L’assalto alla diligenza dei 209 miliardi del Recovery Fund è iniziato da tempo, molto prima che iniziasse la lotteria dei bonus. Ma se l’Italia si limiterà a distribuire mance a un po’ tutte le categorie il tesoretto finirà presto e la ripresa economica resterà una remota speranza. Le partite Iva – a partire dai più giovani, quelli che hanno aperto un’attività nel 2020 – sono in sofferenza, anche perché il 2021 si apre con rinnovate difficoltà. La Cgil di Mestre (che segue da vicino il mondo delle Pmi e degli artigiani) ha fatto due conti: “A livello pro capite stimiamo che l’anno scorso ogni italiano abbia perso mediamente 2.600 euro di reddito, mentre quest’anno ne riguadagnerà poco meno di 1.400 euro. Nel biennio 2020-2021, pertanto, il saldo sarà negativo e pari a poco più di 1.200 euro. Quest’anno, quindi, assisteremo a un rimbalzo della nostra economia che ci farà recuperare solo una parte della contrazione registrata nel 2020. Torneremo a una situazione pre-Covid non prima del 2024”. E c’è un’altra novità dall’inizio del 2021: la normativa europea che riguarda la possibilità di “sconfinamento” in banca, che costringerà gli istituti di credito “a tenere un comportamento molto prudente nei confronti delle imprese. Infatti con l’abbassamento della soglia di sconfinamento, registreremo una impennata dei crediti deteriorati”, conferma la Cgia. C’è da augurarsi, in particolare per i giovani, che vengano in soccorso le associazioni d’impresa e le amministrazioni locali.