Perché questo articolo potrebbe interessarti? L’impianto ex Fiat di Termini Imerese è chiuso dal dicembre 2011, ma gli ultimi governi hanno mostrato interesse a un rilancio della struttura. Al bando per l’aggiudicazione dell’area hanno partecipato due gruppi, quello di Ross Pelligra dovrebbe essere favorito. Cosa farà l’imprenditore australiano, attualmente patron del Catania calcio, nell’impianto siciliano? Una domanda a cui anche i sindacati vorrebbero ottenere risposte.
Da materializzazione del sogno industriale nel meridione a simbolo dell’incubo della deindustrializzazione: Termini Imerese negli anni ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi, tutto questo. Qui negli anni ’60 è stato impiantato uno stabilimento della Fiat, il quale a regime ha dato lavoro a 4.500 famiglie. Poi negli anni ’90 l’inizio di un lungo calvario, culminato con la chiusura dei cancelli il 31 dicembre 2011.
Dal Catania calcio al turismo, tutti gli investimenti di Pelligra in Sicilia
Adesso si aprono nuovi spiragli. L’intera area industriale, composta da 42 ettari in cui hanno sede diverse strutture dell’ex Fiat, è stata messa in vendita tramite un bando del ministero delle attività produttive. Chiusi i termini, le proposte arrivate sarebbero state due: una è a firma di Ross Pelligra, l’altra invece di un consorzio di imprese denominato “Progetto Sud”. Secondo il giornalista de La Sicilia Mario Barresi, a spuntarla dovrebbe essere Pelligra. Quest’ultimo avrebbe otto milioni di Euro pronti per i primi investimenti. Prudenti i sindacati: “Aspettiamo – dicono fonti Cisl a True News – dopo tante amarezze, noi commenteremo solo i fatti”.
Sull’isola quello di Pelligra non è certo un nome nuovo. In primis perché è associato al settore che più facilmente consente di avere una certa popolarità, ossia il calcio. Ross Pelligra, in particolare, nell’estate del 2022 si è aggiudicato il bando del comune di Catania per il rilancio del calcio etneo. In una città che ha visto la Serie A e dove è molto avvertito il senso di appartenenza alla squadra, l’approdo di Pelligra a livello mediatico è stato fondamentale.
A convincere comune e tifosi è stata la percezione della solidità del gruppo. Una percezione che arriva dai numeri della Pelligra Group, società con sede a Melbourne e diventata negli anni una delle più importanti in ambito immobiliare in Australia. Il fatturato, secondo i media australiani, si aggira intorno ai trenta miliardi di Euro. Nel portafoglio non solo investimenti e progetti nel Paese oceanico, ma anche lavori e cantieri sparsi in giro per il mondo, soprattutto in Asia. Quartieri residenziali, alberghi, campi da golf, strutture congressuali, è su questi progetti che si fonda l’attuale successo della Pelligra Group.
Lo sbarco in Sicilia
Lo sbarco in Sicilia sembrava in un primo momento legato unicamente al calcio. Nelle sue prime interviste, Ross Pelligra ha parlato di un’operazione volta a riportare in alto il Catania anche per onorare la memoria del nonno, nato nel piccolo comune siracusano di Solarino e partito assieme al figlio negli anni ’60 alla volta dell’Australia. Da qui l’impero poi ereditato dal nipote, il quale sull’isola però non sembra volersi limitare al mondo dello sport.
Poco dopo l’acquisizione del Catania, Pelligra ha annunciato l’intenzione di entrare con una propria quota nella gestione dell’hotel Perla Jonica, una delle più storiche e importanti strutture turistiche del catanese. Attualmente sarebbero in corso delle trattative con la proprietà del complesso alberghiero. La Pelligra Group ha in mente un investimento di diversi milioni di Euro per il rilancio della struttura, un tempo facente parte del gruppo Item dello sceicco emiratino Al Hamed Hamed Bin Ahmed. Smentito invece un interesse verso l’ex autodromo di Siracusa, acquistato in estate da un altro gruppo australiano ma senza apparenti contatti diretti con Ross Pelligra.
I progetti di Pelligra a Termini Imerese
L’approdo nel mondo del calcio è stato quindi forse un trampolino di lancio per interessi e investimenti del colosso australiano in Sicilia. La possibile acquisizione dell’area ex Fiat di Termini Imerese ne sarebbe una dimostrazione. L’esito della gara indetta dal ministero delle attività produttive non è stato ufficializzato, ma Pelligra sembrerebbe in testa alle preferenze dei commissari chiamati a giudicare i progetti. In particolare, anche in questo caso il gruppo australiano avrebbe riscosso consensi per la solidità finanziaria. Il piano partirebbe con otto milioni di Euro di investimenti iniziali, per poi puntare anche sulla partecipazione azionaria di altri attori stranieri.
Inoltre, come previsto nel bando, in ballo ci sono anche 105 milioni di Euro garantiti per l’assunzione di tutto il personale rimasto senza lavoro dopo la chiusura dell’impianto. Difficile dire comunque cosa verrà realizzato nell’area industriale siciliana in caso di reale vittoria di Pelligra. La sua società, come detto in precedenza, è impegnata soprattutto in progetti immobiliari e turistici. Ma a Termini la destinazione principale del sito messo all’asta dovrebbe rimanere industriale.
A confermarlo è anche una fonte sindacale della Cisl sentita da TrueNews: “Al momento non sappiamo molto – dichiara ai nostri microfoni – ma questo è normale perché finché non termina l’iter del bando dei progetti si sa poco e nulla. Più che altro, vorrei però capire quale sarà la reale destinazione d’uso che avrà l’area una volta consegnate le chiavi al gruppo Pelligra. Questo sarebbe importante da chiarire appena ci sarà l’ufficializzazione dell’assegnazione della gara”.
Su RaiNews24 si parla di riqualificazione immobiliare, così come di strutture per lo sviluppo di tecnologie e investimenti nel comparto alimentare e farmaceutico. Un complesso quindi, dentro cui convogliare più settori. Almeno questo sarebbe scritto nel progetto presentato ai commissari. Ma la verità si saprà soltanto fra qualche settimana.
L’intricata storia dello stabilimento
Davanti i cancelli dell’impianto sono ancora presenti, seppur ingiallite e vandalizzate, le insegne Blutec. L’area ex Fiat era infatti stata venduta alla Blutec nel 2015, con all’orizzonte la possibilità di realizzare a Termini Imerese componenti per automobili. Un modo per preservare occupazione e originaria vocazione del sito industriale. I problemi della Blutec hanno vanificato l’operazione e, da allora, poco o nulla è cambiato.
I lavoratori sono rimasti a casa, le strutture sono rimaste esposte alle intemperie del tempo e senza una minima manutenzione. Il bando del ministero delle attività produttive, emanato alcuni anni fa, ha contribuito a far parlare nuovamente di Termini. Nei mesi scorsi si era fatta avanti la svedese Italvolt per la costruzione di una gigafactory. Successivamente, si è parlato anche dell’interesse dell’ucraina Alumeta per produrre acciaio in Sicilia. Nessuna delle due aziende ha però presentato offerte. Dunque, adesso la storia dello stabilimento e la sua destinazione verrà indirizzata da chi si aggiudicherà la gara.