In Italia è emergenza siccità. La situazione è critica e alcune regioni del Centro-Nord chiedono al Governo di riconoscere lo stato di emergenza. Una crisi climatica, che dai campi rischia di ricadere direttamente sulla tavola degli italiani. A rischio sono tutte le coltivazioni e non sono pochi i cibi che potrebbero venire razionati. Ecco l’elenco dei cibi a rischio nella ricerca condotta da La Stampa.
Stagione storta
L’estate è la stagione del raccolto dell’orzo e del frumento, due coltivazioni che rischiano di essere ridotte del 15% in alcuni territori. Ma a rischiare di più sono le piantagioni che rimangono in campo per essere raccolte più avanti: mais, riso, soia e girasole.
In sofferenza sono anche quella specializzate come il pomodoro da industria, l’uva da vino e le olive. Non se la passano bene nemmeno il foraggio per gli animali, insieme con ortaggi che necessitano di acqua per crescere. Stanno subendo gravi contraccolpi anche gli animali nelle fattorie, esposti al gran caldo di questi giorni. Per lo stress, le mucche stanno producendo il 10% di latte in meno.
Se le alte temperature dovessero proseguire, quasi certamente la dipendenza dalle importazione straniere nel nostro paese aumenterà. L’Italia importa il 64% del grano tenero che serve per produrre pane, biscotti e dolci; il 47% del mais per l’alimentazione delle stalle; e il 44% del grano duro per la pasta.
Due miliardi di perdite
Le stime di Coldiretti sono ancora premature, anche se stimano una perdita ad oggi di oltre 2 miliardi. Ci sono zone del paese in cui si stanno già selezionando i campi da coltivare e quali lasciare senza acqua perché destinate a non arrivare a coltura. La stagione, dopo le difficoltà di due anni di pandemia, si annunciava buona. Ma a mettere in crisi l’agricoltura non è solo la siccità. Anche le temperature elevate recitano la loro parte nel crollo della produzione.
Luglio e agosto sono due mesi cruciali per la raccolta della frutta estiva. Da poco conclusasi la raccolta della ciliegie, sta arrivando il momento clou per le albicocche e le pesche nettarine. Un’altra eccellenza italiana, la frutta estiva con mele, pere e kiwi, si gioca il tutto per tutto in questo periodo. I consumi stanno tenendo e, complice una campagna europea sfavorita dalle gelate in altri paesi – come in Spagna – c’erano tutte le opportunità per una grande raccolta.
Olive e nocciole a rischio
Anche le aziende agricole che raccolgono olive sono in ginocchio. L’olivicoltura aveva già sofferto una produzione al minimo lo scorso anno. Nel 2021 in Liguria – la regione di Imperia è uno dei centri più importanti per le olive in Europa – aveva segnato il 50% in meno; per il 2022 il calo previsto è ancora peggiore. L’unico rimedio alla scarsa raccolta è il ricorso alle spremiture giacenti. Questo però comporterà un forte aumento dei prezzi.
Le piante sono ancora rigogliose, ma anche i noccioleti sono in sofferenza per caldo e siccità. Senza piogge consistenti e calo delle temperature, in breve assisteremo alla cascola, la caduta precoce e anomala dei frutti di una pianta. Fino a metà luglio la produzione è rischio, e l’Italia è il secondo produttore al mondo di nocciole.
15 giorni per salvare il riso
Se nelle prossime due settimane non arriverà acqua a sufficienza, una parte considerevole del raccolto del riso del 2020 sarà compromesso. Il triangolo Vercelli-Novara-Pavia è il più importante distretto risicolo d’Europa. 200mila ettari di terreno in cui si coltiva “l’oro bianco della Pianura padana“.
L’associazione d’irrigazione Ovest-Sesia la crisi idrica sta compromettendo oltre un terzo dei terreni che in due mesi dovrebbero portare a compimento la raccolta. Senza acqua il riso è morto. Insieme con la più importante diga naturale sotterranea italiana ed europea, sotto le risaie.