Una volta tanto tutti (o quasi) d’accordo. La svolta impressa da Mario Draghi alla crisi sanitaria si fa sentire e va oltre la campagna vaccinale, per affrontare il nodo della ripresa economica. L’ha spiegato lo stesso premier che ha parlato di tre importanti provvedimenti per rilanciare il Paese.
Il primo è rappresentato dallo scostamento di bilancio di 40 miliardi che servirà alla ripresa delle aziende messe in ginocchio dalla pandemia. Il secondo riguarda le infrastrutture: “Abbiamo nominato 57 commissari per 57 opere pubbliche, opere che erano già finanziate e aspettavano di essere attuate”, ha confermato Draghi. Il cronoprogramma è già pronto e non ci saranno ulteriori ritardi. Il terzo provvedimento, deciso dopo un’attenta valutazione del comitato di esperti che accompagna l’attività dell’esecutivo, riguarda la ripresa delle attività, per sollecitare la quale nei giorni scorsi sono scesi in piazza centinaia di commercianti.
Dal 26 aprile, col ritorno delle zone gialle, è prevista l’apertura di tutte le attività di ristorazione, sport e spettacolo nelle aree a basso contagio da Covid, ma solo all’aperto. I ristoranti saranno aperti anche la sera ma solo all’aperto. Sempre dal 26 aprile riaprono in presenza tutte le scuole, anche le superiori, tranne che nelle zone rosse. Aperti dal 26 aprile anche teatri, cinema e spettacoli.
Al chiuso gli spettacoli saranno consentiti con i limiti di capienza fissati per le sale dai protocolli anti contagio. Il calendario delle riaperture è concentrato sul 26 aprile ma il governo pensa ad una road map che accompagnerà l’apertura di tutte le attività. Dal 15 di maggio potrebbero entrare in funzione le piscine all’aperto; dal 1 giugno le attività connesse alle palestre. Dal 1 luglio le attività di natura fieristica, che rappresentano un momento decisivo nella ripresa economica.
Tutto ciò, naturalmente, sarà sottoposto alla costante verifica sull’andamento della pandemia.