La gestione delle malattie croniche rappresenta una sfida costante per i sistemi sanitari, richiedendo soluzioni innovative e un riassetto organizzativo. Nuovi modelli di presa in carico dei pazienti mirano a migliorare la qualità delle cure e l’efficienza del sistema, ponendo al centro il benessere del paziente. Un approccio coordinato e sostenibile è essenziale per affrontare efficacemente la cronicità. Verso una strategia nazionale integrata, l’adozione di best practice e la collaborazione tra esperti e decisori politici sono fondamentali per promuovere un cambiamento positivo nel contesto sanitario nazionale.
Cronicità, sfida sempre aperta
Se ne è parlato nel panel intitolato “Cronicità, sfida sempre aperta”, edizione di Salute Direzione Nord, evento promosso dalla Fondazione Stelline e organizzato da Inrete. La manifestazione, tenutasi il 24 giugno presso il 39esimo piano, al Belvedere di Palazzo Lombardia, ha goduto del patronato di Regione Lombardia e del patrocinio del Comune di Milano. Ed ha visto la partecipazione di oltre 60 relatori, tra i quali i ministri Orazio Schillaci, Andrea Abodi, Giuseppe Valditara, Alessandra Locatelli, il governatore lombardo Attilio Fontana, il presidente di Aifa Robert Nisticò.
I relatori del panel delle 12 “Cronicità, sfida sempre aperta” sono stati Maria Cristina Cantù Vicepresidente Commissione 10° Affari sociali, Senato della Repubblica, Giovanni Satta Componente Commissione 10° Affari sociali, Senato della Repubblica, Alberto Ambrosio Direttore Unità Organizzativa Rete Territoriale, Direzione Generale Welfare, Regione Lombardia, Enrico Desideri Esperto del Ministro in programmazione, organizzazione e gestione delle Aziende e dei servizi Sanitari, Stefano Carugo Direttore UOC Cardiologia del Policlinico di Milano, Francesco Bandello Direttore Unità Oculistica, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano, Giovanni Staurenghi Direttore SC Oculistica, ASST Fatebenefratelli Sacco, Annarosa Racca Presidente Federfarma Lombardia, Giorgio Corsico Sr Dir Value, Access & Policy, Amgen Italia.
Desideri: “Equità e sostenibilità, due facce della stessa medaglia”
Secondo Enrico Desideri al cuore di un approccio teso a raggiungere tutti i potenziali pazienti ci deve essere “un cambiamento di approccio organizzativo. Equità e sostenibilità sono due facce della stessa medaglia, vanno di pari passo”. La spiegazione è semplice: “Accedere ai pazienti prima che la loro patologia si aggravi porta a contenere costi che successivamente sarebbero decisamente superiori”. Un approccio proattivo alla cura che è importante anche perchè “ogni cittadino si possa sentire al centro del sistema”. Un altro elemento preventivo è “il ruolo delle farmacie, che possono giocare un ruolo importante ad esempio nella verifica dell’aderenza del paziente alla terapia prescritta dal medico”.
Carugo: “Personale e stipendi, speriamo nell’autonomia”
Ha fatto una fotografia non priva di criticità Stefano Carugo: “Certo, la prevenzione sarebbe fondamentale, ma non abbiamo sufficiente presenza sul territorio. Il motivo? I medici sono mal pagati e scappano. Gli ospedali lombardi si svuotano di professionisti. Speriamo che l’autonomia possa aiutare ad intervenire sul personale e sugli stipendi. Ma serve il coraggio politico per manovre forti. Mentre oggi siamo giudicati esclusivamente con criteri quantitativi e questo non va bene”.
Racca: “Cronicità, farmacie pronte a fare la propria parte”
Annarosa Racca conferma la disponibilità delle farmacie a giocare un ruolo da protagoniste: “Nell’ambito della Famacia dei Servizi la Lombardia può già considerarsi piuttosto avanti. Il 55% delle vaccinazioni da Covid sono avvenute in farmacia. E abbiamo già 2mila presidi su 3mila in grado di svolgere attività di telemedicina”. Dal 28 maggio, dopo il via libera con una delibera regionale, è partito un innovativo servizio sperimentale: “Il paziente cardiopatico con ricetta più fare l’Ecg gratuitamente in farmacia, da dove poi il referto sarà inviato in ospedale. E’ una innovazione straordinaria. Sulla cronicità le farmacie possono fare molto, noi ci siamo”
Corsico: “Pubblico e privato assieme possono ottenere grandi risultati”
Giorgio Corsico ha raccontato la disponibilità della propria impresa a “fare sinergia, anche grazie alla tecnologia, per evitare la ‘dispersione’ del paziente. Pubblico e privato già oggi sono riusciti a trasformare alcune patologie tumorali in croniche. E questo è un grande risultato. Ed altri possono essere ottenuti analogamente”.
Cantù: “Ddl sulle patologie oculari, un seme per promuovere prevenzione, innovazione, ricerca”
Maria Cristina Cantù ha invece descritto l’iter del ddl 483 “Tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative” da lei presentato in Senato con relatore Giovanni Satta: “Il ddl prevede di agire prima ancora dell’insorgenza delle patologie, per andare a prevenire quelle con maggior carico invalidante. Non è semplice cambiare abitudini ma dobbiamo farcela. Questo disegno di legge è un seme per promuovere prevenzione, innovazione e ricerca”. Con sviluppi che vanno anche oltre gli orizzonti delle patologie oculari: “Alcune alterazioni retiniche identificano stadi precoci dell’Alzheimer: anche per questo è importante ricerca una vera innovazione”.
Satta: “Il ddl 483 è una piccola rivoluzione”
Giovanni Satta ha aggiunto che “dare attenzione ai pazienti è corretto anche dal punto di vista economico, perchè se non trattati adeguatamente possono trasformarsi in un maggiore costo sociale”. Il ddl 483? “Una piccola rivoluzione. E’ attualmente in commissione e presenteremo presto nostri emendamenti. Speriamo in una tempistica breve”.
Bandello: “Non investire nell’oculistica è follia”
Francesco Bandello è invece tornato a puntare l’indice su alcune storture dell’attuale sistema sanitario: “Gli studenti si rifiutano di fare gli assistenti in ospedale, i professionisti scappano. Non ci sono gratifiche ed il sistema non è allettante”. Parlando di tecnologia nel ramo oculistico: “Ci sono stati grandi avanzamenti ma restano altri problemi. Verso i quali vorrei che i decisori avessero più attenzione. Non investire nell’oculistica è follia”.
Staurenghi ed i costi indiretti legati all’ipovedenza
Infine, Giovanni Staurenghi ha sottolineato i “costi indiretti legati all’ipovedenza. Pensiamo ai caregiver, spesso familiari che devono assentarsi dal lavoro per prestare le cure. Introdurre innovazioni tecnologiche come una iniezione ogni quattro mesi invece che ogni mese cambiarebbe molto. Continuare invece con un approccio che porta a calcolare i costi al milligrammo non risolve nulla”.