Perché questo articolo potrebbe interessarti? Stellantis ha trovato l’accordo per acquisire il 20% della società cinese Zhejiang Leapmotor Technologies. Mentre il gruppo è scosso dagli scioperi negli Usa, ha pensato bene di investire 1,5 miliardi di euro in Cina rivedendo così le sue strategie. L’obiettivo: cercare il rilancio nel mercato elettrico attraverso veicoli made in China.
Scioperi e pesanti scontri sindacali negli Stati Uniti. Accordi e strette di mano tra mille sorrisi in Cina. Stellantis è alle prese con uno dei momenti più delicati della sua storia, dovendo decidere come, dove e in che termini rivedere le sue strategie di mercato. Al momento, il barometro racconta di una tremenda bufera americana e di un cielo sereno oltre la Muraglia. Proprio da qui, dal cuore dell’Asia, potrebbe partire il riscatto del gruppo nel settore delle auto elettriche.
Gioie e dolori di Stellantis
Prova ne é il recente investimento del gruppo, dal valore di 1,5 miliardi di euro, in Zhejiang Leapmotor Technologies, che consentirà alla società guidata da Carlos Tavares di piantare un’importante bandierina ad Hangzhou. Da dove, ed è questo l’aspetto principale, smistare veicoli elettrici, sia Bev che Erev – ossia a propulsione esclusivamente elettrica ed Extended range electric vehicle, con motore termico a fungere da generatore per ricaricare le batterie del mezzo – dalla Cina al resto del mondo.
Allo stesso tempo, Stellantis deve fare i conti con le turbolenze statunitensi. Negli Usa, uno sciopero di 42 giorni aveva investito l’intero settore dell’automotive, paralizzando progetti e produzione. Alla fine è stato raggiunto un accordo tra l’azienda e lo United Auto Workers per il rinnovo del contratto del lavoro. Piccolo particolare: i vertici Stellantis hanno fatto sapere che l’agitazione ha causato un danno di 200 milioni di dollari a settimana. Mettendo a rischio gli investimenti futuri, in primis nel campo del motore elettrico e della transizione green.
L’investimento in Cina
Stellantis si è insomma ritrovata schiacciata tra due mondi contrapposti. Uno, quello statunitense, travolto da crisi e agitazioni, da costi di produzione importanti e, last but not least, non ancora pronto a navigare nel mondo green. L’altro, il mondo cinese, che al confronto ha invece dato l’impressione di essere un piccolo Eden, con spese ridotte al minimo, zero problemi sindacali, una transizione verde già a livelli elevati e processi decisionali rapidi.
E così, prima ancora che il sindacato Usa facesse rientrare l’agitazione, Stellantis aveva già in mano un deal con i cinesi. Ha puntato su Leapmotor. Acquisirà una partecipazione pari a circa il 20%, assicurandosi due posti nel consiglio d’amministrazione della promettente società nata nel 2015.
Ma cosa sappiamo del nuovo partner del gruppo guidato da Tavares? Produce auto di fascia medio-alta ed è in cerca di un rilancio. Nel 2022 ha registrato una perdita netta di circa 750 milioni di dollari, ma le sue vendite hanno sfondato le 111mila unità facendo segnare un +150%. Nel 2023, il rosso dovrebbe ridursi e le vendite stabilizzarsi intorno alle 18mila auto nel quarto trimestre. La quota di mercato di Leapmotor in Cina non raggiunge l’1%. Stellantis è comunque sicura delle capacità ingegneristiche e delle competenze tecnologiche del partner scelto.
I problemi negli Usa
L’azienda cinese intende moltiplicare la propria produzione in un range compreso tra le cinque e le dieci volte. Di conseguenza, aumenteranno le sue esportazioni, e proprio su questo fronte Stellantis risulterà decisiva per il mercato europeo. I prodotti Leapmotor dovrebbero sbarcare nel Vecchio Continente entro un paio d’anni.
E negli Usa cosa sta succedendo? Nel febbraio 2023, Stellantis aveva annunciato investimenti per 155 milioni di dollari in tre stabilimenti nell’Indiana a supporto degli obiettivi di elettrificazione in Nord America. Sembrava un idillio promettente, poi i recenti scioperi e le lotte sindacali hanno guastato il clima.
Nel frattempo, Stellantis cercherà di far leva sulla Cina per produrre auto elettriche più convenienti ed economiche da esportare in Europa. “Ma non saremo il cavallo di Troia dei cinesi”, ha assicurato Tavares. “Sosterremo le loro vendite per sostenere il nostro business. Se aumenteranno le loro vendite e la loro quota, anche la nostra quota aumenterà di valore”, ha specificato il ceo di Stellantis. Pronto ad inaugurare una nuova stagione elettrica made in China.