Acca Larentia, saluto romano: continuano le discussioni dei vari personaggi della politica italiana ma non solo. Sulla vicenda è intervenuta anche la polizia tedesca.
Acca Larentia, saluto romano: il commento di La Russa
Continua a far rumore il saluto romano di Acca Larentia a Roma dello scorso 7 gennaio. Sul caso è intervenuto Ignazio La Russa: “Concordo pienamente con Rampelli quando dice che FdI è totalmente estranea all’episodio dei saluti romani, il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo”.
Il presidente del Senato solleva dei dubbi giuridici “da avvocato e non da politico” proprio sulle interpretazioni del saluto romano: “C’è incertezza – dice in un colloquio al Corriere della Sera – su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte”.
“Abbiamo sempre detto ai nostri – spiega La Russa – di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. Peraltro, il fatto è stato eclatante e ha avuto molta visibilità, ma il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo Non c’entriamo nulla”. Sulla punibilità: “Non aiuta a risolvere la questione, e le polemiche che ogni volta si scatenano, il fatto che ci sia incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte. Attendo con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto”.
La risposta della polizia tedesca
Sulla vicenda, addirittura, è intervenuta anche la polizia tedesca: “l’esibizione di simboli che richiamano al fascismo o al nazismo è perseguibile penalmente“. E “non solo durante una manifestazione”, assicura il portavoce della polizia tedesca. “Se vengono mostrati i cosiddetti saluti hitleriani o simboli come la svastica, è automatica la denuncia penale, perché sono simboli vietati dalla Costituzione e la polizia deve intervenire immediatamente per identificare gli autori“, sottolinea il portavoce della polizia criminale ricordando che “gli articoli 86 e 86a del Codice penale vietano espressamente questo tipo di simboli”.