Perché potrebbe interessarti questo articolo? Dopo la vincita di 371 milioni di euro al Superenalotto, si torna a parlare dell’opportunità di prevedere premi così alti. Il senatore del Movimento 5 Stelle, Marco Croatti, annuncia, nell’intervista a True-news.it. un’iniziativa parlamentare per porre un freno e avviare, più in generale, un contrasto all’azzardopatia.
Un tetto alle vincite per frenare la corsa ai giochi concessi dalla Stato. Dopo i 371 milioni di euro vinti ad Atripalda, in provincia di Avellino, torna l’attenzione sul Superenalotto. E il senatore del Movimento 5 Stelle, Marco Croatti, annuncia un’azione per limitare le cifre in palio: «Lo Stato non può usare queste armi per incassare soldi», senza lesinare critiche al governo: «Vuole accontentare qualche lobby o qualche presidente di squadre di calcio».
Notizie come quella della vincita del Superenalotto di ieri rischiano di aumentare la tendenza al gioco, favorendo fenomeni di ludopatia?
Più che la notizia della vincita di ieri credo sia il desiderio e il sogno di essere colui che quei soldi può vincerli a risvegliare pericolosi istinti. Ipotizzo che la vittoria ‘sfumata’ allontanerà semmai per un po’ molti giocatori. Quindi forse il tema è proprio quello di non arrivare a sedurre le persone con cifre così impressionanti. Conosco persone che non avevano mai giocato al Superenalotto tentare la fortuna con questo subdolo pensiero: “magari potrei essere io a vincere quella somma pazzesca, 370 milioni di euro, perché non provarci?”. Lo Stato non può usare queste armi per incassare soldi.
Si può immaginare un “tetto” ai premi del Superenalotto, anche per evitare vincite che stridono con le difficoltà economiche degli ultimi tempi per le famiglie italiane?
Sono assolutamente favorevole a un tetto e proverò a far partire un’azione parlamentare in tal senso. Ma sarà una vera sfida realizzarlo. Ripeto: limitare la vincita romperebbe il giocattolino incassa-soldi e in qualche stanza romana ci sarà chi non sarebbe contento.
Rispetto alla tassazione, invece, potrebbe intervenire con un prelievo maggiore per rendere meno appetibile il gioco?
Non credo che aumentare la tassazione sulle vincite possa essere una leva efficace. Il giocatore che sogna quelle centinaia di milioni di euro a fronte di una assurda probabilità di vincita su 600 milioni di combinazioni dubito si lasci scoraggiare da una tassazione che passa dal 20 al 40%. Non c’è razionalità e logica in queste fantasie da giocatore d’azzardo.
In Italia il problema del gioco d’azzardo è sparito dai radar della politica, e torna anzi la tentazione di alimentare la “passione” del gioco. Come giudica questa tendenza?
È sparito dai radar per una precisa volontà politica dell’attuale maggioranza di destra. Durante la scorsa legislatura è stato fatto un grande lavoro contro l’azzardopatia e il M5S in questo ha svolto un grande ruolo, che rivendico con orgoglio. Con il Decreto Dignità abbiamo introdotto regole stringenti e il tema dell’azzardo è stato centrale nell’azione politica del Presidente Conte. Dobbiamo fare in modo che i riflettori rimangano accesi su questa terribile piaga sociale anche se chi è ora al governo preferirebbe spegnerli.
Di recente al Senato si puntava a reintrodurre le sponsorizzazioni delle società di scommesse per le squadre di calcio. Non teme che questo possa essere riproposto?
Questa maggioranza e questo governo abbiano un atteggiamento ben diverso sul tema dell’azzardopatia e certamente temo che per accontentare qualche lobby o qualche presidente di squadre di calcio potrebbero rimettere in discussione alcune restrizioni introdotte durante il governo Conte. Ho già dichiarato in aula, alla notizia di un possibile emendamento del sen. Lotito, poi ritirato, che se la destra tenterà di indebolire la lotta al gioco d’azzardo saremo pronti a dare battaglia, non solo in parlamento. Per questa ragione è fondamentale tenere la guardia alta.
La ludopatia, secondo i dati a disposizione, riguarda oltre un milione di persone. Ma poche migliaia accettano di curarsi. Come bisogna incidere politicamente e socialmente su questo punto?
È necessario agire a vari livelli. Non solo ‘allontanando’ l’azzardo dalle nostre comunità, dai mezzi di comunicazione e dai social, ma anche agendo in modo efficace a livello culturale, educativo e di consapevolezza: in questa sfida ognuno può e deve avere un ruolo importante, dalla scuola allo sport, dalla sanità alla famiglia. È una patologia grave che distrugge persone e famiglie, serve un approccio olistico e naturalmente la politica ha una responsabilità enorme.