Pandemia e smart working di massa hanno causato l’esplosione dei software di sorveglianza per dipendenti, di cui True Working ha già parlato. Ma i lavoratori non sono gli unici ad aver cambiato radicalmente le loro abitudini: anche gli studenti e le studentesse di mezzo mondo sono state costrette – in modo più o meno continuativo – alla cosiddetta dad, la didattica a distanza.
E se le lezioni sotto forma di videoconferenze sono di per sé un affare delicato, figuriamoci le verifiche e le interrogazioni, che nonostante la distanza rimangono essenziali nel giudizio degli alunni. Per prevenire imbrogli da parte degli studenti, alcune scuole e università sono corse ai ripari con meccanismi di sorveglianza simili a quelli subiti dai telelavoratori pandemici.
L’e-learning spione
Piattaforme di e-learning come Proctorio, ad esempio, possono trasformare il computer dell’ingenuo iscritto in una macchina-spia che si mette alla ricerca di qualsiasi comportamento ritenuto “sospetto” (l’apertura di una finestra, un movimento del mouse…). Da tempo l’azienda produttrice della piattaforma si vanta di uno studio, secondo cui su “29 corsi tenuti da 2686 studenti” gli esami tenuti senza usare Proctorio avevano risultati finali più bassi del 2,2%”. Ma a un’analisi più attenta lo studio non dimostrerebbe il rigore garantito dalla piattaforma quanto l’ansia aggiuntiva che provoca in chi la usa.
Il pericolo della copiatura non è l’unico motore della nuova sorveglianza degli studenti. Come racconta The Chronicle of Higher Education ci sono istituzioni come l’University of Oakland che ha deciso tutto di puntare sul “Biobutton”, una specie di spilla che monitora temperatura e battito cardiaco degli studenti per determinare in anticipo chi di loro ha sintomi sospetti. Il dispositivo era obbligatorio ma, dopo le prevedibili polemiche, è ora opzionale, anche se consigliato.
Poveri studenti, quindi, spiati sia dai loro stessi computer che dagli stessi accessori che indossano. E c’è chi teme che questo sia solo l’inizio, che la dad non scomparirà mai del tutto – e nemmeno questo spionaggio ai danni degli studenti.