Home Facts L’AI piace sempre più alle aziende. L’IBM Global AI Adoption Index 2023

L’AI piace sempre più alle aziende. L’IBM Global AI Adoption Index 2023

L’AI piace sempre più alle aziende. L’IBM Global AI Adoption Index 2023

Cresce l’adozione dell’AI da parte delle aziende, anche grazie alla spinta degli early adopter, ma permangono ancora resistenze nella fase esplorativa e una carenza di competenze. Anche grazie alla spinta degli early adopter. I risultato del Global Index 2023 sull’AI, redatto da IBM.

La ricerca di IBM: cosa è emerso

Circa il 42% delle aziende intervistate ha implementato attivamente l’AI. Un ulteriore 40% sta attualmente esplorando o sperimentando l’AI, ma non l’ha ancora utilizzata nei propri modelli. Il 59% delle aziende che sta già esplorando o implementando l’AI afferma di aver accelerato l’impiego o gli investimenti in questa tecnologia.

I principali ostacoli nell’adozione dell’AI sono l’assenza o la scarsità di competenze in materia (per il 33%), l’eccessiva complessità dei dati (per il 25%) e le preoccupazioni relative all’etica (per il 23%). Una nuova ricerca promossa da IBM (NYSE: IBM) evidenzia che circa il 42% delle organizzazioni tra quelle intervistate utilizza intensamente l’AI nelle proprie attività. Gli early adopter sono all’avanguardia, il 59% delle aziende che ha già introdotto l’AI afferma di aver intenzione di accelerare e incrementare gli investimenti in questo ambito. Permangono però barriere nella sua adozione per via di carenza di competenze, complessità dei dati e preoccupazioni etiche. Il comunicato stampa multimediale interattivo è disponibile a questo link

”Abbiamo notato come gli early adopter superano le barriere che frenavano l’adozione dell’AI”

E continua:”stiamo facendo ulteriori investimenti, avendone già sperimentato i vantaggi. Strumenti di intelligenza artificiale più accessibili, spinta verso l’automazione dei processi chiave e AI sempre più integrata nelle applicazioni di business pronte all’ uso sono i principali fattori che guidano l’espansione dell’AI a livello aziendale”, ha dichiarato Rob Thomas, Senior Vice President IBM Software.

”Alcune organizzazioni sfruttano l’intelligenza artificiale in ambiti in cui la tecnologia può impattare più rapidamente in modo significativo, come l’IT automation, il lavoro digitale e l’assistenza clienti. Per il 40% delle aziende intervistate ancora bloccate nella sperimentazione, sono fiducioso che il 2024 sarà l’anno in cui affronteranno e supereranno barriere d’ingresso quali la mancanza di competenze e la complessità dei dati”.

Le principali evidenze dell’ ”IBM Global AI Adoption Index 2023”, condotto da Morning Consult

Negli ultimi anni, l’adozione dell’AI è rimasta costante nelle grandi organizzazioni intervistate. Il 38% dei professionisti IT riferisce che la propria azienda sta implementando attivamente l’AI generativa e un altro 42% che la sta esplorando. Le organizzazioni in India (59%), Emirati Arabi Uniti (58%), Singapore (53%) e Cina (50%) sono all’avanguardia nell’uso attivo dell’AI, rispetto a mercati in ritardo come Spagna (28%), Australia (29%) e Francia (26%).

Le aziende del settore dei servizi finanziari utilizzano maggiormente l’intelligenza artificiale. Secondo circa la metà dei responsabili IT che operano in questo mercato la loro organizzazione ha adottato attivamente l’intelligenza artificiale. In ambito telecomunicazioni, invece, il 37% afferma di aver integrato l’AI in azienda. La maggior parte delle imprese intervistate che implementano o esplorano attivamente l’AI ne hanno accelerato l’utilizzo o gli investimenti negli ultimi 24 mesi: il 59% dei responsabili IT delle aziende che implementano o esplorano l’AI afferma che la propria azienda ha accelerato gli investimenti o l’adozione negli ultimi 24 mesi.

La Cina (85%), l’India (74%) e gli Emirati Arabi Uniti (72%) sono i mercati che hanno maggiore propensione ad accelerare l’adozione dell’AI, mentre le aziende del Regno Unito (40%), dell’Australia (38%) e del Canada (35%) sono quelle meno propense a velocizzarne l’introduzione. La ricerca e lo sviluppo (44%) e la riqualificazione e sviluppo della forza lavoro (39%) sono i principali investimenti nell’AI per quelle organizzazioni che esplorano o implementano l’intelligenza artificiale.

