Il 59% dei giovani italiani (contro una media europea del 52%) è convinto che oggi l’unica speranza per fare carriera sia andare all’estero. Mentre il 62% (rispetto al 50% degli europei) pensa che i lavoratori anziani agiscano da blocco allo sviluppo delle proprie carriere.
I timori dei giovani italiani
I timori che destano maggiore apprensione negli italiani sono quelli riconducibili all’insicurezza globale (75%). Ovvero sia le paure riconducibili ad “Ambiente e natura”, “Sicurezza alimentare”, “Guerre” e “Globalizzazione”.
A seguire le preoccupazioni legate all’insicurezza economica (51%). Su tutte il timore di non avere o perdere la pensione (30%); e all’insicurezza legata alla criminalità (32%). Tra queste svetta la preoccupazione connessa alla criminalità organizzata (35%).
La rassegnazione dei ragazzi
In tema pensione, i giovani italiani lasciano trasparire una sorta di rassegnazione: se il 10% dei giovani residenti nei cinque paesi analizzati ritiene che quanti oggi abbiano 20 anni non riceveranno la pensione, il dato degli italiani quasi raddoppia salendo al 18%.
È quanto emerge dalla quattordicesima edizione del rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, realizzato da Demos&Pi e Fondazione Unipolis, che, in questa edizione, ha realizzato due rilevazioni demoscopiche che indagano sull’evoluzione del senso di insicurezza dei cittadini e, per la prima volta, sul tema della giustizia intergenerazionale per i giovani italiani.
I risultati del rapporto sono stati presentati nel corso di un evento alla presenza di Pierluigi Stefanini, presidente di Fondazione Unipolis, Marisa Parmigiani, Direttrice della Fondazione Unipolis, Ilvo Diamanti, Fabio Bordignon e Luigi Ceccarini, Demos&Pi e docenti dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, Laura Pertici, Capo Redattore Centrale La Repubblica, Federico Brignacca, Coordinatore GdL Giovani ASviS, Lucio Caracciolo, Direttore Limes e Eric Jozsef, Corrispondente Libération.
Governo bocciato sulle politiche economiche
I problemi di ordine economico si confermano le priorità. Un monito al Governo sui temi che dovrebbe affrontare. Secondo i cittadini italiani (39%) ed europei (40%) e, complice l’inizio dell’intervento militare russo in Ucraina, risultano in ulteriore crescita rispetto all’anno scorso (30%).
Nel dettaglio, per quanto concerne le questioni economiche, il grado di soddisfazione complessivo dei nostri concittadini circa l’andamento dell’economia nazionale risulta piuttosto basso (29% rispetto a una media europea del 36%).
Il secondo posto del podio delle priorità ed emergenze è rappresentato, in Italia, da inefficienza e corruzione politica (17%); davanti a cambiamento climatico (9%); e qualità dei servizi (9%). Al quarto posto la guerra che, invece, a livello europeo rappresenta il secondo problema (12%) davanti al cambiamento climatico (9%).
I timori di un terzo conflitto mondiale
L’andamento delle preoccupazioni economiche è strettamente legato all’inizio del conflitto in Ucraina e, in merito, nell’opinione pubblica italiana è forte la percezione di un conflitto che possa andare ben oltre i due paesi direttamente coinvolti. Solo il 19% degli intervistati (20% in Europa) pensa, infatti, si tratti di una questione isolata, mentre il 58% (55% in Europa) è dell’avviso che la guerra investirà altri paesi della stessa area e il 23% (24% in Europa) che assumerà presto proporzioni mondiali.
La preoccupazione per il Covid-19 sembra non occupare più largo spazio nelle paure dei cittadini italiani ed europei. Nel 2021, 1 italiano su 4 indicava la gestione della pandemia come priorità. Oggi tale dato, in Italia e in Europa, si attesta intorno al 5%.