Home Economy Ripresa economica post Covid? Le aziende scherzano con la matematica

Ripresa economica post Covid? Le aziende scherzano con la matematica

Ripresa economica post Covid? Le aziende scherzano con la matematica

“L’ottimismo è il profumo della vita” diceva Tonino Guerra nel noto spot fuori da uno store. E sicuramente è pieno di ottimismo il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc). Sotto pandemia hanno provato a tirare la carretta proponendosi come “luogo sicuro” per la campagna vaccinale. Inascoltati. Con le riaperture? Parla di ripresa a spron battuta il Cncc. Su un campione di 211 centri commerciali per oltre 16 mila negozi, nelle prime due settimane di apertura al pubblico anche nei fine settimana (17-23 maggio e 24-30 maggio) il Consiglio fotografa un più 29,1% di affluenza rispetto allo stesso periodo del 2020. Quant’è il più 30% di (quasi) zero? È infatti nel confronto con il 2019 che il dato si rende meno “ottimista”: calo del 14,3%.

Piovono indagini di mercato sulla ripresa economica post Covid

La corazzata di aziende e associazioni di categoria che “danno i numeri” della ripresa economica s’infittisce. C’è da realizzare profezie – rigorosamente ottimiste – che si autoavverano. Forse. C’è anche chi, come Bauli, commissiona delle grottesche indagini di mercato per tenere alto “l’hype” del proprio prodotto. La colazione? Per l’81% degli intervistati lombardi la colazione è la “prima attività al mattino prima di prepararsi” si legge nella ricerca Nextplora sostenuta da Bauli “che svela come i lombardi percepiscono il momento della colazione” realizzata in occasione del lancio della nuova linea “Croissant BuonEssere Bauli”. Per il 64% degli intervistati “questo momento deve essere privo di qualsiasi distrazione”.

Il settore immobiliare post-pandemia

Che dire del settore real estate? Da mesi l’ordine di scuderia è “l’immobiliare reggerà” alla pandemia. Esempi? “Il mercato immobiliare di Milano regge all’urto della pandemia” (23 aprile 2021, EuroMilano, società di sviluppo immobiliare), “Milano: il mercato immobiliare tiene, nonostante il Covid” (4 marzo 2021, MutuiOnline). Sono solo due delle decine di esempi possibili. Può anche essere che gli operatori abbiano ragione ma qualcuno dovrebbe spiegare come sia possibile che un comparto non venga toccato da una crisi economica che fa segnare meno 12% del Pil in un anno e un milione di occupati in meno prima dello sblocco dei licenziamenti. Oppure spiegare le metodologie con cui vengono condotte alcune indagini.

Idealista.it

A gennaio il Centro studi di Idealista.it pubblica un report sui prezzi delle case a Milano. Secondo gli analisti del noto portale appena acquistato dal fondo svedese EQT per controllare il mercato immobiliare nell’Europa meridionale, i prezzi delle case nel capoluogo lombardo nell’anno della pandemia sarebbero aumentati del 20,2%. Con alcuni quartieri che mostrano cifre fuori controllo: il +59% al metro quadro in zona Cermenate, il +25% di Greco-Turro e il +24% in Certosa.

A leggere la nota metodologica si scoprono dettagli interessanti: per esempio che vengono usati i prezzi mediani (non medi) ma che soprattutto vengono scartati dallo studio gli immobili invenduti da troppo tempo o che hanno ricevuto meno di tre visite nel periodo di indagine. Perché? Appartengono al “mercato anomalo”, scrivono gli esperti. Cioè quello dove non si vende e non si fattura – per dirlo alla milanese. Un peccato che le case invendute non si autodemoliscano da sole in assenza di un compratore.

Scenari Immobiliari

A mettere la ciliegina sulla torta ci pensa Scenari Immobiliari. Il noto think tank del settore real estate fondato da Mario Breglia dà alle stampe il “Rapporto 2021 sulle trasformazioni territoriali della Città metropolitana di Milano”. L’indagine stima una nuova domanda residenziale: serviranno almeno 46mila nuove case. Che dovranno essere realizzate secondo i nuovi bisogni post-pandemia fatti di “luce, spazi esterni, in una parola vivibilità”.

Agenzia delle Entrate

Contemporaneamente esce il rapporto ufficiale dell’Agenzia delle Entrate. Che su transazioni e compravendite nel 2020 mostra a Milano il calo più elevato d’Italia tra le grandi città considerate: -17,6% davanti a Bologna e Firenze.

Ripresa economica post Covid, tanta distanza tra dati e previsioni

Come è possibile questa distanza fra dati e previsioni? Una spiegazione sta nel fatto che il rapporto di Scenari Immobiliari è stato realizzato in collaborazione con Risanamento Spa, la big dell’immobiliare che controlla i quartieri di Rogoredo e Santa Giulia e che insieme agli australiani di Lendlease ha in mano la “partita olimpica” in vista del 2026. Società già sull’orlo del fallimento all’inizio dello scorso decennio, salvata dalla banche creditrici (Intesa Sanpaolo) perché “too big to fail”, Risanamento ha appena strappato alla politica meneghina una variante urbanistica da capogiro sul quartiere sud orientale della città: solo l’edilizia libera (a canoni di mercato) aumenta di 100mila metri quadrati rispetto all’accordo del 2004. Sorge una domanda: le 50mila case nuove che serviranno a Milano per soddisfare “la domanda” non è che saranno tutte a Rogoredo-Santa Giulia?