Home Esclusiva True “In Europa un’ondata di scontento sull’Ucraina, pessimo segnale”: Forchielli legge l’Europa post-voto

“In Europa un’ondata di scontento sull’Ucraina, pessimo segnale”: Forchielli legge l’Europa post-voto

FORCHIELLI

“L’Europa che esce dal voto è sempre più presa dalle incognite e dalle prospettive incerte sul suo futuro”. Alberto Forchielli, economista e Managing Partner di Mindful Capital Partners, in una conversazione con True-News, legge l’Unione Europea che esce dalla tornata comunitaria e le sfide che la aspettano. Partendo da una presa di posizione chiara: è problematico constatare il dato di fatto di una crisi congiunta di Francia e Germania. A cui non è estranea la guerra in Ucraina.

Dottor Forchielli, ritiene problematico che nell’Europa post-voto Parigi e Berlino si trovino in una situazione critica?

“Si, dato che storicamente l’Europa unita ha tenuto quando Francia e Germania sono stati stabili alla sua testa. Ora Emmanuel Macron e Olaf Scholz sono stati profondamente delegittimati. Il primo ha dovuto sciogliere l’Assemblea Nazionale dopo il trionfo della destra lepenista, in Germania la socialdemocrazia di Scholz è stata surclassata dalla Cdu ed è minoritaria, ma il dato più allarmante è il boom dell’ultradestra. Soffia su entrambi i Paesi, che vivono una situazione di precarietà interna”.

Su che motivo bisogna concentrarsi per capire le ragioni di questa svolta?

“A mio avviso penso che si debba partire da un dato fondamentale: in Europa si è alzata un’ondata di scontento e disaffezione per il sostegno mostrato dai Paesi dell’Unione all’Ucraina. La guerra portata da Putin che minaccia la sicurezza collettiva è vista sempre più come un fastidio, se non addirittura un ostacolo da una larga parte di elettorato. Per diversità di priorità, ignavia, indifferenza o ostilità, ma non fa differenza: questo malcontento esiste. E non a caso ha punito i leader più convinti nel sostegno a Kiev. Un pessimo segnale”.

La Russia ha interesse a un’Europa disunita?

“Ne ha tutto l’interesse e c’è da dire che l’Ue spesso fa di tutto per non cercare questa unità. Di fronte alle sfide dei Paesi rivali, delle autocrazie e delle potenze extraeuropee, del resto, per l’Unione basterebbe una scala di priorità chiara e ben circoscritta: una politica estera comune, una sola voce di fronte al resto del mondo, un esercito europeo”.

Potrà essere Ursula von der Leyen a costruirla in un secondo mandato alla Commissione?

“Non siamo così addentro alle dinamiche di palazzo europee per concentrarci sui singoli nomi. Pongo però una riflessione: i margini per una riflessione in tal senso non mancano. Il terremoto in Francia e Germania non ci deve far scordare che alle forze europeiste, sostanzialmente, è andata meglio di quanto si pensasse. Le destre estreme avanzano in Paesi strategici ma restano minoranza. L’asse popolari-socialisti-liberali regge e in Paesi come la Germania, del resto, l’ultradestra è contenuta proprio dai conservatori moderati. Insomma, ci sono i margini per costruire. Ma aggiungo un dato legato a un tema chiave, la transizione green”

A cosa si riferisce?

“Al fatto che con ogni probabilità per puntellare la Commissione servirà ampliare la maggioranza ai Verdi. E questo è un segnale che può esser visto tutt’altro che positivamente sui doverosi fronti della politica economica e industriale, perché significa che non si invertirà in questo caso la dannosa decisione del 100% elettrico che ha danneggiato l’industria dell’auto europea. Non dimentichiamoci che oltre alla guerra in Ucraina un fattore di rivolta delle destre populiste è legato anche alla disaffezione per la transizione green così come è stata strutturata”.

Sul fronte dell’Italia in Europa, come la vede?

“Giorgia Meloni ha ottenuto un buon risultato, Fratelli d’Italia è cresciuta senza che il governo aprisse eccessivamente i cordoni della borsa per fare promesse elettorali. Ora si pone il grande tema di cosa fare di questo risultato. Meloni sceglierà l’Europa, le sue logiche e le sue regole o cederà alle sirene del consenso della destra sovranista? Probabilmente in una prima fase cercherà di tenere il piede in due scarpe. Ma presto o tardi verrà il momento di scegliere”.