Perché questo articolo potrebbe interessarti? Una mini guida (soggettiva, parziale e personale) sui ristoranti asiatici a Milano. Per evitare i sopravvalutati All you Can Eat e assaporare vero cibo made in Asia.
Non ho la più pallida idea di quanti ristoranti giapponesi esistano a Milano. Pare ve ne siano più di 400, anche se soltanto una trentina di questi avrebbe realmente a che fare con il Giappone. Il resto? Locali, spesso gestiti da cinesi, che offrono sushi a volontà dietro la subdola formula dell’All You Can Eat. E che giocano sulla fame esotica dei clienti italiani, evidentemente molto più interessati a scattare foto instagrammabili a piatti preparati da sushiman improvvisati che non ad assaporare il vero sushi giapponese. È per fornire una bussola ai lettori sull’Asian Food che True-news.it mi ha chiesto di scrivere un articolo diverso dal solito.
Rassegna culinaria asiatica
La proposta iniziale coincideva con una sorta di rassegna cittadina dei migliori ristoranti giapponesi. Considerando che il “giappo” è mega inflazionato, e che non è più l’unica cucina asiatica di moda, ho aggiustato il tiro. Perché non stendere una mini mappa dei migliori ristoranti asiatici di Milano? Una mappa, va da sé, non definitiva ma realizzata da me e quindi in base alle mie esperienze. E migliori ristoranti non per quanto riguarda la qualità gastronomica offerta dai locali, ma migliori in relazione ai miei gusti.
Sia chiaro: non sono un cuoco né un critico enogastronomico. Sono Federico Giuliani e di mestiere faccio il giornalista. Mi occupo di politica estera, nello specifico di tutto ciò che riguarda l’Asia. Ho visitato il continente per motivi professionali un’infinità di volte, dalla Cina alla Corea del Nord, dalla Corea del Sud al Giappone. Diciamo, quindi, che sono particolarmente attratto dal cibo asiatico, ma che lo consumo da semplice cliente. E, sia chiaro, in queste poche righe che leggerete non intendo assegnare stelle Michelin ad alcuni ristoranti o sminuirne altri. Mi hanno chiesto di rispondere “dove possono trovare un buon asiatico a Milano?”, città che frequento per lavoro, e ho provato ad accontentarli.
Cosa offre Milano: l’opzione coreana
Proprio perché odio gli All You Can Eat, parto con i miei ristoranti asiatici preferiti di Milano: quelli coreani (ovviamente sudcoreani). Il primo che porto alla vostra attenzione si chiama Okja. È un locale piccolissimo, non lontano dai Navigli, che ospiterà al massimo una ventina di persone. Andate sul sicuro ordinando un Bulgogi Dolsot Beef (piatto a base di carne) oppure, se cercate qualcosa di semplice, pollo fritto e birra. Dovreste cavarvela spendendo mediamente intorno ad una ventina d’euro a testa. A due passi dal Duomo, invece, trovate Hana. Un ristorante molto meno stile Street Food e più elegante rispetto a Okja. I gusti sono personali. Per quanto mi riguarda, torno sempre soddisfatto dopo aver ordinato un Bibimbap con carne (se ancora non l’avete mai provato, lasciate perdere il fake sushi e assaggiatelo).
Ristoranti cinesi
I ristoranti cinesi abbondano. I luoghi dove mangiare ottimo cibo cinese altrettanto. Per evitare di stilare una fastidiosa lista di nomi e luoghi, mi limiterò a consigliarvi due posti particolari: Siyuan e Bokok. Il primo è un ristorante specializzato nella cucina cinese nord-occidentale, quindi non troverete i soliti noodles in brodo e riso alla cantonese. Il menù è ricco di prelibatezze: Naan di agnello al cumino dello Xinjiang, Lanzhou Beef Noodles, spiedini di agnello e tanto altro ancora. Prezzi più che onesti e spesa media di circa 25 euro. Bokok è invece nel cuore di via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese. In un locale completamente tappezzato di libri cinesi (e non solo) gustatevi ravioli e qualche zuppa: con una spesa pressoché irrisoria sarete soddisfatti.
Soluzione giapponese (e altro) a Milano
Evito, nel caso dei giapponesi, di citare i ristoranti di lusso o mega patinati, due tipologie di locali apprezzati dalla folla ma talvolta deludenti per chi intende mangiare in abbondanza spendendo il giusto. Consiglio, allora, due posti tranquilli. Il primo si chiama Sakakura ed è in via Paolo Sarpi. Qui il consiglio è: buttatevi sul ramen. Con 20-25 euro dovreste cavarvela. L’altro suggerimento chiama in causa Tenoha & Ramen, vicinissimo ai Navigli, accanto all’omonimo Tenoha sede di mostre e concept store ricco di gadget made in Japan. Per concludere la carrellata di consigli, mi sento di aggiungere due tappe esotiche: il ristorante nepalese Himalaya e il vietnamita Vinh Ha Long.
Evitare l’All You Can Eat
In Italia non ha più alcun senso mangiare sushi. In quasi ogni città, oggi, esiste almeno un presunto ristorante giapponese che intercetta, in modo pessimo, l’italica fame di Giappone. Intendiamoci: la qualità di quel che andrete a mangiare in questi posti potrà pure sembrarvi passabile, ma nel 99% dei casi sappiate che andrete (o che avrete, se lo avete già fatto) assaporato un’esperienza standard, lontana anni luce dal vero sapore del sushi. Sappiate inoltre che quello che vi fa illuminare gli occhi, il classico “All You Can Eat”, è una goduria per il cittadino medio, ma un trauma per chi vorrebbe assaporare un’esperienza reale.
Stiamo parlando di un menù a costo fisso, intorno ai 20 euro a pranzo e circa il doppio a cena, che consente a ciascun cliente di ordinare tutto quel che vuole, quante volte vuole. Fatta eccezione per le bevande, alcuni piatti speciali e i dolci, da aggiungere al prezzo bloccato.
Ebbene, tralasciando il fatto che molte volte i gestori di questi ristoranti non hanno niente a che vedere con il Giappone, è la qualità del cibo (e del menù) che dovrebbe spingervi a fare un paio di riflessioni. Intanto, sappiate che il “sushi” che vi portano sul vassoio equivale, qualitativamente, più o meno alla pizza ordinata in un Kebab di Berlino.
Questione di convenienza
Menù del genere, poi, non sono convenienti come sembrano, visto che ben pochi di voi riusciranno a mangiare tanto cibo quanto quello effettivamente pagato dietro l’illusione di un pasto infinito. Attenzione anche ai ristoranti cinesi, che sì, magari sono 100% cinesi come recita l’insegna all’ingresso dei locali, ma spesso offrono cibi precotti. Niente di clamoroso, per carità, ma se cercate l’essenza della Cina vale prima la pena fare una piccola ricerca. Giusto per evitare di mangiare qualcosa di buono, ma che saprà soltanto illudervi e quindi deludervi.