“Il Covid ha sicuramente accelerato il ricorso al digitale per la sperimentazione clinica, ma un aspetto fondamentale fondamentale è che il digitale deve essere un mezzo e non il fine, deve facilitare la sperimentazione“. Così Anna Maria Porrini, Medical Affairs & Clinical Operations Head, Roche Italia, intervenendo al panel dedicato a “Salute, le nuove frontiere della sperimentazione clinica. Dalla dematerializzazione dei trial alla gestione dei dati”, all’interno di Futuro Direzione Nord , rassegna organizzata da Fondazione Stelline il 26 giugno insieme a Inrete e all’Associazione ITALIASTATODIDIRITTO con il contributo di Regione Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano.
Salute, le nuove frontiere della sperimentazione clinica. Dalla dematerializzazione dei trial alla gestione dei dati
Assieme a Porrini sono intervenuti Alessandro Fermi, Assessore Università, Ricerca e Innovazione, Regione Lombardia; Emanuele Monti, Presidente Commissione IX Sostenibilità sociale, casa e famiglia, Regione Lombardia; Alessandro Venturi, Presidente Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia; Silvia Stefanelli, Fondatore e co-titolare dello Studio Legale Stefanelli&Stefanelli.
Porrini: “Sperimentazione decentralizzata, benefici e criticità”
“La sperimentazione decentralizzata ha aspetti di vantaggio e benefici – ha proseguito Porrini – I trial sono piu accessibili per i pazienti, aumentandone la varietà. E si possono accelerare le tempistiche di esecuzione dello studio e la raccolta dati. Però ci sono anche delle criticità: il digitale può allontare il medico ed paziente e per questo bisogna essere bravi nell’uso della telemedicina. Manca una normativa specifica – aggiunge Porrini -, sarà estremamente importante il ricorso a linee guida ed apparati normativi, anche se molto si è già fatto. E serve attenzione ai temi della privacy e della cybersecurity. L’infrastruttura tecnologica deve essere diffusa, con un raccordo tra il fascicolo sanitario elettronico e le cartelle. Al contempo l’assistenza a domicilio deve essere raccordata con l’infrastruttura degli studi. Un altro aspetto importante è il ruolo del coordinatore, perche si tratta di studi che devono essere coordinati”, argomenta Porrini.
“Il paziente deve essere sempre al centro della sperimentazione clinica”
Quindi le conclusioni: “Il paziente deve essere sempre al centro della sperimentazione clinica, attorno a lui ruota tutto. Per questo i protocolli devono essere patient friendly e vanno concepiti assieme ai pazienti stessi, in modo che possano andare a rispondere non solo a quesiti clinici ma anche ai loro bisogni”.