Anche l’Irlanda approva una “corporate tax” minima del 15%
La festa è finita, o quasi. L’approdo dei grandi gruppi in Irlanda, per pagare meno tasse potrebbe essere al capolinea. Infatti anche l’Irlanda – scrive Il Sole 24 Ore – ha deciso di aderire all’accordo globale su una corporate tax minima del 15% (contro l’attuale 12 % circa) per le multinazionali a partire dal 2023: una spinta decisiva (e anche simbolica, per quanto riguarda Dublino) all’intesa Ocse già firmata da 134 Paesi su 140. La conferma del sì irlandese, alla vigilia della nuova riunione ministeriale Ocse a Parigi, è arrivata dal ministro delle Finanze, Pascal Donohoe, dopo il via libera del governo di Dublino. Resta da capire se altri paesi (tipo Malta) andranno nella stessa direzione, offrendo una ricca sponda alle aziende che scelgono di “evadere”. Il fisco favorevole (garantito non solo dalla corporate tax, ma anche da agevolazioni o accordi mirati che hanno permesso alle multinazionali di pagare imposte irrisorie) è stato un elemento chiave per portare a Dublino il quartier generale europeo di colossi come Google, Apple e Facebook. E comunque anche il 15% di trattenuta è meglio di ciò che avviene in Italia, Francia o Germania, per le aziende.
Confermato il Gran Premio di Formula 1 ad Imola
Stefano Bonaccini, governatore “rosè” della Regione Emilia Romagna ha fatto il botto. “Ringrazio il presidente Draghi e con lui i ministri Di Maio, Franco e Giovannini, per il gioco di squadra che ci permette di centrare un obiettivo non affatto scontato. Con loro il presidente di Aci, Sticchi Damiani, e Stefano Domenicali, amministratore delegato di Formula One Group, che auspico arrivino a sottoscrivere il contratto pluriennale. E ovviamente il Comune di Imola, i vertici del Circuito e il Con.Ami”. Questa la sua reazione dopo aver ottenuto la conferma del Gran Premio di Formula uno del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna a Imola nel 2022 e per i tre anni successivi. Dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, è arrivato il mandato ad Aci a sottoscrivere il contratto con Formula One, garantendo l’investimento economico necessario. Lo ha annunciato la Regione Emilia-Romagna. L’impegno annuale sarà di 20 milioni di euro: 12 assicurati dall’Esecutivo nazionale (7 dal ministero degli Affari esteri e dall’Ice, l’Istituto per il commercio estero, e 5 dal ministero dell’Economia e delle Finanze), 5 dalla Regione , 2 milioni dal Con. Ami di Imola e 1 milione dall’Aci. L’investimento quadriennale previsto è perciò di 80 milioni.
In Lombardia (e a Milano) forte la crisi pandemica
Nonostante la botta del Covid e l’assoluta evanescenza della città metropolitana, la provincia di Milano è sempre in vetta. Tutte le province italiane hanno perso nel 2020 valore aggiunto con la pandemia rispetto al 2019 ma se la media del calo è del 7,1% ci sono state riduzioni del 13,1% a Brindisi e dell’1,7% a Enna. Milano perde il 5,6% e resta al top per valore aggiunto pro capite con 47.495 euro e una media del 189,5 fatta 100 la media nazionale, come si legge in uno studio realizzato dall’Istituto Tagliacarne di Unioncamere che sottolinea come la pandemia abbia frenato soprattutto le province del Nord (-7,4% in media) rispetto al Sud (-6,4%) . Il Centro è arretrato del 7,3%. A Roma e Milano si produce il 19,7% dell’intera ricchezza del Paese (+2 punti percentuali rispetto al 2000) mentre le prime 20 province concentrano il 55,4% di tutta la ricchezza prodotta. Le economie territoriali a più alta presenza di imprese con meno di 50 addetti, che sono la dorsale del nostro sistema Paese, hanno registrato le perdite più consistenti di reddito prodotto, -7,5% fra il 2019 e il 2020. In particolare in quest’ambito fanno registrare perdite più significative di valore aggiunto: Pistoia (-9,0%), Prato (-9,5%), Fermo (-7,3%), Barletta-Andria-Trani (-10,6%) e Sud Sardegna (-9,5%). L’economia blu e verde si sono rilevate armi importanti in diversi territori per limitare i danni della pandemia sulla ricchezza prodotta. Sei province su dieci con la quota maggiore di imprese che hanno fatto investimenti green nel periodo 2016-2020 hanno retto meglio della media nazionale: Novara (-7,1%), Imperia (-6,9%), Varese (-6,0%), Ravenna (-7,0%), Salerno (-3,5%), Campobasso (-7,2%), Isernia (-3,3%) contro il – 7,1% del valore aggiunto nazionale. Mentre le 48 province in cui il peso dell’economia del mare è più elevato fanno registrare cali del -6,6% contro la media nazionale del 7,1% con Livorno (-4,1%), Savona (-5,7%) e Imperia (-6,9%) che sono le province che maggiormente hanno saputo capitalizzare l’elevato peso che il mare ha nel caratterizzare le loro economie.
L’area Falck di Sesto San Giovanni con l’ingresso del San Raffaele
Doveva diventare solo la Città della Salute e invece sta marciando verso il record della rigenerazione urbana. E’ l’ex area Falck di Sesto San Giovanni, nel milanese. Senza perdere di vista le proprie origini, infatti oltre alle nuove sedi dell’Istituto neurologico Besta e dell’istituto nazionale dei Tumori, all’interno dell’area ci sarà anche il polo del San Raffaele. In seguito alla finalizzazione del progetto architettonico ed edilizio e il completamento del necessario iter amministrativo, nel 2023 ci sarà l’avvio dei lavori. La fine del cantiere che porterà all’ospedale San Raffaele2 e al centro universitario, dove si prevedono 5mila studenti, è programmato nel 2025 in concomitanza con l’inaugurazione degli altri due ospedali. MilanoSesto infatti, il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia e uno dei principali a livello europeo, avrà quindi la cura e ricerca come cuore pulsante di tutta la riqualificazione. Oltre a questo nell’area di 1,5 milioni di mq di terreni dismessi, dove un tempo sorgevano le acciaierie Falck di Sesto San Giovanni, verrà realizzata una piccola nuova città. Sulla base del masterplan firmato da Foster + Partners ci saranno: quartieri residenziali, un mall commerciale all’interno degli edifici recuperati delle ex-acciaierie, spazi direzionali e alberghieri, nuove piazze, spazi pubblici pensati, 45 ettari di verde diffuso. E lunedì partono i lavori della nuova stazione ferroviaria all’interno delle aree ex Falck. Protagonisti MilanoSesto Spa, Hines, Gruppo Prelios, Rfi e comune di Sesto.
A2A, la società si allarga
A2A si allarga, alla faccia dei nostalgici dell’antica municipalizzata, infatti le assemblee straordinarie di Linea Group Holding e A2a hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione della Multiutility di Cremona e Pavia in A2a, che già la controllava con il 51% delle quote. I soci di Linea Group si sono riuniti ieri, mentre il via libera dei soci di A2a è avvenuto oggi. Le quote di Linea Group Holding ora rilevate da A2a erano nelle mani di 5 soci (Pavia tramite Asm, Cremona, Rovato, Crema e Lodi). Palazzo Mezzabarba aveva chiesto un parere legale in merito all’operazione che era arrivato il 30 settembre.