Chi è Alfredo Cospito, terrorista anarchico condannato al 41 bis. Dal 20 ottobre 2022 il 55enne abruzzese ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro il regime di carcere duro. Perché si trova in carcere? Che cosa ha fatto?
Chi è Alfredo Cospito, anarchico condannato al 41 bis: cosa ha fatto?
Nato a Pescara il 14 luglio 1967, Alfredo Cospito ha 55 anni ed è un terrorista anarchico italiano, in carcere dal 2014. È considerato uno dei principali esponenti del mondo anarchico di Torino, sua città di residenza. Era redattore della testata anarchico-rivoluzionaria Kn03, fuori circolazione dal 2008 e con la complicità della sua compagna Anna Beniamino, ad oggi incarcerata a Rebibbia, ha creato l’omonimo gruppo di rivoluzionari. È inoltre considerato uno dei leader della FAI, la Federazione Anarchica Informale, gruppo di cellule eversive e insurrezionaliste considerato dai servizi segreti italiani un movimento terroristico.
Cospito è stato condannato nel 2014 a 10 anni e otto mesi per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della società Ansaldo Nucleare. L’attacco risale al 2012 quando l’uomo, con l’aiuto di Nicola Gai, fece un’imboscata in moto ad Adinolfi di fronte casa sua. I due gli spararono per tre volte alle gambe, provocandogli una frattura al ginocchio.
In seguito il 55enne fu ritenuto colpevole anche per un attentato non riuscito avvenuto nel 2006, che aveva come obiettivo la scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Con la complicità della sua compagna Anna, Cospito preparò due ordigni. Uno più debole come “esca” e un altro più potente, con l’intenzione di fare quante più vittime possibile. La Cassazione lo ha definito un atto terroristico “diretto ad attentare alla sicurezza dello Stato”, e ha condannato l’uomo all’ergastolo ostativo.
Lo sciopero della fame contro il carcere duro
Il 5 maggio 2022 il Dipartimento dell’amministrazione carceraria ha posto Cospito in regime di reclusione 41-bis in quanto “capo e organizzatore di un’associazione con finalità terroristiche”. Dal 20 ottobre l’uomo ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro le sue condizioni di detenzione e contro il cosiddetto carcere duro. Cospito ha perso oltre 40 chili in oltre 100 giorni di digiuno, portando al suo trasferimento da Sassari al carcere di Opera, a Milano, per per gestire al meglio le sue attuali condizioni di salute. Il Ministro della Giustizia Nordio ha negato la revoca del 41-bis: “La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità. La scelta del trasferimento è stata fatta perché Opera ha una struttura sanitaria forse la più efficiente in Italia, ma il 41 bis non cambia“.