Perché leggere questo articolo? Che aria tira in Veneto dopo le tensioni tra Zaia e Salvini? Lo abbiamo chiesto a Roberto Marcato, assessore leghista in Veneto e membro della Lega dal 1992.
Aria di tensione in Veneto. Dopo aver accantonato la speranza di un terzo mandato per il governatore in carica Luca Zaia, si cerca di capire chi potrà essere il suo sostituto. Salvini ha parlato di una “lista di dieci nomi” per comprendere il successore di Zaia. Lista che però porta malcontento tra i militanti veneti. True-News.it ha intervistato Roberto Marcato, volto storico della Liga Veneta e assessore regionale.
Marcato: “Clima non sereno anche a causa del terzo mandato”
“Che non ci sia un clima proprio sereno è vero”, conferma subito Marcato. I motivi di questo clima teso sono evidenti secondo l’assessore. “Diciamo che l’abbandono della lotta per il terzo mandato e questa ipotetica lista di dieci nomi non sono stati accolti benissimo”.
Secondo Marcato la figura del presidente Zaia è quasi inattaccabile. “Non è una figura sostituibile in maniera così immediata. Anche l’ultimo sondaggio lo da come governatore più amato d’Italia. Immaginare che ci siano addirittura dieci nomi che possano sostituirlo non è vero”, ha aggiunto. Marcato crede comunque fortemente nella classe dirigente veneta. “Che poi ci siano uomini e donne all’interno della Lega in grado di fare il presidente della regione del Veneto è vero e sono anche più di dieci. Non è così semplice però”.
La “lista dei dieci nomi”: “Il candidato lo scegliamo noi veneti”
La lista dei dieci nomi proposti da Salvini non convince la Liga Veneta, Marcato in particolar modo. “Voglio essere molto chiaro e tranquillizzo tutti. In Veneto il candidato o la candidata alla presidenza lo scegliamo noi veneti. Non lo decide né Roma né Milano”, ha affermato con convinzione. “Io non mi sono mai permesso di dire chi potrebbe essere il presidente della Lombardia o del Piemonte”.
Marcato ha parlato di correttezza nei confronti del territorio e dei militanti per scelta del prossimo candidato alla presidenza della regione, facendo un paragone con l’ultimo insuccesso del centrodestra dal punto di vista delle elezioni regionali. “A me questa storia che decide Roma non ha mai convinto e abbiamo già avuto tra l’altro degli esempi non proprio fausti”. L’assessore si riferisce al caso della Sardegna dove le decisioni sono state prese direttamente da Roma “e abbiamo visto come ha reagito il popolo”.
Marcato: “Zaia? Potrebbe essere un grande presidente della Repubblica”
“Il partito ha un bisogno vitale di riflessione”, ha affermato Roberto Marcato a True-News.it. Riflessione che deve partire a prescindere dal risultato elettorale delle imminenti europee. “Non è che se magari Vannacci farà prendere qualche voto in più allora tutto è passato. Non è così che funziona”. Il risultato quindi non cambierebbe la situazione. L’assessore è convinto che “serva un’assemblea federale vera perché è del tutto evidente che nell’ultimo periodo abbiamo avuto delle difficoltà”.
Sul futuro di Zaia invece Marcato è ottimista. Dopo la conferma del rifiuto del terzo mandato quale potrebbe essere il destino politico del presidente del Veneto? “Il presidente Zaia è in grado di ricoprire qualsiasi ruolo locale, nazionale e internazionale. Quello che lui farà lo deciderà lui”. Marcato però punta alla massima carica statale. “Per me Zaia potrebbe essere addirittura un grande presidente della Repubblica”, ha dichiarato.
La parabola discendente della Lega. “Dobbiamo ritornare ad avere un’identità forte”
La parabola discendente della Lega l’ha portata dall’essere il primo partito in Italia nel 2019 ad essere il fanalino di coda della coalizione del centrodestra secondo gli ultimi sondaggi pre-europee. La soluzione per Marcato è più facile di quanto si possa pensare.
“Noi dobbiamo ritornare ad avere un’identità forte, chiara e decisa. Dobbiamo smetterla di immaginarci come partito di destra o di estrema destra perché le categorie ideologiche non hanno mai fatto parte della nostra storia”. La Lega secondo l’assessore è sempre stata un grande contenitore ideologico. “Nella Lega hanno trovato albergo persone di destra, di estrema destra ma anche di sinistra e di estrema sinistra”.
Vannacci candidato: “Non c’entra nulla con la Lega”
Riguardo le ultime decisioni prese da Matteo Salvini sulla scelta di candidare il generale Vannacci per le europee, Marcato prende le distanze. “Dobbiamo smetterla di strizzare l’occhio a mondi omofobi. Io l’ho detto chiaro e tondo, Vannacci con la Lega non c’entra nulla”. La maggior parte delle dichiarazioni controverse del generale non sono piaciute all’assessore. “Per un leghista come me che è entrato nel 1992 sentire un mio candidato che di fronte alla domanda sull’autonomia dice che titolo quinto basta e avanza, mi fa capire che non può rappresentarmi in nessun modo”.
Marcato non critica solo le frasi sull’autonomia. “Oltre a questo c’è anche il fatto che pensa che gli omosessuali non siano normali e le sue frasi discutibili sui disabili”. Tutte le sue affermazioni rappresentano per l’assessore un pesante ancoraggio nel passato. “Noi siamo un partito di grande libertà che deve guardare al futuro”, ha aggiunto.
La riflessione profonda per superare le tensioni interne
Tutte queste tensioni interne nella Lega portano Marcato ad una riflessione profonda. “Non dimenticandoci mai che noi siamo il sindacato del territorio”. Nell’eventualità di un aumento dei contrasti sarebbe necessaria una modifica dell’assetto del partito. “Io che sono fondatore della Liga Veneta ho il ruolo di custode dei valori di questo partito”. Nel caso in cui questi valori dovessero essere cambiati allora “bisogna andare in un congresso e metterlo ai voti”. Da questo poi si dovrebbero trarre delle somme. “Se la maggioranza dei militanti decide che il partito è tutta un’altra cosa allora ne prendo atto e ognuno di noi deciderà se far parte della nuova storia della Lega oppure no”, ha concluso.