Presso la Fondazione Stelline di Corso Magenta 61, a Milano, si è tenuta la XXI edizione di Italia Direzione Nord, spin off della rassegna DN, presso la Fondazione Stelline di Corso Magenta, 61 a Milano. “Riflessioni sulla Leadership” è il titolo dell’iniziativa durante la quale il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha affrontato diversi temi a partire dalla riforma del premierato.
La Russa: “Sono sempre stato favorevole a forme di democrazia diretta”
La Russa ha dichiarato: ”Io credo che prudentemente e giustamente, tenuto conto della complessità della politica italiana, il Governo abbia scelto la forma meno invasiva che cambia meno possibile la nostra Costituzione, conservando però il diritto del popolo degli elettori di esprimere direttamente il capo di chi governa. Quindi sul presidenzialismo, cioè sulla forma diretta di dare al popolo la possibilità di scegliere senza la mediazione non solo dei partiti ma anche di altri grandi poteri, chi più chi meno, negli ultimi 50 anni quasi tutti sono stati d’accordo. Non si toglie potere al presidente della Repubblica, diamo però garanzie ai cittadini rispetto al fatto che quello che sceglieranno non sarà cambiato all’indomani delle elezioni, come avvenuto in passato, pur di mantenere in piedi un Parlamento che magari non esprime una maggioranza ma è espressione dei partiti che si sono combattuti ferocemente e che nel nome del ‘non torniamo a casa’, formano un governo o lo affidano a una persona il più delle volte tecnica, che non ha avuto il placet di nessun cittadino”.
Qual è il vostro miglior alleato nell’opposizione?
“La Schlein si avvicina a un bipolarismo che noi abbiamo sempre voluto, lei ha delle idee forse non condivisibili perché sono l’opposto delle nostre, ma sono abbastanza nette”. E ancora, ha aggiunto La Russa: “dal mio punto di osservazione ci sono vari momenti dell’opposizione, c’è quella che si vede e ci sono i momenti istituzionali che non si vedono. Per il presidente del Senato il momento più importante, questo pochi lo sanno, non è il presiedere, stare lì sulla sedia, dare la parola all’uno o all’altro, impedire che si azzuffino nella migliore delle ipotesi e poi scegliere chi parla prima. Il momento più importante per il Presidente del Senato è la riunione dei presidenti dei gruppi nella quale si fa la famosa ‘capigruppo’, nella quale si fissa il calendario, della quale a volte si discutono anche atteggiamenti, modi e decisioni che vedono normalmente contrapposte maggioranza e opposizione. Io ho l’orgoglio di dire che in questa legislatura il 90% circa delle riunioni dei presidenti di gruppo, qualche volta si è conclusa con l’unanimità. Questo vuol dire che, al di là del teatro, scusate se lo chiamo così, cioè, al di là della beffa di quello che succede quando il sipario è aperto, quando il sipario è chiuso, sia la maggioranza che tutta l’opposizione hanno dimostrato capacità di mediazione”.
A proposito di mediazione, Renzi e Calenda sono venuti da lei a ratificare questo divorzio?
“Certo che sono venuti. Mettere d’accordo Renzi e Calenda sembrava un compito impossibile, ma è stata una buona mediazione” – ha commentato il Presidente del Senato.