Giardinetti, aree relax, cuscini, lettini, giochi. Un luogo di lavoro che sembra un asilo nido, più che un ufficio pieno di adulti e professionisti. Pare sia questa la ricetta scelta da alcuni giganti tecnologici, sempre all’avanguardia nella cura del personale, anche dopo il Covid.
In questo senso, Spotify è solo l’ultima di una lunga serie di aziende che si prepara ad adottare un formato ibrido. Un sistema in cui chi vuole lavorare da casa, potrà farlo; chi preferisce stare in ufficio, è benvenuto. L’azienda svedese ha deciso di permettere ai suoi dipendenti di “lavorare da dove vogliono”, e si prepara a rivoluzionare i suoi headquarters.
Non è un addio al luogo di lavoro in comune, infatti. “Vediamo ancora un grande bisogno dell’ufficio”, ha detto Sonya Simmonds, che per l’azienda si occupa di “workplace, design and build”, ovvero il look e la percezione del luogo di lavoro nell’azienda. Una mansione chiave in questo momento, visto che le aziende innovative fanno a gara a trovare la formula dell’ufficio del futuro. Eppure, dice Simmonds, “la scrivania non è morta”: bisogna solo trovare nuove forme creative per replicare quel senso di comodità che abbiamo provato lavorando da casa.
Ad esempio, alcuni elementi casalinghi che mancano in un ufficio tradizionale. Come il silenzio, l’atmosfera calda e confortevole, ma anche la vicinanza alla finestre, alla luce esterna. La specialista si concentra anche sull’acustica, che “nelle nostre case è davvero ottima, grazie a divani e tende. Ed è una cosa che spesso agli uffici”. Inevitabile quindi la comparsa di alcuni “nooks”, dei cantucci confortevoli dove sedersi e separarsi dal resto del team, in tutta comodità.
Un luogo di lavoro morbido, armonioso e silenzioso. Sarà questo il lavoro del futuro? Molto probabilmente no per la maggior parte delle persone, impiegate in aziende “normali”. Ma per i giganti digitali, l’ufficio del futuro è un po’ parco giochi, un po’ asilo per grandi.