Chi è Alessia Pecchioli, scrittrice di origini colombiane autrice de L’incontro – Storia di un’adozione. Autrice in ascesa, la sua prima opera gli è valsa la vittoria in un concorso di letteratura contemporanea nazionale. Cosa sappiamo sul suo conto?
Chi è Alessia Pecchioli: età, carriera e vita privata della scrittrice di origini colombiane
Nata a Bogotà nel 1989, Alessia Pecchioli ha 34 anni ed è una scrittrice di origini colombiane, che ha raccontato la storia della sua vita nel libro L’incontro – Storia di un’adozione. Cresce a Frascati, in provincia di Roma, adottata da una famiglia italiana. Fin da piccola appassionata alla scrittura e alla letteratura, si laurea in Lettere Classiche all’Università La Sapienza di Roma. Decide poi di trasmettere la sua passione alle nuove generazioni, insegnando Italiano e Latino in un Liceo Scientifico romano.
Nel 2019 Alessia prende la decisione che cambia la sua vita. Curiosa di imparare di più sulle sue origini, compra un biglietto per Bogotà per cercare la sua famiglia naturale e conoscere la sua madre biologica. Resta per un anno in Colombia, come racconta a FTnews: “Lavoravo lì e non avevo lunghe ferie: sono partita a gennaio e sono tornata a Roma a dicembre. Durante quell’anno ho frequentato per mesi la mia madre biologica. Abbiamo costruito un rapporto partendo da zero, ma non è stato semplice; adesso ci cerchiamo e ci sentiamo spesso”.
La sua vita in L’incontro – Storia di un’adozione
Durante il suo anno di permanenza nella capitale sudamericana, Alessia Pecchioli decide di scrivere un libro per divulgare la sua storia. L’incontro – Storia di un’adozione racconta il tema dell’adozione in modo unico, riportando l’esperienza da tre diversi punti di vista: quello della bambina, della madre biologica e della madre adottiva. Edito da Augh Edizioni, il suo libro ha vinto il concorso di letteratura contemporanea nazionale bandito dalla Laura Capone Editore nella sezione romanzi inediti.
Nelle sue pagine Pecchioli riversa tutte le sfide e paure che ha dovuto affrontare, primo tra tutti il vuoto nato dall’abbandono. All’inizio scrivevo per sfogarmi.” -ha spiegato la scrittrice- “Poi ho pensato di raccontare le mie emozioni, ciò che mi aveva spinto a ricercare la mia madre biologica. Solo in un secondo momento ho pensato di scrivere a due voci, raccontando il mio punto di vista e quello della mia madre biologica. Infine mi sono resa conto che nella storia che stavo scrivendo mancava un punto di vista fondamentale, in quanto questa storia riguarda tre persone, non due, quindi ho voluto inserire anche il punto di vista di mia madre adottiva”.