Aspartame è il dolcificante considerato cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Salute. Diversi studi e ricerche stanno approfondendo i possibili rischi e cause che può comportare questo composto che in Europa si trova in diversi prodotti.
Aspartame, cos’è il dolcificante considerato cancerogeno dall’Oms
L’Aspartame è un dolcificante artificiale comunemente usato nelle bevande analcoliche. Nelle ultime ore si è parlato molto di questo composto perché l’Oms lo ha considerato e classificato come “possibilmente cancerogeno per l’uomo”. Ha un basso contenuto calorico, circa 200 volte più dolce dello zucchero. Si presenta come una polvere bianca e inodore. In Europa si trova in prodotti quali bevande, dolci e dessert, prodotti lattiero-caseari, gomme da masticare.
“Non stiamo raccomandando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli. Stiamo solo suggerendo un po’ di moderazione”, ha affermato Francesco Branca, direttore della Nutrizione e della Sicurezza alimentare dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Quali le possibili conseguenze
Branca ha quindi precisato: “Abbiamo, in un certo senso, lanciato un segnale, indicando che dobbiamo chiarire molto meglio la situazione, ma non è nemmeno qualcosa che possiamo liquidare”. L’aspartame è stato inserito nella categoria Gruppo 2B, sulla base di test che riguardavano specificamente il carcinoma epatocellulare, un tipo di cancro al fegato. Mary Schubauer-Berigan della Iarc ha aggiunto che le prove riferite al carcinoma epatocellulare provengono da tre studi, condotti negli Stati Uniti e in 10 Paesi europei. “Questi sono gli unici studi epidemiologici che hanno esaminato il cancro al fegato”.
Sono stati portati avanti anche altri studio da un’altra agenzia dell’Oms stabilendo che con una lattina di bibita analcolica senza zucchero contenente tipicamente 200 o 300 mg di dolcificante aspartame, un adulto del peso di 70 kg dovrebbe quindi consumare più di 9-14 lattine al giorno per superare il limite. “Il problema è per i grandi consumatori“, ha aggiunto Branca. “Chi beve una bibita ogni tanto non dovrebbe preoccuparsi”, ha concluso.
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