La facilità d’uso degli strumenti IA stanno guidando l’adozione tre le aziende intervistate

I principali fattori riguardano una evoluzione e una maggiore accessibilità degli strumenti (45%), necessità di ridurre i costi e automatizzare i processi chiave (42%) e crescente quantità di intelligenza artificiale incorporata nelle applicazioni aziendali standard (37%). Secondo i responsabili IT, i due più importanti cambiamenti degli ultimi anni nell’area dell’AI sono la facilità di implementazione delle soluzioni (43%) e la crescente evidenza di competenze su dati, intelligenza artificiale e automazione (42%).

Gli ambiti in fase esplorativa sono: Automazione dei processi IT (33%); Sicurezza e rilevamento delle minacce (26%); Monitoraggio o governance dell’AI (25%); Business analytics o intelligence (24%); Automatizzazione, elaborazione, comprensione e flusso dei documenti (24%);  Automatizzazione di risposte e azioni self-service dei clienti o dei dipendenti (23%); Automazione dei processi aziendali (22%); Automazione dei processi di rete (22%); Lavoro digitale (22%); Marketing e vendite (22%); Rilevamento delle frodi (22%); Ricerca e scoperta della conoscenza (21%), Risorse umane e acquisizione di talenti (19%); Pianificazione e analisi finanziaria (18%); Intelligence della catena di approvvigionamento (18%).

Alcuni ostacoli limitano l’adozione dell’AI ma anche i relativi benefici

I principali ostacoli riguardano la mancanza o scarsità di competenze in ambito AI (33%), eccessiva complessità dei dati (25%), preoccupazioni etiche (23%), progetti di AI troppo difficili da integrare e scalare (22%), prezzo elevato (21%) e mancanza di strumenti per lo sviluppo di modelli di AI (21%). L’AI generativa pone diverse barriere all’ingresso rispetto ai modelli di AI tradizionali: le preoccupazioni relative alla privacy dei dati (57%) e alla fiducia e trasparenza (43%) sono i maggiori inibitori dell’AI generativa, secondo i responsabili IT delle organizzazioni intervistate che non esplorano o implementano l’AI generativa. Il 35% afferma, inoltre, che la mancanza di competenze per l’implementazione è un grande inibitore.

L’AI sta già avendo un impatto sulla forza lavoro

Tra le aziende intervistate, una su cinque dichiara di non avere dipendenti con le capacità necessarie ad utilizzare nuovi strumenti di intelligenza artificiale o automazione, mentre il 16% non riesce a trovare nuove figure che dispongano di competenze utili a colmare questo divario. L’adozione dell’AI all’interno delle aziende che necessitano di indirizzare le attività e fronteggiare la carenza di competenze o manodopera permette di ridurre le attività manuali o ripetitive con strumenti di automazione (55%) o automatizzare le risposte e le azioni self-service dei clienti (47%). Solo il 34% sta attualmente formando o riqualificando i dipendenti per lavorare in sinergia con i nuovi strumenti di automazione e intelligenza artificiale.

La necessità di un’AI affidabile e regolamentata è compresa dei responsabili IT, ma le barriere presenti rendono difficile uno sviluppo concreto. I responsabili IT sono in gran parte d’accordo sul fatto che i consumatori sono più propensi a scegliere servizi di aziende che attuano pratiche di AI trasparenti ed etiche (l’85% è fortemente o abbastanza d’accordo). Inoltre, evidenziano l’importanza di spiegare il ruolo dell’AI nel prendere decisioni all’interno della propria organizzazione (83% tra le aziende che esplorano o implementano l’AI).

Tuttavia, tra le molte aziende che stanno già implementando l’AI e fronteggiando i molteplici ostacoli presenti, ben meno della metà riferisce di aver adottato misure verso un’AI affidabile, come la riduzione dei pregiudizi (27%), il monitoraggio della provenienza dei dati (37%), l’assicurarsi di poter spiegare le decisioni dei propri modelli di AI (41%) o lo sviluppo di politiche etiche di AI (44%).

Metodologia

Questa survey è stata condotta nel novembre 2023 su un campione rappresentativo di 8.584 professionisti IT in Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti e America Latina (Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico e Perù). Per qualificarsi per il sondaggio, i partecipanti devono essere impiegati a tempo pieno, lavorare in aziende con più di 1 dipendente, lavorare in un ruolo manageriale o di livello superiore e avere almeno una certa conoscenza di come funziona e viene utilizzato l’IT dalla loro azienda. I risultati globali hanno un margine di errore di +/- 1 punto percentuale.