Perchè leggere questo articolo? Per il Parlamento europeo l’aborto deve essere un diritto fondamentale. Secondo Mario Adinolfi, invece, si tratta di una “barbarie a danno del nascituro, un dictat contro la libertà di pensiero e la ripresa demografica”. L’intervista
L’aborto è un diritto. L’ha decretato il Parlamento europeo, votando a favore dell’inserimento dell’interruzione di gravidanza all’interno della Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Ma secondo il giornalista e presidente del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi, interpellato da true-news.it, si tratta di “una soluzione barbara e liberticida. Un dictat ideologico che non tiene conto del soggetto nascituro e imbavaglia la libertà di opposizione di pensiero”.
L’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Cosa ne pensa?
L’Europa ha commesso un grave errore. Bisogna scegliere un punto di vista e io scelgo quello del bambino nascituro perché lo sono stato, lo siamo stati tutti. Si deve decidere se quel bambino sia un soggetto di diritti o un oggetto che può essere eliminato. Il mio ultimo libro si intitola “Contro l’aborto”, quindi è noto quale sia il mio posizionamento a riguardo: credo fermamente che non si possa eliminare un soggetto di diritti. Questo tema dovrebbe essere affrontato tenendo presente che i soggetti di cui vanno composti gli interessi sono più di uno. Ci si concentra molto sul diritto della donna, io provo da tempo immemore a ricordare che c’è anche quello del bambino che deve nascere.
Cosa risponde a chi sostiene che rappresenta una decisione storica che tutela la libertà e la salute delle donne?
Non è una decisione che può essere salutata con piacere. Dal mio punto di vista è una soluzione barbara, che non ha nessun contorno benefico per la nazione. E che tra l’altro viene legittimata proprio nel momento in cui in Italia c’è più bisogno di nuove nascite.
Questa decisione quindi potrebbe influire sull’attuale crisi demografica secondo lei?
La crisi demografica è già platealmente in atto. Ogni mese c’è un sussulto quando escono i dati dell’Istat che attestano l’aumento del problema delle culle vuote e del deserto delle nascite. All’opposto della scelta europea, 14 Stati americani dal 2022 hanno fortemente ristretto la soppressione dei nascituri e sono nati 60mila bambini in più. È dunque lapalissiano che i dati dei nascituri saranno di meno se si sottolinea con tanta forza l’evento abortivo, addirittura definendolo un diritto inalienabile, .
Per modificare effettivamente il trattato servirà il via libera unanime di tutti gli Stati membri. Secondo lei avverrà?
Spero proprio che l’Italia continui ad essere tra quei non pochi Stati che hanno chiaro il valore della vita nascente. E che quindi questa rettifica non ci sia.
Ma se dovesse passare, cosa cambierà per i singoli Stati membri una volta che l’aborto verrà incluso nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE? La legislazione italiana in materia sarà modificata?
La legislazione italiana in materia c’è già e non cambierà nulla. Anche se c’è un richiamo all’Italia sull’obiezione di coscienza. Ma spero davvero che l’articolo 9 della legge 194 che garantisce ai medici la possibilità di scegliere in coscienza se operare contro il nascituro o meno venga mantenuto. Sarebbe un pesante sintomo della prepotenza europea se un intervento sulla legislazione nazionale andasse a comprimere e ledere lo spazio di libertà per i medici obiettori. E mi auguro che non accada.
Il Parlamento europeo ci aveva già provato nel 2022. Secondo lei è una presa di posizione più ideologica o politica?
È una decisione di natura ideologica. C’è un’ideologia ormai pervasiva in Europa che ritiene che il tema dell’aborto vada declinato come elemento di diritto inalienabile. Io credo che questo avvenga solo perché non ci si posiziona dal punto di vista di colui che viene soppresso e non ci si ricorda che siamo stati bambini nascituri tutti. È un elemento cruciale su cui il dibattito assume sempre contorni non fecondi ma ideologici. E quando c’è di mezzo l’ideologia si mette un bavaglio alla libertà di opposizione di pensiero, senza poter avviare un piano dialettico. Quello che arriva dall’Europa è un dictat e penso che questo tipo di atteggiamento sia tra quelli che allontanano l’Europa stessa dal sentimento popolare.
Secondo lei quella del Parlamento europeo sull’aborto è una risoluzione inutile?
Sì. Inoltre vorrei sottolineare che in Italia, come altrove, abbiamo già una legge che fissa dei criteri e non esiste un solo caso di donna che non sia riuscita ad abortire volendolo. Parallelamente, documenti ufficiali raccontano che gli aborti eseguiti in Italia sono, purtroppo, decine e decine di migliaia. Oltre 60mila solamente nell’ultimo anno, a fronte di un crollo verticale delle nascite. L’aborto è legale, è praticato e non è impossibile accedervi. Non so che cosa si possa chiedere di più dal punto di vista della mozione europea. Vietare, invece, ai medici l’obiezione di coscienza mi sembrerebbe davvero un atto criminale liberticida, se dovesse essere applicato.