Prezzi degli immobili alle stelle, mutui inaccessibili, affetti che rendono proibitivi gli atenei milanesi per una larga parte degli studenti. Il caro immobili è l’altra faccia del successo di Milano e rischia di avere pesanti ricadute sociali estromettendo dalla città intere categorie di cittadini e lavoratori. È questo uno dei temi al centro di “Riflessioni sulla Leadership”, la XXI edizione di Italia Direzione Nord, spin off della rassegna DN, nata per ragionare in modo apartitico e super partes dei temi relativi alla parte produttiva del Paese. L’evento, in corso presso la Fondazione Stelline di Corso Magenta, 61 a Milano, è organizzato da Fondazione Stelline insieme a Inrete con il patrocinio del Consiglio di Regione Lombardia, del Comune di Milano e con il contributo di Fondazione Cariplo.
Il panel di Italia Direzione Nord sulla casa
“Gli ultimi anni hanno riportato Milano a essere una città particolarmente attrattiva. Ora dobbiamo sforzarci di dare risposte sociali, ha affermato Marco Osnato, Presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati. Nel corso della sessione ‘Edificare diritti’. “Non bastano le grandi trasformazioni di rigenerazione urbana, se non si intende intervenire su aspetti meno glamour della città, per esempio sui grandi quartieri popolari. Questa è la grande sfida che dobbiamo porci”, ha aggiunto.
“Il tema è al centro del nostro impegno. Abbiamo un Piano casa da 1.570 milioni; di questi sono già stati spesi 800 milioni”, ha detto Paolo Franco, Assessore alla Casa e Housing Sociale Regione Lombardia. Oltre gli investimenti in strutture, ha aggiunto, “stiamo lavorando sui contributi per la morosità incolpevole; inoltre una variazione che estenda ai redditi più alti la possibilità di accedere a una parte degli immobili. Si tratta di un modo di estendere il diritto all’abitazione a fasce della popolazione che oggi sono in difficoltà ma rimangono esclusi dai criteri attuali, ma anche per promuovere il mix abitativo e prevenire fenomeni di ghettizzazione”.
Come Milano sta affrontando il problema della casa
“Il problema principale è che la crescita di attrattività del territorio, insieme a dinamiche immobiliari globali, hanno alzato la soglia economica necessaria per acquistare casa a una misura per cui la classe media non riesce più ad arrivare. Questo è il problema del nostro territorio”, ha spiegato Pierfrancesco Maran, Assessore alla Casa e Piano Quartieri Comune di Milano. “La situazione è dannatamente difficile perché il mercato salito troppo. Quali azioni fare? La leva del patrimonio pubblico è sicuramente importante. Andare verso lo 0 sfitti e offrendo case pubbliche a lavoratori che una volta non ne avevano bisogno è un primo passo”.
Urgente è il tema degli alloggi per gli studenti. “Il diritto alla casa e il diritto allo studio sono intimamente legati. E spesso sono entrambi diritti negati”, Marilisa D’Amico, Prorettrice Università Statale di Milano. “Oggi questa situazione sta impendendo agli studenti migliori, ma con meno possibile economiche, di venire a Milano”, aggiunge. “Inoltre, rischiamo di lasciare fuori anche altre fasce, come i giovani studiosi che non riescono più a stare in un’università milanese per fare ricerca”, ha proseguito D’Amico.
Si sta lavorando su molti fronti
Per esempio, “il modello Build to rent crea valore economico, sociale e ambientale”, ha detto Alessia Bezzecchi, Associate Professor of Practice Corporate Finance and Real Estate SDA Bocconi e Co-Director del Real Estate Innovation LAB. “Perché sia così è necessaria la presenza di un operatore professionale in grado di gestire lo stock di residenze e che si impegni a farlo nel lungo periodo; l’erogazione di servizi professionali e personalizzati; building performanti e, infine, un modello di business che crei economie di scala”.
“È necessario pensare a un grande piano che possa consentire di ristrutturare l’intero patrimonio aprendo anche un dibattito sul tema della cooperazione con investitori istituzionali e pubblici”, dice Simone Dragone, Presidente MM Spa. “Se da metà degli anni 90 a tutto il 2000 ci siamo posti il tema della riqualificazione dei centri, evidentemente i prossimi dovranno essere le semiperiferie e le periferie, presentano attenzione al coordinamento tra interventi ERP ed ERS: è fondamentale guardare a queste abitazioni a 360 gradi, come parte integrante dei quartieri e non come corpi a sé stanti”.
“Una linea guida è riqualificare e mettere più rapidamente possibile a bando alloggi sfitti. Nell’ultimo quinquennio abbiamo investito circa 80 milioni e realizzato 7.000 riqualificazioni, 1.300 solo nel 2023. Non basta, ma questo dà un segnale”, ha affermato Matteo Mognaschi, Presidente Aler Milano, che ha sottolineato come lo scenario stia cambiando sotto molti punti di vista: “Quando parliamo di edificare diritti non parliamo più della semplice abitazione, ma dei servizi che ci ruotano intorno. Per esempio, la popolazione sta invecchiando: ciò pone problemi di presa in carico che vanno oltre la semplice assegnazione dello spazio”.
Un’emergenza con cui convivere
“Dobbiamo vivere l’emergenza casa come priorità politica e non solo economica”, dice Carlo Cerami, Presidente CdA Redo Sgr. “Noi dobbiamo combattere la gentrificazione che è quel fenomeno che si ha quando il successo di una città supera una soglia tale da renderla inarrivabile per chi ha determinato quel successo. Oggi Milano è una capitale culturale, della ricerca, della salute, della formazione. È immaginabile un futuro di Milano senza queste componenti? No”, ha aggiunto. “Dobbiamo dunque andare tutti in questa direzione”.
Fondamentale per Emiliano Cacioppo, Consigliere Delegato CMB, è la collaborazione pubblico-privato. “Se noi vogliamo garantire un diritto serve uscire dagli steccanti in cui questo Paese è finito negli ultimi anni e che ha contrapposto il pubblico al privato. Questo è un problema di questa società che ha prodotto dei danni. Oggi si sta provando a intervenire e promuovere una maggiore collaborazione, smettendo di guardare il privato come lo speculatore, ma in un’ottica di partenariato in cui il pubblico fa il proprio mestiere, ma il privato copre spazi che il pubblico non può seguire”, ha concluso.