Assegno unico per chi ha figli, cassa integrazione ma anche un fondo per le partite Iva. La Manovra per il 2021 è un affare da 40 miliardi di euro, circa 8 dei quali saranno spesi per il lavoro, con un occhio al passaggio dallo stato d’emergenza a quello – si spera più sereno e meno travagliato – che ci aspetta. Vediamo cosa contiene il documento, già soprannominato “Manovra dei bonus”. Innanzitutto la decontribuzione al 100% per le aziende che assumono under 35 e donne disoccupate, provvedimento reso necessario dall’impatto avuto dalla pandemia su queste categorie sociali in particolari. C’è poi il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo non superiore ai 28 mila euro (nella legge c’era un errore che rischia di renderlo valido per soli sei mesi: servirà un decreto ad hoc per ampliarlo a tutto l’anno appena iniziato).
Continuando, il blocco dei licenziamenti viene ampliato al 31 marzo mentre la cassa integrazione Covid è stata incrementata di altre 12 settimane – ma la vera novità riguarda gli autonomi: un ammortizzatore sociale che andrà dai 250 fino agli 800 euro agli autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps, e che esisterà in via sperimentale per il triennio 2021-23. A questo si accompagna un nuovo fondo da un miliardo di euro per le partite IVA.
Altra novità, il congedo parentale per i padri, che da 7 giorni viene esteso a 10 giorni per il 2021, mentre arriva finalmente l’Assegno unico universale (il quale non sostituisce il bonus bebè, che rimane), pensato, come ha detto il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, “per sostenere le famiglie con figli, attraverso un assegno che può arrivare fino a 200 euro al mese per figlio, per tutte le tipologie di famiglie”.