Procedura aperta per l’affidamento in appalto del servizio di diffusione del canale televisivo del Senato della Repubblica su piattaforma satellitare. E’ questa la descrizione del bando con cui il Senato cerca un provider per diffondere le sue trasmissioni. L’importo è una cifra non di poco conto: 4.350.000,00 €. Il criterio di selezione della procedura aperta è il costo più basso. E’ facile pensare che il bando, che scade il 5 aprile, venga vinto nuovamente da Rai Way che già si occupa della trasmissione del segnale di Senato Tv dal 2003.
Senato Tv, il segnale trasmesso da Rai Way
Il segnale trasmesso, secondo quanto previsto dall’accordo con la società Rai Way, è quello attualmente prodotto dalla Sala Regia del Senato della Repubblica, con puntamento di una delle telecamere disponibili sull’oratore di turno, sovrimpressione del logo del Senato e dei sottotitoli che permettono di identificare l’oratore ed i temi della Seduta in corso, senza alcun intervento da parte di Rai Way sui contenuti. Ma, di fatto, viene irradiato dallo studio Rai di Palazzo Madama. E viene irradiato dal satellite Eutelsat Hot Bird 13C. E’ ricevibile sia con i ricevitori FTA (Free To Air) sia con quelli più diffusi dotati di dispositivi per la ricezione anche di emittenti a pagamento. La trasmissione avviene in modalità non criptata. Chi utilizza la piattaforma Sky trova il Senato al canale 525; nella piattaforma Tivùsat, il Senato è al canale 89.
Il Senato è anche online, su Youtube dove trasmette in streaming le dirette delle sedute ma anche le audizioni ospitate dalle varie commissioni. Ma l’affidamento più succoso è quello per la trasmissione via satellite. Gestita, appunto, dalla partecipata della Rai.
Rai Way: si va verso la fusione con le torri Mediaset?
Rai Way è la società per azioni del gruppo Rai che possiede la rete di diffusione del segnale radiotelevisivo, ovvero le torri di trasmissione, e ha il compito di gestirla e mantenerla. La società è quotata presso la Borsa valori di Milano nell’indice FTSE Italia Mid Cap. E la direzione dell’azienda è al centro del dibattito sulle nomine: come riporta il Foglio, in un articolo del 23 marzo, la Rai è chiamata a nominare il presidente e l’ad, ruolo attualmente occupato da Aldo Mancino. I favoriti per la carica di presidente e di ad sarebbero rispettivamente Giuseppe Pasciucco e Roberto Cecatto. Uno è il capo staff dell’ad Carlo Fuortes (in procinto di lasciare la Rai per andare alla Scala nonostante il parere negativo dei sindacati) mentre l’altro, Cecatto, è direttore della Infrastrutture Rai. I nuovi nomi dovrebbero servire ad accelerare il progetto di fusione tra le torri Rai e quelle di Ei Towers, società del gruppo Mediaset. Insomma, un’insolita allenza Rai-Mediaset per costruire quello che viene definito il “colosso delle torri”. I tempi, viste le discussioni inevitabilmente politiche, sulle nomine sono ancora incerti.
Per il momento Rai Way si avvicina a ottenere, nuovamente, l’affidamento del servizio di trasmissione di Senato Tv.