Perché leggere questo articolo? L’armatore Aponte acquisterà il Secolo XIX, celebre giornale genovese. True-News.it ha intervistato Dino Giarrusso, europarlamentare ed ex giornalista d’inchiesta, sulle prospettive future dell’editoria in Italia.
Msc sta trattando col gruppo Gedi per l’acquisto del Secolo XIX, il principale quotidiano ligure. Era da più di 40 anni che un armatore non deteneva un giornale. Non succedeva dal 1978. Aponte è il primo armatore che entra nell’editoria dai tempi di Achille Lauro. True-News.it ha intervistato Dino Giarrusso, ex giornalista d’inchiesta e “iena”, oggi europarlamentare, sulla cessione del Secolo XIX e sulle nuove galassie del giornalismo, con il deputato Angelucci intenzionato ad acquistare Agi.
Giarrusso: “Armatore ha meno conflitto d’interesse di altri proprietari di giornali”
Riguardo la questione Aponte, Giarrusso ha le idee chiare. “Innanzitutto un armatore se dobbiamo dirla tutta ha meno conflitto d’interesse di altri proprietari di giornali, di televisioni. In sé non è uno scandalo particolare“. Il politico è più preoccupato di altre questioni. “Abbiamo costruttori, abbiamo aziende petrolifere e gruppi industriali che sono proprietari di giornali per altro di tiratura nazionale. Il Secolo XIX è un ottimo giornale ma è di Genova”, commenta. Importante capire come verrà gestito il giornale. “Naturalmente mi auguro che si tuteli la qualità. Spero che lo compri per rilanciarlo e per garantire a chi ci lavora soddisfazioni e non che sia un acquisto senza prospettiva”.
Le preoccupazioni sullo smembramento del gruppo Gedi
L’altro commento di Giarrusso riguarda il gruppo Gedi. “Il gruppo Gedi pian piano sta smembrando quello che era stato un impero editoriale e che ruotava intorno a Repubblica e L’Espresso ed era un punto di riferimento per una parte degli italiani”. Punto di riferimento che ormai non c’è più, a detta dell’europarlamentare. “Di conseguenza ritengo che il calo di lettori, non quello fisiologico di tutti i quotidiani, di questo quotidiano in particolare sia dovuto a scelte editoriali e contenutistiche che non soddisfano il pubblico classico di quel giornale”.
La vera preoccupazione arriva per quanto riguarda lo smembramento del gruppo. “Mi auguro che ci sia un miglioramento ma mi inquieta un po’ questa linea. Una linea sia contenutistica che poi imprenditoriale di quel gruppo. Mi sembra ci sia quasi aria di smobilitazione, di cessione continua. Poi mi auguro che ci sia un rilancio ma quello che succede non mi lascia ben sperare”, ha dichiarato a True-News.it Giarrusso.
Giarrusso: “Ora Aponte ha una grande responsabilità”
Il business di Aponte però rimane difficilmente tracciabile, complice la presenza in Svizzera della sede del gruppo. “Sinceramente non conosco la situazione fiscale dell’imprenditore Aponte. A me dispiace che molti gruppi italiani abbiano sedi all’estero e in qualche modo, legale, cerchino di aggirare il fisco italiano“, ha commentato. Situazione che però vale per tutti. “Mi risulta che parte dei gruppi Fiat e tanti gruppi industriali italiani abbiano sede in Irlanda, Svizzera e Lussemburgo. Non mi sembra il primo e temo non sia nemmeno l’ultimo”.
Per Giarrusso è più un problema di contenuti e di lavoro. “Quando uno ha un quotidiano dovrebbe essere trasparente ma non mi pare che tutti i grandi gruppi editoriali italiani abbiano proprietari le cui imprese abbiano tutte la sede in Italia“. Aponte, con questo acquisto si prende una grande responsabilità che se non rispettasse “porterebbe all’ennesima sconfitta”. Sconfitta che riguarda soprattutto Genova e la Liguria in generale. “Parlo soprattutto per una città che ha avuto un peso economico e politico in Italia e che ora ce l’ha un po’ meno. Se perdesse il giornale simbolo sarebbe una grave sconfitta”, dichiara l’europarlamentare.
Acquisto Agi da Angelucci. “Situazione pericolosissima”
Una preoccupazione maggiore per Giarrusso arriva invece dalla possibilità di acquisto di Agi da parte di Angelucci, deputato della Lega. “Quella di Agi è pericolosissima perché è una società controllata dallo Stato, dal MEF in questo caso, che cede un asset importante ed influente come Agi ad un parlamentare italiano“. La situazione è preoccupante in quanto “c’è un conflitto di interessi grande quanto una casa“.
Giarrusso, da europarlamentare, afferma a True-News che in qualsiasi altro paese europeo questa situazione non sarebbe neanche pensabile lontanamente. “Non sarebbe plausibile in nessun Paese europeo che un parlamentare di quel paese acquisti da una società controllata dal governo di quel paese un asset strategico quale Agi. Nel resto dell’Europa non si fa, perché si dovrebbe fare in Italia?“. Il problema non si porrebbe se non fosse parlamentare. “Si può dire che sarebbe schierato politicamente ma tutti sono schierati politicamente, solo che lui è parlamentare. C’è un conflitto di interessi evidente”, ha affermato.
Le prospettive future dell’editoria. “Sempre più difficile avere editori puri”
Sulle prospettive future dell’editoria, l’ex “iena” non ha dei buoni presentimenti. “In Italia c’è sempre stata una commistione a volte torbida fra politica ed editoria. L’editore puro in Italia è una rarità”. Questo è un antico problema italiano secondo il politico. “Caltagirone è un editore ma la sua attività principale non è l’editoria e quindi usa il Messaggero e il suo peso in qualche modo come metodo di influenza per la sua restante attività. Berlusconi è stato un politico ed imprenditore importantissimo. Lì il contrario, prima è stato imprenditore dell’informazione e poi politico”. Ma non solo. “C’è il gruppo Agnelli che prima ancora di queste situazioni recenti aveva La Stampa di Torino e aveva degli interessi molto importanti”
“La prospettiva che io vedo è quella di una sempre maggiore difficoltà ad avere editori puri. Non è una buona prospettiva“, dichiara Giarrusso. E questo vale anche per i quotidiani online. “Ci sono quotidiani, cartacei e online, che non hanno lettori e che vengono però sostenuti con una perdita economica netta da parte dei proprietari, ma servono per essere più influenti a livello politico. A me questo preoccupa”. L’informazione, secondo l’europarlamentare, “deve essere informare il pubblico, non influenzare i cittadini e l’elettorato tramite un giornale che non legge nessuno ma che altri giornali riprendono”. Giarrusso, da ex giornalista d’inchiesta, si mostra allarmato. “Sono abbastanza preoccupato per lo stato delle cose. Mi piacerebbe che ci fossero più editori puri ma non credo che ce ne siano tanti”, conclude.