4 marzo 1943 di Lucio Dalla è una delle canzoni più potenti del repertorio di un cantautore che manca tanto al mondo della musica. Inoltre, non tutti sono a conoscenza che il testo del brano fu censurato al Festival di Sanremo nel 1971.
4 marzo 1943 di Lucio Dalla: testo e significato
Il 4 marzo 2023 Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni ma sono 11 anni che il cantautore è volato in cielo lasciando in eredità la sua musica e i suoi testi. Una delle canzoni iconiche del suo repertorio è senza dubbio 4 marzo 1943. Il testo racconta la storia di una ragazza di 16 anni che rimane incinta di un soldato che poi morirà in guerra. Anche la madre verrà a mancare e a ricordare la storia sarà il figlio chiamato ancora in età adulta Gesù bambino. Inizialmente pensato sul tema dell’assenza del padre, Dalla rimase orfano all’età di 7 anni, alla fine si concentrò sulla figura della madre. Ecco, di seguito, il testo del brano:
Dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare
parlava un’altra lingua, però sapeva amare
e quel giorno lui prese a mia madre, sopra un bel prato
l’ora più dolce, prima d’essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza, la stanza sul porto
con l’unico vestito, ogni giorno più corto
e benchè non sapesse il nome e neppure il paese
mi aspettò come un dono d’amore, fino dal primo mese.
Compiva sedici anni, quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna, le cantò a ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva, sapeva di mare
giocava a far la donna, col bambino da fasciare.
E forse fu per gioco, e forse per amore
che mi volle chiamare, come Nostro Signore
della sua breve vita il ricordo, il ricordo più grosso
è tutto in questo nome, che io mi porto addosso
e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino
per la gente del porto io sono, Gesù Bambino
e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino
per la gente del porto io sono, Gesù Bambino.
4 marzo 1943 di Lucio Dalla: la censura
Il brano era in gara al Festival di Sanremo del 1971 e si classificò al terzo posto. Inizialmente il titolo del brano doveva essere “Gesubambino” ma fu censurato tanto da obbligare Lucio Dalla e Paola Pallottino, coautrice, a cambiare sia il titolo che gran parte della canzone. Così “E anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino” diventò “E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”.