
Il piano di Reeves per azzerare il Gender pay Gap in UK
L’Italia è l’ultimo Paese in Europa per parità di genere e il 79esimo al mondo su 146 Paesi. Ma il Gender Pay Gap non è un problema solo italiano. Il divario retributivo di genere colpisce duramente anche il Regno Unito. Dove, secondo il TUC, attualmente si assesta al 14,3% e richiederebbe 20 anni per essere cancellato. Soprattutto in alcuni settori come finanza, banche, diritto e istruzione.
Ma a pochi giorni dalle elezioni in Uk, indette dal premier conservatore Rishi Sunak, la “cancelliera ombra” del partito laburista Rachel Reeves afferma di voler colmare il divario retributivo di genere “una volta per tutte”. La lotta contro il Gender Pay Gap è infatti al centro del programma dell’economista 45enne. Reeves vuole introdurre il lavoro flessibile come modalità predefinita per tutti i lavoratori. Eccetto dove non sia ragionevolmente fattibile. E obbligare le grandi aziende con più di 250 dipendenti a pubblicare piani d’azione per eliminare la disparità salariale.
“Sono stata ispirata da figure come Barbara Castle e Harriet Harman che hanno combattuto per l’uguaglianza di genere. In qualche modo mi sento in dovere di raccogliere il testimone delle loro battaglie”, ha affermato Reeves in un’intervista al The Guardian. Tra le sue promesse, l’apertura di 3mila nuovi asili nido e la revisione del congedo parentale entro il primo anno di governo. Inoltre, intende collaborare con le imprese per portare dal 42% al 50% la presenza femminile nei ruoli dirigenziali e nei consigli di amministrazione. Perché “non esistono lavori che le donne non possano svolgere“, e Reeves lo dimostrerà in prima persona se diventerà la prima cancelliera del Regno Unito. Per ora, però, le sue sono soltanto parole e buone intenzioni. Sta chiedendo agli elettori di fidarsi delle sue promesse, ma senza fornire direttive precise su come mantenerle.
Parità di genere, un traguardo ancora lontano
Nonostante gli entusiasmi di Reeves, i dati e statistiche sul Gender Pay Gap rivelano un quadro ben più pessimista. Secondo il report della World Bank, il divario retributivo di genere sul posto di lavoro è infatti molto più ampio di quanto si pensasse in precedenza. Il lavoro intitolato Women, Business, and the Law, pubblicato il 4 marzo 2024, evidenzia che su 98 economie aventi leggi sulla parità di retribuzione per donne e uomini, solo 35 hanno adottato misure di trasparenza salariale per affrontare il divario retributivo. Tuttavia, a livello europeo una direttiva sulla trasparenza salariale esiste già ed è entrata in vigore lo scorso agosto. Anche se diventerà effettivamente vincolante solo dal 2026. La normativa prevede che i candidati conoscano le condizioni economiche prima dei colloqui di lavoro e che le imprese non possano richiedere informazioni sui salari precedenti. Una forma di tutela che dovrebbe favorire tutti i lavoratori, soprattutto le donne.
Non solo Gender Pay Gap: ancora poche donne ai vertici
La parità di genere, però, non riguarda solamente l’aspetto retributivo, ma anche l’accesso alle opportunità di carriera. Se all’interno dei CdA la rappresentanza femminile ha superato il 42%, meno del 5% delle donne ricopre ruoli esecutivi e solo il 2% sono Amministratrici Delegate. Dopo la legge Golfo Mosca, che ha portato ad un aumento della presenza femminile all’interno dei Consigli d’Amministrazione e nei vertici aziendali italiani, la Certificazione della Parità di Genere costituisce un’ulteriore passo avanti. Si tratta di un’attestazione a valore nazionale di validità triennale che le imprese possono richiedere e che viene loro riconosciuta nel caso in cui dimostrino di aver fatto proprio il paradigma della Parità di Genere. Introducendo strategie e piani di azione per ridurre le disuguaglianze tra uomini e donne. Un processo che, in UK, Reeves promette di accelerare se diventerà la prima cancelliera donna di una storia parlamentare lunga 800 anni.