Perchè leggere questo articolo? Se potessero tornare indietro, i diplomati italiani sceglierebbero un’altra scuola, un altro indirizzo, un altro destino. Nonostante l’allarmante quadro di pentimenti e indecisioni, il 75% dei maturati si dichiara piuttosto soddisfatto dell’esperienza scolastica nel suo complesso. Promossi professori e rapporti con i compagni. Bocciate invece organizzazione e strutture scolastiche. Un disallineamento tra percezione positiva del percorso scolastico ed effettivo pentimento della scelta che rivela un problema strutturale e costante del sistema educativo italiano: il flop dell’orientamento.
Disorientati, pentiti, disoccupati. Il 44.3% dei diplomati italiani sbaglia scuola, il 12% anche università. Secondo la fotografia di AlmaDiploma, quasi uno studente su due con il senno di poi cambierebbe istituto e anche indirizzo. E guardando al futuro? Il buio. Uno studente su sei non sa se lavorare o proseguire gli studi. E l’errore si ripete: non mancano i pentiti anche tra chi sceglie l’università. In ambito lavorativo i risultati non sono migliori: a due anni dall’esame, meno della metà dei diplomati ha un impiego.
Il voto dei diplomati: soddisfatti tra pecche e rimpianti
Nonostante l’allarmante quadro di pentimenti e indecisioni, il 75% dei maturati si dichiara piuttosto soddisfatto dell’esperienza scolastica nel suo complesso. Con lievi differenze tra indirizzi di studio. Gli istituti professionali risultano in generale oasi felici rispetto a licei e istituti tecnici. E’ quanto emerge dal nuovo rapporto di AlmaDiploma sul profilo dei diplomati. La rilevazione annuale indaga i giudizi sull’esperienza scolastica, oltre alle prospettive post maturità di 32mila studenti intervistati alla vigilia del conseguimento del titolo.
Tra le migliori valutazioni, i rapporti con i compagni. Promossi anche i professori, soprattutto per la loro competenza e chiarezza espositiva, abbastanza per la disponibilità al dialogo e capacità di valutazione. Bocciatura, invece, per le strutture. Più del 50% degli studenti si lamenta delle aule, dei laboratori, degli impianti e delle attrezzature sportive. Rimandata a settembre l’organizzazione scolastica: poco apprezzate le attività di recupero dei debiti formativi, le attività extra-scolastiche, la pianificazione dell’orario e il sostegno all’orientamento per le scelte post diploma.
Pentiti perchè
A ridimensionare la soddisfazione generale è la rilevante quantità di diplomati che sceglierebbero un corso di studi diverso da quello appena concluso. Infatti, nel 2022, il 55,2% degli studenti confermerebbe la propria scelta, ma il 44,3% cambierebbe. Non c’è grande differenza se si scelga un liceo, un tecnico o un professionale: la quota di pentiti rimane simile. Il 12% opterebbe per un altro istituto, l’8,4% per un diverso indirizzo e il 23,9% cambierebbe entrambi. I più insoddisfatti i diplomati del liceo linguistico. Le principali motivazioni del pentimento: studiare materie diverse (33,4%), ricevere una formazione più adeguata al futuro percorso universitario (13,4%), avere una maggiore preparazione al mondo del lavoro (14,2%).
Il flop dell’orientamento
Come si spiega dunque questo disallineamento tra soddisfazione generale dell’esperienza scolastica e pentimento effettivo della scelta del percorso di studi? Principale imputato è il flop dell’orientamento. Infatti, quello che emerge in modo emblematico è la persistenza di un disorientamento tra gli studenti italiani. Sia al termine della scuola secondaria di primo grado, sia post diploma. L’insoddisfazione della differenza tra aspettative e realtà maturata durante il percorso di studi è sintomo di un orientamento inadeguato.
Si tratta di un problema strutturale del sistema scolastico italiano, visto che i dati si riconfermano pressoché simili ogni anno. Pesa l’assenza di attività o percorsi che forniscano agli studenti gli strumenti adatti per poter compiere in autonomia una scelta informata sul successivo percorso formativo o lavorativo. L’indagine di AlmaDiploma ha mostrato che la maggior parte degli intervistati ha svolto attività di indirizzamento per il passaggio dalle scuole medie alle superiori. Tuttavia, meno della metà le ha giudicate rilevanti e proficue. Molti studenti rimangono con dubbi e poche soluzioni, privi di una strada da seguire. Quella che la bussola dell’orientamento dovrebbe invece indicare.
Urge un orientamento più mirato
Sia tra scuole medie e superiori, che tra formazione secondaria e università o mondo del lavoro, l’orientamento è da considerarsi una scelta fondamentale. Con conseguenze nel lungo termine. E’ quindi importante renderlo un percorso solido, adeguato e mirato. Uno strumento di conoscenza e consapevolezza degli interessi e delle attitudini degli studenti stessi. Come sostiene il direttore di AlmaDiploma, Renato Salsone: “Serve una vera e propria politica di educazione alla scelta. Il tema dell’orientamento deve prendere in considerazione tutta la filiera educativa”. La sfida del sistema d’istruzione italiano dovrebbe essere il superamento di un orientamento indifferenziato, intervenendo invece con percorsi personalizzati, e quindi più efficaci, per ogni singolo giovane. Lo spazio per miglioramenti c’è. Bisogna solo ascoltare le voci di chi chiede di essere guidato a non sbagliare il prossimo passo.