Accadde oggi: il 18 aprile 1948 fu il giorno delle prime elezioni politiche in Italia. Settantaquattro anni fa, i cittadini italiani furono chiamati alle urne per la prima volta nell’era Repubblicana. Quel giorno votò il 92,19% degli italiani.
18 aprile 1948, le prime elezioni politiche in Italia nell’era della Repubblica
Oggi, 18 aprile, è una data importante per la storia della Repubblica Italiana. Precisamente settantaquattro anni fa, nel 1948, ebbero luogo le prime elezioni politiche nell’Italia del dopoguerra. Furono le prime dell’era repubblicana e segnarono un punto di svolta nella storia del paese. Conclusa l’opera dell’Assemblea Costituente, giunse il momento per gli italiani di rinnovare i due rami del Parlamento, scegliendo i propri rappresentanti alla Camera dei Deputati e al Senato. Si votò il 18 e il 19 aprile e si presentarono alle urne circa 27 milioni di italiani, all’epoca il 92,19% delle popolazione.
La tensione della Guerra Fredda e i risultati delle elezioni
Era un momento particolarmente delicato per il paese. La Guerra Fredda era appena agli inizi e il risultato delle elezioni avrebbe stabilito da che parte l’Italia si sarebbe schierata. Da un lato vi era il blocco degli Stati Uniti e della democrazia occidentale, e dall’altro vi era il comunismo e l’Unione Sovietica di Stalin. In un periodo in cui non era possibile fare sondaggi e i mezzi d’informazione erano molto più limitati rispetto a oggi, dubbio e incertezza serpeggiavano per il paese. Erano in molti a credere in una possibile vittoria dell’alleanza tra Partito Comunista Italiano e Partito Socialista Italiano, guidati rispettivamente da Palmiro Togliatti e Pietro Nenni. La sinistra si era già imposta in alcune elezioni locali e molti si aspettavano un simile risultato alle elezioni nazionali.
Eppure, alla fine, a trionfare fu la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi, che si aggiudico la maggioranza relativa dei voti, con il 48,51%. Il Fronte Democratico Popolare, formato dal PCI e dal PSI, si fermò invece a poco oltre il 30%. Da un lato il partito centrista aveva messo in atto un’intensa campagna elettorale per convincere i più indecisi a schierarsi contro i socialcomunisti. Storico lo slogan del manifesto di Giovannino Guareschi: “Nel segreto della cabina Dio ti vede, Stalin no”. Dall’altro il voto degli italiani fu senz’altro influenzato dal Piano Marshall, il piano di investimenti statunitensi nella ricostruzione post-bellica dell’Europa.