Perché leggere questo articolo? Gianni Balduzzi, sondaggista per Termometro Politico: “La vittoria di Trump? Non ce la aspettavamo così netta, Harris si è concentrata troppo sui punti sbagliati”.
Donald Trump è il 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo una campagna elettorale all’ultimo respiro contro la candidata democratica Kamala Harris, Trump affronterà il suo secondo mandato dopo una vittoria tutt’altro che marginale. Ne abbiamo parlato con Gianni Balduzzi, sondaggista per Termometro Politico. «La vittoria di Trump? Non ce la aspettavamo così netta, Harris si è concentrata troppo sui punti sbagliati». L’intervista.
Balduzzi, ci si aspettava una vittoria di Trump così netta?
Forse così netta in effetti no. Ci si aspettava che i risultati dei due contendenti sarebbero stati più vicini, che Trump o Harris avrebbero vinto comunque di poco. Il fatto che invece abbia vinto con così ampio margine, non in percentuale ma comunque negli Stati chiave, indica che c’è stato un movimento del consenso della popolazione. Questo, sicuramente.
Gran parte dei latinos hanno sostenuto Trump invece di Harris. Come mai secondo lei?
Noi facciamo l’errore spesso di considerare le persone con origini straniere, negli Stati Uniti ma non solo, come perpetualmente stranieri e focalizzate solo su questo loro status. In realtà, si tratta per la quasi totalità di lavoratori che evidentemente usano dei criteri di giudizio diversi da quelle che potrebbero usare altri, magari meno politici.
Ad esempio, i latinos potrebbero guardare di più al lato economico e alle questioni “etico-sociali” riguardanti i famosi discorsi sul tradizionalismo, sul gender e via dicendo, e quindi questo portarli a favorire il campo conservatore a prescindere dall’origine.
Inoltre, quando parliamo di latinos, parliamo di persone che sono di quarta generazione. Alla fin fine, il loro criterio di giudizio non si vede perché debba essere così diverso da quello dei bianchi, per esempio. Non c’è una differenza così eclatante tra latinos e maggioranza bianca, come per esempio c’è stata con i neri. Quindi, è anche abbastanza comprensibile. Poi, comprendendo anche il tipo di lavoro che fanno, rappresentano quei settori sociali che anche in altri Paesi solitamente votano un più a destra.
Kamala Harris non ha ottenuto il voto di massa delle donne e nemmeno un vero sostenimento da parte dei giovani. Cosa ha sbagliato?
Secondo me Kamala Harris ha sbagliato nel puntare troppo su un messaggio di pericolo per la democrazia, non considerando che queste tematiche, prettamente politiche, interessano solo alle persone che sono già schierate. Quello che interessava in questo momento erano economia ed immigrazione, in cui Trump era favorito e considerato capace di portare maggiori soluzioni.
Quali nello specifico?
Harris, a differenza di Obama, non è riuscita ad apparire concreta; è apparsa, magari anche ingiustamente, più come una specie di icona della diversity, piuttosto che una politica solida, come per esempio era stato Biden nel 2020. Ha avuto l’appoggio di coloro che considerano le tematiche come l’aborto una priorità. Ma questi non sono la maggioranza. Questo è il punto. Ci sono sicuramente quelli che sono a favore, anzi la maggioranza lo è. Ma non tutti di costoro, se gli si chiede se viene al primo, al secondo, o al terzo posto, mettono l’aborto al primo.
Endorsement. Da un lato le celebrità dello spettacolo, dall’altro Musk e i businessmen. Perché Swift e altri non hanno avuto appeal?
Elon Musk forse è l’unico che vedo così determinato. Solitamente, è scontato l’appoggio della maggior parte dei personaggi del mondo dello spettacolo verso il candidato progressista. Mentre nel mondo hi tech, che è sempre stato più verso i democratici, oppure non schierato, vedere questa vera e propria alleanza, che va oltre al semplice endorsement, con un imprenditore multiforme come Musk è una novità.