A chi sono ispirati i personaggi di Gomorra: gli autori e gli sceneggiatori insieme all’ausilio dello scrittore Roberto Saviano hanno miscelato diversi profili criminali napoletani nei personaggi della serie Tv.
A chi sono ispirati i personaggi di Gomorra: don Pietro e Gennaro Savastano
Don Pietro Savastano nasce dal profilo del boss Paolo Di Lauro, conosciuto da molti come ‘il boss invisibile’ per l’intelligenza che gli ha permesso di agire sempre con discrezione e certosina cura dei dettagli. Di lui si hanno pochissime fotografie e, proprio come Don Pietro, crede che la qualità fondamentale del vero capo sia quella di riuscire a comandare senza esporsi.
Cosimo Di Lauro, il boss a cui si ispira Gennaro “Genny” Savastano, è il primogenito di Paolo Di Lauro, nel 2004 viene posto alla guida del clan di via Cupa dell’Arco dal padre, che, impegnato nel portare avanti la propria latitanza (sarà catturato nel settembre del 2005), impone la legge del figlio più grande. E, come avviene proprio in Gomorra – La Serie, è quello il momento in cui comincia la vera disgregazione di una delle cosche camorristiche più potenti di Napoli. Cosimo, infatti, comincia a pianificare uno svecchiamento del clan, affidandosi alle nuove leve e trattando con sempre meno rispetto (il che comporterà anche minori guadagni) quelli che erano stati i più fedeli colonnelli del padre.
A chi sono ispirati i personaggi di Gomorra: Ciro Di Marzio
Ciro di Marzio probabilmente è il personaggio più complesso perché è la sintesi di diverse personalità criminali. Almeno tre se ne contano. Il personaggio dell’Immortale è il cosiddetto risultato del miscelamento fatto dagli autori della serie Tv di Gomorra per rendere più avvincenti le storie:
- Gennaro Marino, boss delle Case Celesti di Secondigliano
- Ugo De Lucia. figura legata al rapimento di Gelsomina Verde
- Infine il soprannome l’immortale potrebbe provenire da un altro criminale realmente esistito e noto per essere scampato più volte a diversi agguati ovvero Domenico Gargiulo.
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A chi sono ispirati i personaggi di Gomorra: Salvatore Conte
Salvatore Conte prende spunto da Raffaele Amato, ex del clan di Secondigliano e poi nemico giurato in quella che venne nominata come la ‘Prima faida di Scampia’. Quest’ultima fu una delle guerre di Camorra più aggressive e sanguinose in assoluto con un conteggio finale di più di 70 morti tra i quali anche vittime innocenti come la nota Gelsomina Verde.
Sague Blu chi è nella realtà
Il personaggio di Sangue blu, interpretato da Arturo Muselli, pare sia ispirato a due figure che hanno fatto discutere nel mondo criminale napoletano.
- Emanuele Sibillo, finito presto nel carcere minorile di Nisida, riesce a celarsi dietro ad una una maschera di bravo ragazzo che gli servirà per diventare il capo della fazione più giovane, detta ‘la paranza dei bambini’, nella terza faida di Forcella.
- Walter Mallo all’età di appena 26 anni, trovò il coraggio di sfidare il clan Lo Russo di Miano.
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Il personaggio di Scianel nella realtà
Scianel è ispirata a Maria Licciardi, capo della camorra nella Masseria Cardone. Nella serie basata sul libro di Roberto Saviano il personaggio è interpretato da Cristina Donadio.
Maria Licciardi, detta a’ piccerella, secondo gli inquirenti ha un ruolo fondamentale nell’Alleanza di Secondigliano, composto dalle famiglie Mallardo, Contini e Licciardi. Maria assume il controllo dei traffici della famiglia quando il fratello Gennaro muore in carcere e gli altri due fratelli, Pietro e Vincenzo, e il marito, Antonio Teghemié vengono arrestati. (Anche il fratello di Scianel, Zecchinetta, viene ucciso in Gomorra). Nel 1998 viene fermata con 300 milioni in contanti che le servivano per comprare il silenzio di Costantino Sarno, il numero uno del traffico internazionale di sigarette di contrabbando che aveva deciso di collaborare con gli inquirenti. Nel 2001 finì in carcere per associazione camorristica, al momento dell’arresto era inserita nella lista dei 30 criminali più ricercati d’Italia, la Licciardi era riuscita a sfuggire per molto tempo cambiando rifugio ma rimanendo nel suo quartiere, il rione Masseria Cardone.
