Perchè leggere questo articolo: fa discutere (anche all’interno della maggioranza) la proposta di Berrino (FdI) pe run inasprimento delle pene nei confronti dei giornalisti in caso di diffamazione a mezzo stampa. Il collega di partito Giovanni Posio difende l’emendamento: “Stiamo parlando di fattispecie di rilevanza penale”. L’intervista
Gianni Berrino, capogruppo di FDI in Commissione Giustizia a Palazzo Madama, ha proposto che i giornalisti condannati per diffamazione, in certi casi, possano addirittura essere puniti con il carcere. Nello specifico, tali emendamenti richiedono un inasprimento di pene per il reato di diffamazione a mezzo stampa, contemplando la detenzione fino a 4 anni e mezzo di reclusione per i giornalisti e multe fino a 120mila euro per “condotte reiterate e coordinate” legate alla diffusione di notizie false. Questa proposta ha generato dibattito poiché, sebbene la legge italiana già consenta la possibilità di condannare i giornalisti alla reclusione in caso di diffamazione, la Corte costituzionale nel 2021 ha stabilito che questa norma fosse illegittima. Anche all’interno del centrodestra ci sono state obiezioni e distinguo. E tra i meloniani? Ne abbiamo parlato con Giovanni Posio, consigliere comunale a Brescia in quota FdI. L’intervista
Fratelli d’Italia presenta un emendamento alla legge sulla stampa. Ira dell’opposizione, dubbi anche da Forza Italia. Cosa ne pensa?
Sono d’accordo con l’inasperimento della pena in caso di reiterata e voluta diffamazione a mezzo stampa in caso di addebito di un fatto specifico a una persona innocente poi rivelatosi falso. Questa norma non concerne di certo la libertà di stampa, ma la quantificazione della pena per una fattispecie comunque di rilevanza penale, in casi assai gravi e che nulla dovrebbero avere a che fare con giornalisti che esercitano in modo corretto e professionale il loro lavoro.
Il Pd insorge parlando di attacco “alla libertà di informazione”. Ci saranno delle ripercussioni sulla informativa?
Assolutamente no, come detto stiamo parlando di casi molto gravi e dolosi, di addebito voluto e reiterato di fatti falsi a danno di innocenti
Oltre all’articolo 595 del codice penale che disciplina la diffamazione a mezzo stampa, il relatore al ddl Gianni Berrino (FDI) propone di introdurre nell’ordinamento un altro articolo contro le ‘fake news’. Quanto le fake news sono un problema in Italia?
Le fake news sono un problema in tutto il mondo, a volte anche per la sicurezza nazionale degli stati. È dimostrato che le potenze straniere facciano circolare notizie false per scopi illeciti. Quando ciò si rivolge a danno di persone determinate la condotta è ancora più odiosa ed è giusto punirla severamente. Compito dello Stato è proprio quello di dettare le regole della civile convivenza, anche di rango penale. Abdicare a questa funzione significa dare campo aperto alla malvagità e non possiamo permettercelo. Basta chiedere alle vittime di queste odiose condotte.