Perchè leggere questo articolo? Avs vuole introdurre il reato di ecocidio. Con pene sino a venti anni. Il primo firmatario della proposta di legge è Filiberto Zaratti: “Punizioni severe? L’obiettivo è curare l’ambiente più che infliggere pene detentive. Le critiche di Enrico Costa sorprendono: proprio lui parla di iniziative fatte per ricercare visibilità…”
Reclusione da dodici a venti anni. Sospensione della pena subordinata al risarcimento integrale del danno e all’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza. Bonifica e ripristino dei luoghi. Non applicazione della prescrizione. Sono i contenuti della proposta di legge presentata alla Camera da Alleanza Verdi e Sinistra con primo firmatario Filiberto Zaratti, che mira ad introdurre nell’ordinamento il reato di ecocidio. Per capire meglio di cosa si tratta e cercare di rispondere alle diverse critiche sollevate abbiamo intervistato proprio l’onorevole Zaratti. Ecco cosa ci ha raccontato. “Punizioni severe? L’obiettivo è curare l’ambiente più che infliggere pene detentive. Le critiche di Enrico Costa sorprendono: proprio lui parla di iniziative fatte per ricercare visibilità…” L’intervista
Da cosa nasce l’idea di introdurre il reato di ecocidio?
L’idea di introdurre il reato di ecocidio nasce da un movimento internazionale che mira a includere questo crimine nello Statuto di Roma. Con il peggioramento delle condizioni ambientali a livello globale, è diventata sempre più urgente la necessità di definire questo nuovo reato per tutelare gli interessi delle future generazioni e prevenire crimini contro l’ambiente. Questo movimento fa riferimento a reati particolarmente gravi come l’uso di armi di distruzione di massa, lo spostamento forzato di popolazioni (come l’Esta) e l’inquinamento causato dalle grandi industrie. All’interno del movimento, vari Paesi stanno cercando di introdurre il reato di ecocidio nelle loro legislazioni nazionali.
Il parlamentare Enrico Costa ha criticato l’introduzione del reato di ecocidio, affermando che si tratta del «classico utilizzo della giustizia come scorciatoia per ottenere visibilità». Costa ha sostenuto che l’azione mira principalmente a ottenere titoli sui giornali.
La critica di Costa sorprende, considerando che è sempre stato un collega ben preparato. È inappropriato esprimere giudizi tranchant senza aver letto la proposta di legge. Se l’unico criterio per proporre una legge fosse la ricerca di visibilità, cosa dovremmo dire delle numerose iniziative di Costa che non hanno mai visto la luce?
Dai 12 ai 20 anni di reclusione è comunque una pena importante…
La proposta di legge prevede pene severe, inclusa la reclusione da tre a sei anni per l’istigazione, il favoreggiamento, la complicità e il tentativo di commettere il reato di ecocidio. Le pene possono essere applicate anche quando il crimine è commesso all’estero da un cittadino italiano. Le pene per chi commette un reato così grave vanno dai 12 ai 20 anni di reclusione. L’articolo 5, però, prevede che chi mette in sicurezza i luoghi colpiti possa beneficiare della sospensione della pena. L’obiettivo è curare l’ambiente più che infliggere pene detentive.
Queste misure secondo lei disincentiveranno realmente chi fa danni all’ambiente?
Secondo me, questa legge è fondamentale per creare una legislazione che tuteli l’ambiente. Penso che possa disincentivare le persone dal danneggiare l’ambiente e contribuire a creare una consapevolezza dei grandi pericoli che corrono il nostro pianeta. Pertanto, ritengo che sia molto utile.