Arriva lo stop ai cellulari a scuola fino alla terza media. È quanto emerge dalla nuova circolare presentata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. «È un importante passo avanti per l’introduzione di norme decisive per ridare autorevolezza ai docenti e ripristinare nelle nostre scuole il principio di responsabilità individuale», ha commentato così il ministro durante il convegno “La scuola artificiale – Età evolutiva ed evoluzione tecnologica” tenutosi a Palazzo San Macuto, a Roma.
Tuttavia, il divieto non comprende l’utilizzo del tablet o del computer, che secondo Valditara «devono comunque essere usati sotto la guida del docente».
Stop ai cellulari: torna il diario
La circolare emessa nel 2022 vietava l’utilizzo degli smartphone tra i banchi, salvo che venissero usati a scopi didattici, con un occhio di riguardo da parte dell’insegnante. Ma da settembre, non sarà più così.
Oltre al divieto, ci sarà un ritorno del celebre diario, sostituito interamente negli ultimi anni dal registro elettronico. La piattaforma online potrà essere consultata dai genitori, ma gli alunni dovranno impugnare la penna e scrivere i compiti su carta.
Ma come si potrà monitorare questo cambiamento? Ne abbiamo parlato con la sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti. «Basta distrazioni, servono rapporti più naturali tra alunni e docenti». L’intervista.
Frassinetti, niente più cellulari a scuola fino alla terza media. Quali sono gli obiettivi di questa circolare?
Gli obiettivi principali sono quelli di far sì che gli studenti abbiano un rapporto con i docenti più naturale, senza la distrazione che i cellulari possono causare a scuola. Parliamo soprattutto di scuola primaria e di secondaria inferiore, quindi sono ragazzini o bambini addirittura. La capacità e la responsabilità di gestire uno strumento esterno in autonomia non ce l’hanno ancora. Si tratta di una regola di buon senso.
L’applicazione di questa misura può risultare complessa da monitorare. Come si può fare per accertarsi che venga rispettata?
Ci sarà sicuramente una vicinanza da parte dei dirigenti scolastici, gli studenti lasceranno i cellulari all’ingresso dell’istituto, per poi riprenderlo alla fine delle lezioni. Abbiamo comunque la garanzia di poter avvisare le famiglie, siccome è sempre stato fatto anche quando il cellulare non esisteva. Molte volte viene usata questa scusante, ma se un alunno deve comunicare con il genitore lo dice direttamente al professore, e immediatamente la famiglia viene contattata.
Ha fiducia nella sua piena applicazione?
Sono convinta che non ci saranno tanti tentativi di eludere questa circolare, soprattutto perché anche i genitori chiedono questo. Abbiamo avuto una fase d’ascolto dove i genitori hanno dichiarato di non condividere l’utilizzo del cellulare a scuola da parte dei propri figli, che appunto come dicevo può distrarre. Ci sono i libri e ci sono i docenti. Dopodiché, se ci sono delle attività informatiche da fare, esistono delle aule specifiche con materiale informatico, come la lavagna lim e gli iPad. Ci sono quindi gli strumenti necessari ad operare da un punto di vista informatico, senza il bisogno di utilizzare il proprio smartphone.
Non c’è il rischio che i tablet e i pc possano rapidamente sostituire l’utilizzo dei cellulari?
No, perché quel tipo di tipologie sono gestite dai docenti, quindi si usano solamente quando ci sono delle applicazioni informatiche da effettuare. Non rimane in possesso dello studente, evitando così che possa essere usato anche per altri motivi, quindi su questo siamo abbastanza tranquilli.
Come faranno gli studenti DSA che magari utilizzavano il cellulare a scopo didattico? Ci saranno dei permessi eccezionali?
Ogni esigenza particolare verrà valutata in base all’autonomia scolastica da ogni istituto. Certo che le eccezioni, se motivate da cause stringenti e gravi, sicuramente ci possono essere. Però ecco, l’iPad è anche più facile da usare, penso che sia la soluzione migliore.
Eccezioni anche per chi ha problemi economici?
Tantissime scuole hanno i tablet proprio in dotazione, quindi questo è importante. Ci sono inoltre molte aule approntate per poter effettuare delle lezioni di informatica, oltre ai laboratori più specifici. Dipende ovviamente anche dalla tipologia di scuola.
La deputata del PD Marianna Madia ha definito la circolare «una risposta piccola ad un tema enorme, su cui servirebbe più coraggio», invitando il governo ad «approvare la proposta di legge bipartisan che regola l’uso sicuro e consapevole dei social media e di Internet per bambini e ragazzi».
Non penso che sia una proposta piccola, ma una proposta realistica. Bisogna sempre partire dalle cose che si possono fare, e che è utile fare. Poi naturalmente se ci sono delle proposte di legge si possono valutare in futuro. Però questo è un segnale importante che ci voleva perché si basa sulla concretezza e il realismo.