Perché leggere questo articolo? È stata una estate di grandi numeri, tra streaming, radio e riproduzioni dal vivo, ma quanto vale oggi un tormentone estivo per un artista, rispetto agli evergreen di una volta? Il mercato delle royalties si conferma redditizio anche per chi desidera investire nei cataloghi musicali.
Con i Tim Music Awards andati in onda su Rai 1 il 13 e 14 settembre, si è chiusa ufficialmente la stagione delle produzioni musicali estive e stanno per andare in archivio i “tormentoni” 2024. Storie Brevi di Annalisa e Tananai è stata incoronata la canzone più programmata nelle radio aggiudicandosi l’Rtl 102.5 Power Hits Estate 2024, Sesso e Samba di Gaia e Tony Effe, la più scaricata dalle piattaforme digitali secondo la classifica di Spotify. Ma anche Paprika di Ghali, 30° di Anna, Come un tuono di Rose Villain e Guè, solo per citarne alcune. Tutti esempi di brani che nell’arco di pochi mesi hanno fatto registrare numeri enormi.
Ma quanto può vivere un “tormentone” estivo?
Si tratta inevitabilmente di canzoni destinate a durare una stagione e restare nei confini del nostro pubblico di casa?Certamente oggi la molteplicità dei mezzi di fruizione, tra video, streaming, media tradizionali e con diversi pubblici, frammenta i numeri, produce un numero maggiore di tormentoni, ma in alcuni casi può anche prolungare il successo di Hit. Ecco che Sinceramente, presentata da Annalisa addirittura allo scorso festival di Sanremo, spinta dagli oltre 30 milioni di stream, è risultata la canzone più suonata negli eventi dal vivo dell’estate (Premio RTL 102.5 Power Hits Estate 2024 – Siae).
Negli anni ’60 e ’70 erano così definite le canzoni più “gettonate” perché nei bar delle spiagge i ragazzi acquistavano senza sosta i gettoni da inserire nei juke box per ascoltarle ad ogni ora. Dinamiche diverse, diversa permanenza sul mercato. Ti amo di Umberto Tozzi che vinse il Festivalbar e rimase al primo posto dei singoli più venduti in Italia, da luglio ad ottobre del 1977, ottenne un grande successo anche all’estero: va al primo posto in Francia, Svizzera e in Svezia, e arriva in classifica anche in Norvegia, Austria, Germania e Belgio. Ma rimase talmente indimenticata, da entrare nel 2020 in un momento chiave di un episodio della quarta stagione della serie tv La casa di carta.
Un tuffo nel passato
Sempre Umberto Tozzi, bissò il successo nel 1979, con Gloria che fu un successo in tutta Europa, vincendo sette dischi di platino per un totale di circa 700.000 copie. Gloria fu poi cantata da Laura Branigan nel 1982, arrivando alla seconda posizione della classifica americana Billboard.
Un’estate al mare, scritta da Franco Battiato e cantata da Giuni Russo nel 1982, ad oggi ha totalizzato oltre dieci milioni di visualizzazioni solo sulla piattaforma video Youtube, e continua ad essere ascoltata. Sono addirittura oltre 22 milioni le visualizzazioni di Vamos a la Playa dei Righeira. Considerando che ogni riproduzione – a prescindere dal mezzo – determina l’attribuzione di diritti d’autore, in termini economici quanto può valere un “tormentone” rispetto ad una canzone meno “stagionale”?
Il punto sui tormentoni estivi di Eugenio Allora Abbondi (EICO Music Fund)
“Per quanto riguarda il valore economico, lo streaming offre flussi di entrate con margini per unità inferiori rispetto alla vendita fisica, ma più continui” spiega Eugenio Allora Abbondi, Founder, Director, Investment Committee Member di EICO Funds Sicav, società che ha lanciato l’EICO Music Fund, il primo fondo AIF (Alternative Investment Fund) di diritto europeo dedicato all’investimento nel mondo della musica.
“In passato – prosegue – i tormentoni estivi generavano entrate principalmente attraverso la vendita di dischi fisici. Ti amodi Umberto Tozzi, ad esempio, che vendette circa 700.000 copie, avrebbe generato, se aggiornato all’inflazione e convertito in euro, un guadagno totale di circa 900.000 euro. Oggi, i tormentoni come Sesso e Samba di Tony Effe e Gaia, che ha raggiunto circa 120 milioni di stream su tutte le piattaforme, producono guadagni stimati intorno ai 360.000 euro”.
Com’è cambiato il mercato musicale
“Negli anni ‘70 in Italia pubblicavano circa 500-1.000 brani all’anno. Oggi, grazie alle piattaforme digitali, pubblicano oltre 60.000 brani all’anno solo in Italia, e globalmente oltre 100.000 nuovi brani al giorno. Questa enorme quantità di nuova musica frammenta l’attenzione del pubblico e rende più difficile diventare evergreen” precisa Allora Abbondi. Ecco allora che il tormentone diventa un boost per la produzione di un artista, generando comunque un flusso di royalties, che può diventare un investimento finanziario.
“Investire in un fondo basato sui diritti musicali si può rivelare una scelta particolarmente attraente per via della sua capacità di offrire un flusso di reddito passivo e stabile, derivante dalle licenze e dagli utilizzi delle opere musicali in qualsiasi contesto, inclusi i concerti”, aggiunge Allora Abbondi. EICO Music Fund, non è altro che lo stakeholder di una società editoriale e discografica indipendente, che grazie ad una visione di lungo termine, una struttura ramificata a livello globale e un team con esperienza trentennale in campo musicale, può garantire il massimo sfruttamento dei diritti acquisiti.
Tormentoni estivi e cataloghi
“Già oggi – prosegue Allora Abbondi – siamo una realtà tra i leader di settore. Deteniamo un vasto catalogo editoriale (oltre 18.000 brani) prevalentemente composto da canzoni iconiche di importanti artisti quali, solo per citarne alcuni, Rihanna, Katy Perry, David Guetta, Britney Spears, Simple Minds, Celine Dion, Renato Zero, Alessandro Mannarino, Riccardo Cocciante, Pino Daniele e Zucchero. Amministriamo inoltre un catalogo di oltre 350.000 brani per importanti player nazionali ed internazionali a dimostrazione di quanto il mercato riconosca in noi un player strutturato, serio e competente”. Tramite le società controllate, oltre a investire su cataloghi storici, il gruppo EICO offre servizi di distribuzione digitale con accordi diretti con i principali DSP, amministrazione, sub-edizione e produzione di nuovi artisti.