Perché leggere questo articolo? L’inchiesta in Liguria che ha portato ai domiciliari il governatore di centrodestra Giovanni Toti riapre i giochi per le prossime regionali. Nel centrosinistra aspettano le elezioni e preparano le loro mosse. Ma preoccupano le fratture tra Pd e M5s. E c’è prima da superare lo scoglio Europee..
Il centrosinistra in Liguria vede le urne anticipate
Giovanni Toti ancora non si dimette, ma l’ipotesi di elezioni regionali anticipate in Liguria è più che mai concreta. Lo confermano a True-News.it fonti del centrosinistra locale: “La Meloni mollerà Toti dopo le europee con l’obiettivo di candidare uno di Fratelli d’Italia”. Il timing della crisi, infatti, prevede le dimissioni di Toti, attualmente agli arresti domiciliari, solo a giugno. Una volta acquisito il risultato del voto per il rinnovo del Parlamento europeo. Dunque il campo largo si sta preparando. Però lo scenario è frastagliato. E potrebbe riproporsi lo scenario della Basilicata o del Comune di Bari.
Il campo largo in Liguria e l’incognita Conte
Un’alleanza tra Pd e M5s che fa fatica a trovare un candidato comune. Il problema maggiore, come negli altri due ultimi casi, sarà l’atteggiamento di Giuseppe Conte. “Il fatto è che dopo le europee potrebbe cambiare il mondo”, continua la nostre fonte, ben inserita nelle dinamiche dei progressisti in Liguria. Insomma, l’incognita è Conte.
Orlando in pole position
Ma chi sono i pretendenti alla carica di governatore della Liguria? In pole position, stando alle indiscrezioni che arrivano dal Pd ligure, c’è l’attuale deputato Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro. Ma soprattutto dirigente storico della sinistra dem. Orlando già sei mesi fa ha manifestato la sua intenzione di candidarsi alla carica di Presidente della Regione. In quel caso a scadenza naturale, nel 2025. “Se voleva candidarsi allora con Toti che andava a gonfie vele, figuriamoci adesso”, spiega un deputato genovese del Pd. Inoltre Orlando, praticamente, è stato il grande elettore di Elly Schlein in Liguria all’ultimo congresso nazionale. La segretaria, dunque, non avrebbe vita facile a frapporsi tra Orlando e la corsa a governatore. Uno dei motivi per cui Schlein potrebbe osteggiare l’ex ministro sarebbe il M5s. I sostenitori di Orlando sono preoccupati dal fatto che Conte possa considerare l’esponente del Pd come un uomo troppo legato all’apparato del Nazareno. In questo caso si riproporrebbe la polveriera lucana o barese. Con Schlein alle prese con i veti dei Cinque Stelle e con gli equilibri interni al Partito Democratico.
L’alternativa Pastorino
L’altro nome forte del centrosinistra è Luca Pastorino, deputato iscritto al Gruppo Misto ma vicino al Pd e soprattutto a Schlein. Il parlamentare genovese è espressione di una sinistra più movimentista ed era uscito dai dem nel 2015 in polemica con Matteo Renzi e con l’allora candidata governatrice del Pd Raffaella Paita. Due anni fa è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale Liguria 3, sostenuto dal centrosinistra come indipendente. Si tratta di un profilo potenzialmente più gradito al M5s e al leader pentastellato Conte.
Gli outsider
Resta l’ipotesi primarie. L’outsider del campo largo potrebbe essere la sindaca di Rossiglione, provincia di Genova, Katia Piccardo, quarantenne considerata l’enfant prodige dei dem liguri, candidata alla Camera nel 2022 senza essere eletta. Anche questo potrebbe essere un profilo in grado di calamitare il sostegno del M5s. Senza un accordo nel campo largo, Conte potrebbe decidere di correre in solitaria. Anche se in Liguria i grillini sono debolissimi. L’uomo forte del Movimento è l’ex consigliere comunale di Genova Luca Pirondini, attualmente senatore. Potrebbe essere lui un ipotetico candidato presidente “di bandiera”.
Lo spettro delle liti del campo largo in Liguria
Dopo gli arresti di Toti il centrosinistra rivede la vittoria in Liguria. Ma le liti nel campo largo sono sempre dietro l’angolo.