Perché leggere questo articolo: Il mercato dell’energia elettrica europeo è frammentato e gli importatori come l’Italia sono in difficoltà. Lo riferisce il report di Bruegel, che chiede di costruire più infrastrutture di connessione in Europa
La divisione delle reti energetiche e la diversità nella generazione dell’energia elettrica tra i diversi Paesi crea condizioni di frammentazione in cui operatori, soprattutto finanziari, possono guadagnare sulla frammentazione. E in cui, ovviamente, ci sono Paesi “vinti” e Paesi vincitori di questo meccanismo. Lo riporta un’analisi del think tank europeo Bruegel, che evidenzia come il mercato europeo dell’energia elettrica abbia un problema sostanziale nel fatto che è ancora frammentato in mercati nazionali all’ingrosso. L’unica connessione tra mercati è legata alle linee elettriche transfrontaliere in cui, però, i Paesi si trovano a dover scontare le diverse condizioni produttive dei mix nazionali.
Il volo dei prezzi dell’energia
In altre parole, nota Bruegel, se l’Italia compra elettricità dalla Francia o dalla Germania lo farà alle condizioni di questi mercati. L’elettricità sarà immessa dagli operatori di rete nel mercato italiano dopo esser stata acquisita Oltralpe a un prezzo superiore a quello di generazione a causa del congestionamento della domanda. Non avendo, in quest’ottica, l’Italia una strutturata capacità di far fronte alla domanda complessiva del suo sistema con fonti proprie si dovrà aderire all’energia da nucleare francese, svizzera o tedesca. Oppure a un’energia rincarata dal lungo viaggio per le infrastrutture.
Bruegel ha rilevato “un’esplosione dei differenziali di prezzo dopo il 2021”. Un fatto che “indica che l’Europa ha una capacità di trasmissione transfrontaliera troppo scarsa. Ciò implica costi di generazione più elevati, maggiori emissioni e una diffusione meno efficace della nuova generazione rispetto al necessario. Massimizzare la capacità di trasmissione all’interno dell’infrastruttura attuale e stabilire incentivi per la costruzione di linee elettriche aggiuntive sarà fondamentale per una transizione a zero emissioni nette efficiente in termini di costi”.
Qualche dato aiuta a chiarificare l’idea. Un MWh di elettricità importato in Italia dall’interconnessione passante per l’Austria e la Germania si è rincarato del 425% dal 2019 al 2022, mentre sul fronte francese e svizzero la crescita percentuale è minore ma comunque monstre, pari al 305%. L’Italia si trova oggi nel mezzo, di fronte alla necessità di Parigi di finanziare con l’export il “grand carénage”, il programma di rinnovamento per prolungare la vita delle sue centrali nucleari, e alle giravolte tedesche sul green e la transizione in una fase di acuta volatilità energetica.
Mercati e speculazione
Mercati frammentati lasciano inoltre gli operatori di mercato e i cittadini nel mirino della speculazione. Un acquirente su un mercato spot (day-by-day) potrebbe ad esempio comprare elettricità nel mercato francese e traslarlo in quello italiano godendo delle condizioni di arbitraggio e dei prezzi favorevoli all’export.
In quest’ottica, per creare un sistema robusto ai cambiamenti e ai rischi di stagionalità e problemi negativi per il sistema-Paese italiano serve necessariamente pensare alla questione della frammentazione del mercato energetico europeo. Secondo fonti vicine al mondo imprenditoriale italiano sentite da True-News, un sistema europeo resiliente sull’energia dovrebbe fondarsi su un principio comunitario di condivisione del rischio. In ottemperanza al principio del trio di fonti fondato su gas mediterraneo, rinnovabili nordeuropee e nucleare francese si può e si deve mettere a fattor comune le forze delle connessioni. Creando un mercato di reti comunicanti e robuste in grado di unire a fattor comune le forze, non le debolezze. Abbattendo i costi e sottraendo i mercati dell’energia a una speculazione che, troppo spesso, appare dietro l’angolo sui prezzi finali.
Reti e mercati, il nodo dell’energia in Europa – Scarica il Report Bruegel