Perchè leggere questo articolo? I dem statunitensi sono in un cul de sac. Sostituire Joe Biden, ammesso che il presidenti ci pensi, è molto complicato. Anche perchè la sua naturale sostituta, la vicepresidente Kamala Harris, ha indici di gradimento bassissimi. Roberto Vivaldelli: “Ma altre strade non sembrano percorribili. Gli Obama non farebbero mai uno sgarbo del genere a Biden”.
Mancano ormai pochi mesi alle elezioni presidenziali americane, e Joe Biden si dice pronto a voler proseguire la sua campagna nonostante le crescenti pressioni tra i dem dopo il disastroso confronto con il candidato repubblicano Donald Trump. Un titolo del New York Times ha sganciato la bomba: “Biden sta pensando se continuare la gara”. Ma l’articolo pochi minuti dopo essere stato pubblicato ha ricevuto una secca smentita dallo staff della Casa Bianca. Nonostante dicesse quello che la maggior parte dei dem vorrebbe sentire oggi.
Ma lo scenario dem è molto complicato. Biden, ritirandosi dalla corsa per la rielezione, potrebbe ipoteticamente anche dimettersi da presidente. A quel punto la sua vice Kamala Harris si presenterebbe alle elezioni con il vantaggio di essere già presidente in carica. Un piano già di per sè temerario e con una grossa complicazione: gli indici di gradimento di Harris sono bassissimi tra gli stessi dem. Eppure resta la strada più percorribile, perchè altri papabili come i governatori Gavin Newsom e Josh Shapiro sono fedelissimi di Biden stesso. “I democratici sono in una specie di cul de sac, perché nessuna delle soluzioni è quella che sembra essere vincente”, spiega a True-news.it Roberto Vivaldelli, giornalista professionista ed esperto di relazioni internazionali e geopolitica. “Biden dovrebbe sottoporsi a un test cognitivo per convincere gli americani. Michelle Obama? Una suggestione della stampa”. L’intervista.
Vivaldelli, Biden prosegue imperterrito o punta alle dimissioni?
Molto difficile da dire, la pressione sta crescendo in maniera importante. Ogni giorno c’è qualcuno che chiede il suo passo indietro, come il New York Times e altri editoriali di punta. Questa pressione è destinata a non placarsi così facilmente. È chiaro che lo staff di Biden tenta di sopravvivere a questa tempesta provando a recuperare nei prossimi giorni, però ormai è chiaro a tutti che Biden non ha molte chance di vincere contro Trump. Quindi, si tenta in tutti i modi di fargli fare la cosa che molti si aspettano, cioè di dimettersi. Soprattutto di farlo prima della convention democratica di Chicago che si terrà ad agosto. Se Biden dovesse dimettersi da presidente in questo periodo, Kamala Harris prenderebbe il suo posto. Quest’ultima si presenterebbe già alla convention come presidente in carica. In questo modo non ci sarebbe quello che si teme, ovvero un caos sulla nomina del sostituto. Perché poi è quello il vero problema.
Biden dovrebbe rivolgersi più ai suoi elettori che ai suoi consiglieri?
Ci ha già provato, no? In un discorso fatto recentemente dopo il dibattito, ha dichiarato di non essere più giovane e aitante, ma comunque di essere ancora in grado di dire la verità. Ha provato a metterci una pezza, ma è chiaro che anche leggendo quello che dicono i sondaggi è una strategia che non sta convincendo nessuno. Non è tanto il problema dell’età, che sicuramente è un fattore, ma proprio come Biden si è presentato al dibattito. L’unica cosa che forse potrebbe convincere gli americani è un test cognitivo, che finora la Casa Bianca si è assolutamente rifiutata di fare perché ritiene che non sia necessario. Tuttavia, per gli americani è necessario. La seconda mossa è quella di fare un discorso chiaro, limpido, senza tentennamenti, senza gap, e senza altre criticità che sono emerse. Appunto, in una forma che non ha certamente esibito durante il dibattito. Gli americani hanno bisogno di sapere se questo presidente non solo è in grado di affrontare un secondo mandato, ma se riuscirà a tenere duro anche in questi mesi. Al di là delle elezioni presidenziali, Biden è davvero in grado di proseguire da qui fino a novembre?
Alcuni democratici pensano che il governatore della California Gavin Newsom o quello della Pennsylvania Josh Shapiro siano dei validi sostituti al posto di Kamala Harris. Che però, nonostante il basso gradimento nei sondaggi, non sembra avere nessuna intenzione di farsi da parte
Dovrebbe essere lei a fare un passo indietro, ma sarebbe abbastanza umiliante. Poi comunque è vicepresidente. A maggior ragione se Biden si dimette ora, ricordiamoci che il 90% dei delegati hanno votato per una riconferma di Biden, durante le elezioni primarie. Automaticamente, qualora Biden dovesse lasciare il suo ruolo, spingerebbe tutti i suoi fedeli a sostenere Harris. Certamente c’è il problema che Kamala Harris, secondo i sondaggi, è forse più impopolare di Biden. I democratici dovranno fare i salti mortali per fare un rebranding dell’immagine di Harris, che finora non è mai riuscita a sfondare nel cuore dell’elettorato.
Tra Biden ed Harris, insomma, non è una scelta facile.
I democratici sono in una specie di cul de sac, perché nessuna delle due soluzioni è quella che sembra essere vincente. C’è poi l’opzione più romantica, che vede Michelle Obama come salvatrice della patria. Per carità, tutto è possibile, ma al momento è altamente improbabile. Ma lo stesso vale per gli altri. Gavin Newsom è sicuramente quello più papabile, ma è anche un fedelissimo di Biden, difficile che faccia qualcosa senza il suo assenso. È rischioso mettersi in gioco in questo momento, mancano pochi mesi alle elezioni ed è una situazione delicata. Sicuramente ci sono ambizioni da parte sua, ma non penso voglia rischiare di bruciarsi. Dovrebbe esserci qualcuno che non ha nulla da perdere. Per Kamala Harris sarebbe un’occasione forse irripetibile, perché difficilmente in un altro contesto avrebbe la possibilità di essere sostenuta dal partito, visto che non è molto amata.
Chi potrebbe dare del filo da torcere a Donald Trump in questo momento?
Sicuramente quella persona è Michelle Obama. Ma è una suggestione della stampa. C’è un rapporto tra Barack Obama e Biden, non penso che l’ex presidente dem voglia fare uno sgarbo di questo tipo. Obama si è proposto come anche come consigliere per questi mesi di campagna elettorale. Quindi, ci sono una serie di questioni che pongono un limite a questa ipotesi, per quanto suggestiva. Però sicuramente sarebbe la candidata più competitiva.