Perché questo articolo potrebbe interessarti? Dal nuovo Statuto del Contribuente, fino al divieto in capo all’Agenzia delle Entrate di dare comunicazioni ad agosto e a dicembre: sono questi alcuni dei punti essenziali previsti nella riforma tributaria varata dal governo nel corso dell’ultimo consiglio dei ministri. L’obiettivo, spiegano fonti della maggioranza a TrueNews, è semplificare il più possibile la vita al cittadino
Mettere mani al fisco è uno degli obiettivi più volte richiamati e conclamati da parte dell’attuale maggioranza e dell’attuale governo. Nella giornata di lunedì, nell’ultima seduta del consiglio dei ministri, sono stati varati due decreti legislativi che, nelle intenzioni dell’esecutivo, hanno come obiettivo dichiarato quello di semplificare a armonizzare il rapporto tra lo Stato e i contribuenti. I due decreti approvati sono formalmente norme di attuazione della legge n. 111 del 9 agosto 2023, il documento cioè con il quale è stata conferita al governo la delega per la revisione del sistema tributario. È quindi quella la norma di riferimento per i due ultimi decreti, così come probabilmente anche per le prossime riforme in cantiere. Tra le novità più rilevanti, vi sono le modifiche allo Statuto del contribuente e l’istituzione della figura del Garante Nazionale del Contribuente.
Riforma tributaria, obiettivo semplificazione
Il termine semplificazione è espressamente richiamato anche all’interno del comunicato ufficiale di Palazzo Chigi. Ufficialmente infatti uno dei due decreti approvati lunedì viene presentato come “Decreto per la razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari”.
L’obiettivo dell’esecutivo è quello di rendere più semplici le dichiarazioni e rendere più agevole anche la comunicazione verso il contribuente. È stato infatti previsto un nuovo calendario per la presentazione dei documenti. “Si prevede che, a decorrere dal 2024 – si legge nelle comunicazioni ufficiali della presidenza del consiglio – l’Agenzia delle entrate renda disponibile telematicamente, entro il 30 aprile di ciascun anno, la dichiarazione precompilata anche alle persone fisiche titolari di redditi differenti da quelli da lavoro dipendente e pensione, estendendo agli oneri indicati nella dichiarazione precompilata, forniti dai soggetti terzi, l’applicazione dei limiti al controllo formale dell’Agenzia delle entrate di cui all’articolo 5 del d.lgs. 175/2014”.
Il governo: “Semplificazioni per migliorare il rapporto contribuenti-Stato”
C’è poi un passaggio che, così come confermato da ambienti vicini alla maggioranza a TrueNews, viene visto dall’esecutivo come essenziale per semplificare e migliorare i rapporti tra contributori e Stato. Si tratta, in particolare, del divieto da parte dell’Agenzia delle Entrate di inviare comunicazioni nei periodi estivi e durante le vacanze natalizie.
“Si prevede che – si legge infatti sempre nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi – salvo casi di indifferibilità e urgenza, l’Agenzia delle entrate sospenda dal 1° al 31 agosto e dal 1° al 31 dicembre l’invio delle comunicazioni relative ai controlli automatizzati, ai controlli formali e alle liquidazioni delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata e delle lettere di compliance”.
Spazio poi, sempre a proposito di semplificazione, a ulteriori investimenti a favore dei servizi digitali. “Si prevede un rafforzamento dei servizi digitali per: potenziare i canali di assistenza a distanza; consentire la registrazione delle scritture private; consentire la richiesta e l’ottenimento di certificati rilasciati dall’Agenzia stessa – viene reso noto dal governo – consentire il confronto a distanza tra contribuente e uffici dell’Agenzia e lo scambio di documentazione relativa ad attività di controllo e accertamento; consentire il calcolo e il versamento degli importi dovuti a seguito di attività di controllo e accertamento nonché liquidazione dei tributi gestiti dall’Agenzia delle entrate; effettuare ulteriori adempimenti”.
Il nuovo Statuto del contribuente
Uno dei due decreti legislativi approvati lunedì contiene poi quello che rappresenta uno dei perni della riforma tributaria: ossia le modifiche introdotte allo Statuto del contribuente. In primo luogo, lo statuto è adesso equiparato alla costituzione e ha quindi un maggior rango a livello legislativo. “Le norme dello Statuto – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – si conformano alle norme della Costituzione rilevanti in materia tributaria, ai principi dell’ordinamento dell’Unione Europea e alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo”. Vuol dire, in poche parole, che in caso di dubbi interpretativi relativi a una norma tributaria, a prevalere sono le disposizioni dettate dallo Statuto.
Altro perno della riforma, riguarda l’introduzione specifica del principio del contraddittorio: “Si stabilisce – viene specificato nella nota della presidenza del consiglio – che tutti i provvedimenti che incidono sfavorevolmente nella sfera del destinatario devono esser preceduti, a pena di annullabilità, da un contraddittorio informato ed effettivo (il diritto al contraddittorio è escluso per gli atti non aventi contenuto provvedimentale)”.
Non solo, stando sempre alla comunicazione ufficiale del governo, con le nuove disposizioni “si interviene sulla disciplina della motivazione degli atti tributari. Stabilendo che i provvedimenti dell’amministrazione finanziaria devono essere motivati a pena di annullabilità, con l’indicazione specifica dei presupposti, dei mezzi di prova. Oltre che delle ragioni giuridiche su cui si fonda la decisione”.
C’è poi, sempre all’interno del rinnovato Statuto del contribuente, l’introduzione del principio cosiddetto “ne bis in idem”. Quest’ultima è un’espressione latina che sta a indicare nel diritto il divieto di esprimersi per due volte sulla stessa azione. “L’amministrazione – si specifica infatti nel documento – può esercitare l’azione accertativa una sola volta per ogni periodo d’imposta”.
La nuova figura del “Garante nazionale del contribuente”
Uno degli ultimi commi del decreto legislativo relativo allo Statuto del contribuente, riguarda invece l’introduzione di una nuova figura per i contribuenti. “Si istituisce – si legge nella nota della presidenza del consiglio – il Garante nazionale del contribuente, con un ampliamento delle funzioni rispetto all’attuale Garante del contribuente”.
Quali saranno le nuove funzioni al momento non è stato specificato. Di certo, la sua figura agirà con un maggior ventaglio di poteri rispetto al garante attuale. Un modo, molto probabilmente, per provare a offrire ulteriori tutele al contribuente. Sempre nell’ottica di un’armonizzazione dei rapporti, almeno secondo le intenzioni del governo, tra Stato e cittadino.