Territorio e medicina nucleare, queste le nuove frontiere in oncologia. Anche di questo importante tema si è discusso durante la 23esima edizione di Salute Direzione Nord, evento promosso dalla Fondazione Stelline e organizzato da Inrete. La manifestazione, tenutasi il 24 giugno presso il 39° Belvedere di Palazzo Lombardia, ha goduto del patronato di Regione Lombardia e del patrocinio del Comune di Milano. Oltre 60 relatori si sono alternati, tra i quali i ministri Orazio Schillaci, Andrea Abodi, Giuseppe Valditara, Alessandra Locatelli, il governatore lombardo Attilio Fontana e il presidente di Aifa Robert Nisticò.
Nel panel delle 15, dal titolo “Territorio e medicina nucleare: le nuove frontiere in oncologia”, sono intervenuti Elena Murelli, senatrice della Commissione 10° Affari sociali, Pierpaolo Sileri, dell’unità di chirurgia colonproctologica e malattie infiammatorie croniche intestinali, Irccs Ospedale San Raffaele, Alessandro Stecco, primario di radiologia presso l’ospedale Sant’Andrea di Vercelli – Università degli studi del Piemonte Orientale, Massimo Falconi, direttore del Pancreas center, Irccs Ospedale San Raffaele, Anna Maria Mancuso, presidente Salute Donna Onlus e William Vaccani, Gm Italia, Malta e Israele, Ge HealtCare Pharmaceutical Diagnostics.
La senatrice Murelli: “Nostro sistema sanitario invidiato in tutto il mondo ma necessità rinnovamento”
“Per quanto riguarda il nostro sistema sanitario, è un sistema universalistico e che tutti ci invidiano ma che deve essere rinnovato. Anche nei processi e nella burocrazia”, ha spiegato Elena Murelli. “Ogni territorio e ogni regione ha stabilito le proprie linee guida e queste sono disomogenee. Bisogna mettere il paziente al centro e non con disomogeneità. Anche nelle reti oncologiche”
La senatrice ha inoltre affermato che c’è stata un’indagine conoscitiva sull’edilizia sanitaria. “È emersa che i sistemi sanitari non sono stati ammodernati a causa delle difficoltà nella burocrazia. Ecco perché dobbiamo andare ad alleggerire i processi di innovazione del sistema sanitario”. Necessaria quindi una panoramica delle regioni e capire dove non sono stati utilizzati i fondi. “Da una parte quindi fare la mappatura delle regioni e capire quali sono le esigenze per l’ammodernamento del sistema anche dal punto di vista delle innovazioni, per lasciare ambienti più moderni per i pazienti e per chi lavora”.
L’intervento di Mancuso a Salute Direzione Nord
“Basterebbe che il paziente fosse seduto sui tavoli decisionali. L’importanza di chi vive un percorso di malattia e il saperlo ascoltare significa creare servizi ad hoc”, ha affermato Anna Maria Mancuso. Come si può arrivare quindi a capire i bisogni dei pazienti se non si ascoltano? “Con Salute Donna abbiamo istituito due intergruppi parlamentari dove hanno aderito più di 150 deputati. Ci sono 150 interlocutori con i quali comunichiamo quasi giornalmente, portando a loro le esigenze dei pazienti. Qualche risultato lo abbiamo ottenuto, tipo il fondo per i farmaci innovativi”.
Come associazione di pazienti quindi, Salute Donna cerca di capire le performance delle regioni. “C’è un piano oncologico e bisogna avere il coraggio di applicarlo. Le regioni hanno già l’autonomia sulla sanità e bisogna che loro facciano qualcosa per garantire la salute dei cittadini”.
Stecco: “Fondamentale l’argomento della medicina nucleare”
“L’oncologia oggi ha bisogno di iniezioni maggiori di energie perché sta avendo sfide importanti”, ha dichiarato Alessandro Stecco. Uno degli argomenti fondamentali di oggi è quindi la medicina nucleare. Ma non solo. “L’altro tema è che esiste una carenza di insegnamento della medicina nucleare nelle università. Se si insegna ai nuovi medici è opportuno che si possa insegnare dal punto di vista dell’expertise”.
Sileri a Salute Direzione Nord: “Necessario fare una giusta programmazione”
“Serve una migliore gestione delle risorse. È vero che oggi le risorse oggi sono carenti considerando la popolazione che invecchia”, spiega Pierpaolo Sileri. Importante quindi una giusta programmazione. “Sul territorio abbiamo due baluardi, i medici e le farmacie. Bisogna utilizzare tutti quei modelli che oggi ci da la tecnologia, come l’intelligenza artificiale”. Questo può migliorare la diagnostica in futuro.
“Bisogna utilizzare quindi tutto quello che oggi è disponibile per superare questi limiti. Ma il territorio è fatto di persone quindi bisogna aumentare medici di medicina generale. La burocrazia oggi per i medici oggi è troppa”, ha aggiunto. “La formazione la fai in base alle tecnologie che hai a disposizione. Oggi in Italia si parla della malattia ma nessuna parla della formazione. Andrebbe inserito un nuovo modello nei percorsi formativi”.
Falconi e la difficoltà di diffondere lo stesso messaggio in tutta Italia per il tumore al pancreas
“La patologie di cui mi occupo io, cioè il timore del pancreas, è difficile che possano avere una capillarità. La mortalità può essere in un centro inferiore al 2% ma può anche arrivare al 25%”, afferma Massimo Falconi. “Le associazioni pazienti in Lombardia hanno trovato una sponda politica e successivamente c’è stato un decreto attuativo che riconosce e certifica alcuni centri come autorizzati che sono autorizzati a fare certi tipi di intervento”. Difficile comunque diffondere lo stesso messaggio con 21 sistemi sanitari nazionali.
Vaccani e la teragnostica a Salute Direzione Nord
“Teragnostica, unione di terapia e diagnostica. Questa branca unisce questi due elementi. Si può quindi usare lo stesso farmaco della diagnostica anche per curare. Con questo tipo di farmaco diagnostico/terapeutico si è in grado di diagnosticare il paziente in maniera precoce e poi fare un follow up costante sull’efficacia della terapia”, ha spiegato William Vaccani.
“Portare l’evidenza clinica alla disponibilità territoriale ha una serie di criticità. Uno è il tema dell’approccio e il tema regolatorio. Bisogna pensare che le terapia dovranno essere registrate”. C’è quindi anche l’approccio delle aziende. “Le aziende devono ancora fare innovazione e formazione. Formazione su quelle che sono le figure già esistenti che devono essere rinforzate ed educate per un nuovo tipo di approccio diagnostico e terapeutico”. L’altro tema è invece quello del budget. “Si parla di teragnostiche che richiedono un investimento ma che sono fondamentali per il paziente”