Perché leggere questo articolo? Intervistato da True-News.it, lo storico e politologo Aldo Giannuli, commenta i tragici eventi a Rafah e il cambio improvviso dell’opinione pubblica nei confronti di Israele. “Israele sta distruggendo il principio di legittimità della sua esistenza”.
Le tragiche immagini di quello che sta succedendo a Rafah sono sotto gli occhi di tutti. Bambini decapitati e bruciati vivi, civili morti e distruzione. Giannuli ha le idee chiare su quello che sta accadendo. “Sta succedendo semplicemente che Israele non viene fermato efficacemente né dalla comunità ebraica internazionale né dai governi occidentali che hanno la colpa di essere alleati di un criminale di guerra”. Netanyahu quindi, non essendo fermato da nessuno, “procede con i suoi massacri”.
Giannuli: “Non è ancora un genocidio ma si va verso quella direzione”
Il genocidio è sempre più vicino. “A mio avviso questo è l’inizio di un genocidio”, ha continuato. “Non è ancora il genocidio ma stiamo andando verso quella direzione e purtroppo la reazione internazionale non è quella che dovrebbe esserci”. Presenti in quelle zone e quindi a rischio di vita ci sono centinaia di migliaia di civili palestinesi. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha però ribadito che le forze israeliane non hanno ancora lanciato nessuna vera offensiva contro Rafah. Queste frasi però, allarmano Giannuli. “Se non hanno ancora iniziato, figurati cosa faranno quando inizieranno”, ha ribadito.
Secondo lo storico le immagini drammatiche che stanno circolando in questi giorni dovrebbero essere sufficienti. “Se non bastano i bambini decapitati e bruciati e i bombardamenti che stanno facendo, proviamo a immaginare cosa faranno se non ci muoviamo”. Gli Stati Uniti però hanno più volte invitato Israele a “rispettare i diritti umanitari”. Frasi a cui però Giannuli non crede. “Si rattristassero un po’ meno e ritirassero le portaerei che supportano Israele”, ha aggiunto.
Giannuli: “Italia e altri Stati occidentali prendessero in considerazione il riconoscimento della Palestina”
Negli scorsi giorni tre Stati europei, Irlanda, Spagna e Norvegia hanno ufficialmente riconosciuto la Palestina. “Vorrei ricordare che sono oltre 140 gli Stati che riconoscono lo stato di Palestina”. Che è già molto più della metà degli Stati del mondo. E’ fondamentale, secondo il politologo, che tutti i restanti Stati riconoscano il prima possibile la Palestina. “Sarebbe il caso che anche il governo italiano e gli altri governi occidentali prendessero in considerazione questa scelta”.
Ma questi riconoscimenti potrebbero effettivamente cambiare qualcosa? “Dipende”, secondo Giannuli. “Dipende dalla capacità che c’è di portare la questione sui tavoli internazionali”. Lo storico non parla tanto del Consiglio di Sicurezza “dove gli amichetti americani porrebbero il veto”. Quanto piuttosto in Assemblea Generale “dove non è possibile porre il veto e dove comunque si può chiedere a Israele, pena l’esclusione dall’Onu, di fermarsi”.
Le proteste globali e il popolare hashtag #AllEyesOnRafah
Numerose le proteste degli ultimi giorni a causa della drammatica situazione a Rafah. Anche i social network pullulano di raccolte fondi per aiutare i civili. Su Instagram è virale l’hashtag #AllEyesOnRafah, che ha raccolto oltre 41 milioni di storie in poco più di 24 ore. L’opinione pubblica in pochi mesi sembra sostenere maggiormente le cause palestinesi. Giannuli è d’accordo e ha avvertito un grande cambio nell’opinione pubblica nelle ultime settimane. “La gente è stata a fianco di Israele anche il 7 ottobre quando Israele è stata aggredita”. Tutto è cambiato dopo una serie di attacchi spropositati di Netanyahu. “Dopo, con questo comportamento da belve naziste, giustamente c’è una reazione”, ha commentato.
Giannuli: “Israele sta distruggendo il principio di legittimità della sua esistenza”
Ad essere dalla parte di Israele sono ormai sempre meno persone e Stati, secondo Giannuli. “Soltanto i governi occidentali sono dalla parte di Israele”. Le proteste da ogni parte del mondo però mostrano come la gente abbia progressivamente cambiato idea. “L’opinione pubblica globale ormai è contro Israele”. E i motivi di questo repentino cambio l’opinione pubblica si può solo attribuire ad Israele e a Netanyahu. “Israele sta distruggendo il principio di legittimità della sua esistenza”, ha affermato il professore. “Il ricordo della Shoah, del genocidio ebraico, sta per essere cancellato dal comportamento vergognoso di Israele”, ha concluso.