La famiglia Levante nella realtà
La famiglia Levante per alcuni caratteri è possibile condurre un parallelismo con il clan Nuvoletta di Marano. Un indizio fondamentale ci viene fornito nella prima puntata da don Aniello, zio dei Fratelli Capaccio, che parla dei legami di Genny Savastano e il nuovo clan: “So’ parient. Donna Imma e a muglier’ e don Gerlando Levante erano cugine. Ma don Pietro nun’ l’ha vulut’ verè cchiù aropp’ che i Levante si affiliarono che ‘e sicilian‘”. I Levante hanno un lessico e una fonetica tipici della provincia di Napoli.
Chi è donna Imma nella realtà
Donna Imma, interpretata da Maria Pia Calzone, è ispirata alla reggente del clan Ascione. Dopo la morte del marito Raffaele Ascione, era lei a trattare la pace con i Birra e a reggere nelle sue mani lo storico Clan di Ercolano. Immacolata Adamo, Donna Imma proprio come la più famosa Savastano di Gomorra, era una vera e propria lady camorra e gestiva da casa sua tutti i traffici dell’organizzazione malavitosa. A lei gli affiliati chiedevano consiglio e aiuto, a lei le persone della mala di Ercolano si rivolgevano per ottenere protezione.
Chi è il personaggio o’ Maestrale
Il personaggio di ‘o Maestrale potrebbe essere ispirato alla figura del camorrista Pasquale Barra. Considerato una delle figure di spicco della Nuova Camorra Organizzata, Barra è soprattutto conosciuto per le numerose esecuzioni ordite da lui in carcere ai danni di diversi propri nemici, motivo per cui si era guadagnato il soprannome di “boia delle carceri”.
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Chi Patrizia nella realtà
Il personaggio di Patrizia è ispirato a Maria Licciardi conosciuta come ‘a piccerella che per molti anni ha ricoperto un ruolo guida nel clan fondato da suo fratello Gennaro ‘a Scigna e dell’Alleanza di Secondigliano (insieme ai Contini e ai Mallardo). Il piglio decisionale, la determinatezza e l’ ‘eredità raccolta’ rendono il personaggio di Patrizia la riproposizione di quella che è stata una delle ‘massime autorità’ del sodalizio della Masseria Cardone.
Patrizia però sembra ricordare anche Nunzia D’Amico la famigerata ‘Passillona’ del rione Conocal di Ponticelli. Nunzia D’Amico ereditò il clan dai fratelli Giuseppe e Antonio soprannominati ‘Fraulella’. Carismatica, dispotica tanto da incutere timore anche nel marito Salvatore Ercolani detto Cernobyl come registrato in una celebre intercettazione. «Sono una femmina… perché esternamente sono femmina, ma dentro mi sento uomo. Io non sono la guagliona di nessuno e non ho mai fatto la guagliona di nessuno, adesso comandano le donne». I sicari dei De Micco, storici rivali dei D’Amico, la ammazzarono il 10 ottobre del 2015 nel suo Conocal di ritorno da un colloquio in carcere con uno dei suoi quattro figli.
A chi sono ispirati i personaggi di Gomorra: chi è donna Nunzia nella realtà
Il personaggio di Nunzia ricorda Anna Gallo, arrestata nel 2020. 74 anni, detta Ninnacchera, vedova del boss Ernesto Venditto.
Sotto di lei un piccolo esercito di spacciatori di droga, cocaina nello specifico. Nel 2020 è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare. In totale sono stati raggiunti 21 soggetti per spaccio e detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Custodia cautelare in carcere per 17 persone. A ciò si aggiunge il divieto di dimora nel comune di residenza nei confronti di Anna Gallo, che al tempo risultava soltanto indagata. Ecco cosa diceva il gip di lei: “Dimostra un enorme carisma criminale, che le consente di porsi al vertice della piazza di spaccio”.
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Chi è donna Luciana nella vita reale
Don Angelo, detto ‘O Maestrale, presenta alcuni elementi nel proprio passato che richiamano la figura Pasquale Barra, ex luogotenente di Raffaele Cutolo. Ciò fa pensare che Donna Luciana possa in parte essere ispirata a sua moglie.
Il marito venne arrestato e col tempo iniziò a collaborare con la giustizia. Ciò però non pose fine ai suoi traffici illeciti. All’esterno la consorte gli rimase fedele, così come si vede fare a Donna Luciana con Don Angelo nei suoi ben 20 anni di prigionia. Barra, collaboratore, fece una telefonata che portò a un nuovo processo per il resto di estorsione.
Venne imputata anche la moglie. La donna sarebbe stata incaricata dal pentito di riscuotere una tangente di un milione e ottocentomila lire. La telefonata non era però diretta alla consorte, bensì a un’altra donna, alla quale promise di ritrattare le accuse contro il marito in cambio di denaro.
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