Il periodo pandemico ci ha abituati all’idea che è possibile fare da lontano quello che solitamente facevamo da vicino, dal lavoro fino alle relazioni, ora tra il metaverso e l’intelligenza artificiale ci stiamo preparando all’idea delle infinite possibilità di un mondo im-materiale, senza limiti, senza confini.
Già da qualche anno nel mondo informatico si mormora del quasi totale esaurimento delle classi di indirizzi IP-v4
Eppure già da qualche anno nel mondo informatico si mormora del quasi totale esaurimento delle classi di indirizzi IP-v4, ovvero l’insieme di regole che dagli anni
’80 circa consentono ad apparati e tecnologie di essere connessi tra loro. Perché sì, ne avevamo a disposizione un numero limitato, e per l’esattezza 4 294 967 296 1 . Niente paura, questo non comporta niente di più che una nuova classe di indirizzi, gli IP-v6, che possoano piano piano inserirsi nel mondo digitale, aprendo uno spazio (quasi) infinito alle future connessioni. Eppure questa notizia apre due importanti riflessioni sulle tematiche inerenti alla gestione del rischio.
La sostenibilità economica (ma non solo) anche delle risorse intangibili
La prima, legata alla sostenibilità economica (ma non solo) anche delle risorse intangibili. Le rapide oscillazioni di prezzo coinvolgono non solo le materie prime
(fisiche), ma anche il “carburante digitale”, sebbene non lo possiamo toccare. Ottenere nuovi indirizzi IPv4 potrebbe diventare sempre più difficile e costoso fino ad arrivare ad essere proibitivo. La seconda, invece, è legata al carattere contingenziale dell’evoluzione digitale, purtroppo non sempre sostenibile. Gli esperti ci dicono che c’è compatibilità tra i due linguaggi, IPv4 e IPv6, tuttavia il cambiamento renderà necessaria nuova formazione, nuove regole, nuove procedure ed in alcuni casi anche la sostituzione degli apparati più obsoleti (soprattutto router e firewall).
La transizione tecnologica non è dunque sempre un percorso di continuità assoluta rispetto al passato
La transizione tecnologica non è dunque sempre un percorso di continuità assoluta rispetto al passato, alle volte è discontinua se non distruttiva, con impatti evidenti sul tema dell’aumento, purtroppo sempre più rapido, degli scarti tecnologici e sulla necessità di rimettere sul tavolo investimenti. Con chiari risvolti a catena su tutte le organizzazioni. Allora anche la digitalizzazione oltre il tema tecnologico, diventa un tema di processo, un processo che deve essere gestito dalla domanda: quanto siamo lontani dall’essere pronti al cambiamento?
Think Thank Rischi e Scenari Secursat – Maura Mormile