Perchè leggere questo articolo? Luciano Lucchetti, ex ingegnere capo del Comune di Ancona, è uscito indenne dal 34esimo procedimento giudiziario nei suoi confronti. Una vicenda emblematica delle assurde difficoltà a cui vanno incontro i dirigenti comunali italiani. Ma il diretto interessato la prende con filosofia: “Più il parafulmine è grosso e maggiormente attira i fulmini. Ma se si lavora in buona fede, la giustizia c’è”. L’intervista
Una vicenda locale. Succede ad Ancona: cinque antiche panchine in piazza Cavour per le quali il Comune avrebbe dato il via libera al restauro senza richiedere l’autorizzazione della Sovrintendenza. Ne è scaturito un procedimento giudiziario, con la Procura che ha portato a processo l’allora ingegnere capo del Comune, Luciano Lucchetti. Che alla fine, è notizia di questi giorni, è stato assolto. Cosa c’è di eclatante in questa storia? Che, come raccontato dallo stesso Lucchetti, ormai in pensione da sette anni, si tratta del 34esimo procedimento che ha dovuto subire per fatti legati alla sua attività di amministratore. E per 34 volte è stato assolto. Una follia italiana. True News ha raggiunto l’ingegnere per farsi raccontare la sua storia. “Più il parafulmine è grosso e maggiormente attira i fulmini. Ma per carattere non somatizzo. E credo che alla fine ci sia sempre giustizia“. L’intervista,
Ingegner Lucchetti, partiamo dall’ultima assoluzione. Cosa è successo?
La mia figura di dirigente finiva con l’approvazione del progetto esecutivo e della gara non potevo chiedere il permesso in quanto non avevo più titolo per intervenire nel procedimento. Nella scheda della lavorazione della panchina c’era scritto che tutti i pezzi metallici della lavorazione della panchina dovevano essere trattati con una zincatura da eseguire in vasca. Ovviamente non si poteva portare l’officina fisicamente dove ci sono le panchine, era naturale che si sarebbe dovuta spostare la panchina. Se fosse stata necessaria una specifica autorizzazione allo spostamento non ero io a doverla dare. Questo è stato compreso sia dalla Procura che dal giudice i quali mi hanno assolto perché il fatto non sussiste.
Il fatto che abbia subito 34 procedimenti è un paradosso molto italiano. Come commenta questo fatto?
Più il parafulmine è grosso e maggiormente attira i fulmini. Io ero l’ingegnere capo e quindi il destinatario di tutto quello che non funzionava tra cui le denunce dei cittadini che cadevano in una buca o si facevano male su marciapiede. Un po’ per il mio carattere che non somatizzo questi fatti e un po’ perché sono sempre stato convinto di aver agito in buona fede per tutelare il patrimonio pubblico, luoghi dove e più facile farsi male. Cercavo sempre di sistemare al meglio il patrimonio.
Che messaggio vorrebbe lasciare a chi come lei si impegna molto ma è vittima di queste assurdità?
Vorrei dire di fare il proprio mestiere con la massima determinazione, fermezza e chiarezza senza incorrere in sotterfugi. Dopodiché, anche con le denunce, la giustizia c’è ed è sempre dalla sua parte.