Perché leggere questo articolo? La vita a luci e ombre degli studenti universitari fuorisede. Difficile per le famiglie che in media spendono quasi 1500 euro al mese. Un ottimo affari per le città.
C’è dell’agrodolce nella vita degli studenti universitari fuorisede. Gli anni più bella della vita di uno studente possono essere una croce per le famiglie sottoposte a spese sempre maggiori. Ma anche una delizia per le città in cui gli studenti vanno a studiare. I fuorisede in Italia sono sempre più, ma continuano a non essere tutelati. Così lamenta “Universitari al verde“, un report di UDU e Federconsumatori sulla situazione drammatica dei fuorisede, presentato alla Camera in questi giorni. Studiare lontano da casa è sempre di più un lusso, ma per certi versi anche un affare.
Quanti sono i fuorisede in Italia
Il dato più aggiornato sul numero dei fuorisede è quello nel famigerato libro bianco “Per la partecipazione dei cittadini: come ridurre l’astensionismo e agevolare il voto”. La Bibbia sulla riduzione dell’affluenza alle elezioni continua a essere inascoltata, ma da contezza dell’enormità dei fuorisede in Italia: sono 591mila. Si tratta quasi della metà della popolazione degli studenti universitari italiani. Di questi, oltre 380mila studiano in un comune a più di quattro ore di distanza da quello di residenza.
Studiare fuori è quasi sempre una bella esperienza fare una balle esperienza, un po’ meno piacevole per chi deve mantenere i ragazzi lontano da casa. Le statistiche Eurostudent rivelano che in Italia gli studenti lavoratori sono 4 su 10, e la percentuale arriva fino al 57,9% tra quelli meno abbienti e fino al 47,6% nel Nord-Est del Paese.
Chi può permettersi un figlio che studia fuori casa
Dura la vita dei fuori sede, e soprattutto cara per le famiglie. Il report di Udu e Federconsumatori valuta la spesa media per un fuorisede in 1.460 euro. Valore che al Nord diventa di 1.593 euro, contro i 1.446 del Centro e i 1.185 del Sud. Oltre a tasse universitarie, pasti, trasporti e svago, a fare la voce grossa dei costi è l’affatto. Canone che conosce decise divergenze nell’arco dello Stivale. L’affitto medio nel Nord Italia ammonta a 408 euro, mentre al Centro scende a 328 e al Sud si arriva a 247.
A conti fatti, uno studente spende quasi 10mila euro se in sede, 11mila se pendolare e oltre 17mila se fuorisede. Una cifra insostenibile per una buona fetta di italiani. Stando alle ultime dichiarazioni dei redditi (presentate nel 2022 da oltre 41 milioni di italiani), chi dichiara meno di 15mila euro all’anno sono oltre 17 milioni di contribuenti. Anche allargando il reddito all’intero nucleo familiare, la spesa può risultare proibitiva: basta tenere conto che il reddito familiare medio in Italia si aggira sui 32mila euro all’anno. Se la famiglia media fosse composta da tre persone, mandare un figlio a studiare fuorisede comporterebbe rinunciare a più di metà del reddito annuale del nucleo familiare.
Chi guadagna con gli studenti fuorisede
Gli studenti fuorisede però non sono solo una spesa. Per qualcuno sono anche un guadagno. Una popolazione universitaria fuorisede in crescita rappresenta un ottimo affare per gli affittuari. Gli studenti stanno cambiano il volto di città universitarie, come Bologna, Urbino, Padova e Catania, ma non il mercato della casa. I centri storici si svotano sempre più di vecchi residenti, per lasciare spazio all’affitto breve. Anche gli studenti universitari – che in una città come Bologna rappresentano quasi un quinto della popolazione: 65mila su 380mila abitanti – sono una grossa opportunità per agenzie e piattaforme di affitto online. Dietro l’università c’è poi tutto l’indotto dei servizi a studenti e professori, che va oltre i semplici campus degli Atenei. I fuorisede fanno le fortune di bar, ristoranti e locali. Ma anche librerie, supermercati e palestre. Non solo spritz e discoteche, i fuorisede sono la salvezza di affittuari ed esercenti.