Perché leggere questo articolo? Più del novanta per cento delle pagelle della PA è stata auto-valutata come “Eccellente”. Con buona pace della meritocrazia tanto decantata dal governo.
Il 7 giugno finirà l’anno scolastico. Per quanto bravi possano essere stati i vostri figli, non avranno mai delle pagelle migliori di quelle dei dipendenti della PA. Stateci. Più del novanta per cento delle pagelle dei dipendenti pubblici è “Eccellente”. E noi che per anni ci siamo lamentati dell’inefficienza dei pubblici uffici. Governo ripensaci. Quale meritocrazia? La nostra PA rasenta la perfezione, lo dicono le pagelle.
Le pagelle dalla PA da far rabbrividire
A leggere le pagelle di valutazione dei dipendenti della PA c’è da rabbrividire. Una manifestazione di armonica e diffusa perfezione da sindrome di Stendhal. Come ogni anno, la Corte di Conti diffonde una delibera con il resoconto delle valutazioni dei dipendenti ministeriali. Il dato che emerge è, come sempre, incredibile. Su 61mila dipendenti, ben 56mila hanno ottenuto un voto superiore ai 90 centesimi. Il 92% delle pagelle della PA è eccellente.
Si rasenta la perfezione, e non è un caso. Questo perchè il raggiungimento della soglia “Eccellente” in pagella garantisce ai dipendenti il raggiungimento di corposi premi. Ecco spiegato come il 92% delle pagelle dei dipendenti della PA prese in esame dalla Corte risultino eccellenti. I processi di valutazione negli uffici pubblici non sono pensati davvero per differenziare carriere e buste paga, ma per amalgamarle. Altro che meritocrazia. L’obiettivo è quello di puntellare retribuzioni tutt’altro che generose.
Quanti sono gli “insufficienti”?
Le pagelle nella PA altro non sono che un diffusore di pace sociale negli uffici. In un contesto del genere i dirigenti usano spesso le pagelle come strumento per mantenere la pace sociale negli uffici. Lo attesta la Corte dei Conti stessa. “Il controllo eseguito sulle premialità riconosciute ai dipendenti delle PA centrali nel triennio 2020-2022 evidenzia la diffusa indicazione di obiettivi particolarmente bassi e autoreferenziali, oltre alla scelta di indicatori di performance poco sfidanti“.
Ecco allora che il restante 6,7% dei dipendenti della PA nelle pagelle risulta sopra la sufficienza. Su 61.741 dipendenti ministeriali, sotto la soglia della sufficienza – a quota 60 punti – ci sono solamente 786 scellerati. L’uno virgola tre per cento del campione. Percentuali da bocciatura all’esame di maturità. Numeri che, se possibile aumentano ulteriormente prendendo in esame i manager. Le pagelle dei dirigenti della PA risultano eccellenti nel 100% dei casi.
Vien da chiedersi di quale nefandezza si siano mai macchiati i due dipendenti del ministero dell’Agricoltura che, unici in un organico da 1.234 impiegati, si sono visti affibbiare un voto insufficiente. O quale delitto abbiano commesso i loro due colleghi del ministero degli Esteri, anch’essi titolari delle uniche due insufficienze fra le 3.050 pagelle della Farnesina. Ai ministeri di Economia, Salute, Turismo e Università, invece, tutto funziona alla perfezione, al punto che nessuno degli 11.033 dipendenti valutati è finito sotto la sufficienza.
Le pagelle della PA bocciano la meritocrazia
La pubblica amministrazione è “eccellente”, con buona pace della meritocrazia gridata ai quattro venti dal governo. Dai tempi della riforma Brunetta (datata 2009) il governo ha il pallino di un sistema indipendente di valutazione dei dipendenti pubblici. Quindici anni dopo siamo ancora ben lontani dal raggiungerlo. Sulla PA, anche col sistema delle pagelle, continuano a piovere premi assegnati internamente. Un sistema totalmente analogo a quello dell’autovalutazione dei magistrati. L’esatto contrario di quanto chiesto dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo nell’ultima direttiva del novembre scorso: i cui risultati saranno misurati nel prossimo esame della Corte dei conti. In bocca al lupo, anche se sarebbe un peccato intaccare tanta eccellenza…